RUUD KROL, L’ELEGANZA TOTALE DA VALZER DEI FUORI

Amiche lettrici e amici lettori, qualora fosse possibile, è premura dell’autore di questo scritto invitarvi alla lettura ascoltando il Valzer dei Fiori di Tchaikovsky. Perché in un tempo precedente all’epopea del più grande di tutti i tempi, Diego Armando Maradona e quindici anni dopo Omar Sivori, ci fu un fuoriclasse in grado di far innamorare la platea del San Paolo con le sue giocate, la sua versatilità, la sua eleganza, così straordinariamente favolose, le quali potrebbero essere paragonate in modo piuttosto coraggioso – in realtà non vi è alcuna assonanza, ma nel caso specifico provarci è un viaggio nel tempo che si può attuare – alla famosa melodia del compositore russo.

Quando nel 1980 il calcio italiano riaprì le frontiere e le squadre di Serie A e Serie B poterono nuovamente ingaggiare calciatori stranieri tra le loro file, il Napoli scelse uno dei protagonisti della meravigliosa Arancia Meccanica del Calcio Totale di Rinus Michael e Johann Cruijff, nato terzino sinistro per poi diventare libero, ma al tempo stesso duttile in tutte le posizioni del reparto difensivo, fino a scomodare il centrocampo nei momenti di maggior bisogno. Arrivato all’ombra del Vesuvio via Vancouver, dopo essere diventato una leggenda con le maglie di Ajax e Nazionale Olandese, Rudolf Jozef Krol non aveva benché la minima intenzione di fare la stella sul viale del tramonto oltreoceano. Voleva ancora dare il proprio contributo al calcio e forse era arrivato il momento di attuare una rivoluzione anche nella capitale del Sud, come anni addietro nel calcio tra le Coppe dei Campioni con i lancieri e le finali mondiali perse contro Germania (1974) e Argentina (1978).

A dire il vero non fu rivoluzione, ma diede poi idealmente il testimone al calciatore e uomo che firmò gli anni epici della storia del Napoli. Fu Rino Marchesi in primis a gestire l’ultimo Krol, lui ricambiò come meglio poteva l’affetto e il calore che l’intera tifoseria gli tributò fin dal suo arrivo a Capodichino. Voluto fortemente dall’allora dirigente Antonio Juliano, dato per finito, il difensore totale vi rimase per quattro stagioni pur condizionato da un po’ di problemi fisici. Quando si piazzava alle spalle della difesa, Krol diventava un formidabile direttore d’orchestra a piede libero. E l’affetto dei tifosi, in breve tempo, divenne adorazione.

Da libero e terzino, da stopper, ma soprattutto da leader indiscusso, sfiorò lo Scudetto in maglia azzurra nella stagione 1980-81, ma lasciò comunque un ricordo indelebile nell’ambiente e nelle vie della città. Mai al San Paolo si era vista un’eleganza per certi versi ineguagliabile. Il figlio di una nuova filosofia basata sulla polivalenza nel campo in campo era il prototipo del difensore moderno: testa alta, lanci lunghi millimetrici, forza fisica notevole. Quando andava in progressione, con la sfera in suo possesso, diventava insuperabile nell’uno contro uno. Che il possesso palla lo conducesse avanti col destro o col sinistro era solamente un dettaglio trascurabile: a lui bastava alzare la testa e il gioco del Napoli saliva di livello, diventava brillante. Un valzer dei fiori. Possibilmente tulipani azzurri.

La sensazione era quella di vivere una favola, del resto lo stesso tricolore rimase un sogno. Nonostante ciò, sebbene il sogno Scudetto s’infranse in quel maledetto Napoli-Perugia 0-1 – autogol di Ferrario – al primo anno dell’olandese all’ombra del Vesuvio, quello vivente del Ruud Krol azzurro fu bellissimo, esaltante. Era la voglia di continuare una carriera che inevitabilmente volgeva al termine e gli acciacchi stavano facendo il loro corso. Krol, tuttavia, da grande leader, era solito prendere per mano la squadra e lo fece anche in quel 1982-83, quando il Napoli riuscì ad ottenere una salvezza quasi insperata a cinque giornate dalla conclusione.

A Napoli rimase fino al 1984 e dopo 125 presenze e una rete in maglia azzurra, il difensore totale orange si accasò al Cannes per gli ultimissimi scampoli di una carriera gloriosa. Il San Paolo non fece in tempo a salutarlo che intanto era in ferventi preparativi per omaggiare l’arrivo di Maradona, ma ancora oggi Krol viene ricordato come uno dei migliori calciatori partenopei di tutti i tempi, un libero vivace ed elegante come un valzer, il fiore più bello del reparto difensivo che si sia mai visto nel San Carlo del calcio.

 

Andrea Cardinale

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