Rifondare il sistema calcio italiano per non essere sempre un passo indietro

Rifondare il sistema calcio italiano per non essere sempre un passo indietro

Che il calcio italiano non stia vivendo un bel momento, è cosa nota. Le difficoltà espresse in campionato dalle squadre tutte, nessuna esclusa, dalle più competitive e brillanti a quelle meno, e l’eliminazioni di Lazio e Napoli dalle coppe rappresentano la reale fotografia in cui verte il nostro calcio.

In campionato i risultati sempre più altalenanti, la continuità di risultati positivi sempre più rara e in campo regna sempre più confusione, scarsa lucidità. Squadre come Milan, Inter, Napoli, Atalanta, Juve le si sono viste arrancarsi, sempre più in difficoltà e cadere con le piccole. In campionato le squadre sempre più povere di idee, grinta, consapevolezza. La luce si è persa, regna il buio. Il campionato sta dimostrando grandi limiti e lacune.

Evidenti l’arretratezza strategica, la mancanza di pianificazione e di progetti chiari e poca cura dei vivai. Il fuoriclasse straniero non basta più e tutto questo si avverte chiaramente nelle competizioni europee dove le nostre squadre sono sempre più allo sbando, le prime a cadere o uscire dalle competizioni. Nessuna società sembra avere una valida pianificazione, costruzione e consolidazione di un ciclo sportivo.

Poco redditizie le strategie di mercato, non progetti tecnici chiari e a medio-lungo termine, rose di giocatori altalenanti, i cui contributi, quindi, poco produttivi se non addirittura deludenti. Le società sembrano aver affidato il successo al caso, alla fortuna, alla partita della vita. Le scusanti della pandemia che non ha aiutato a pianificare costruire e ha limitato le risorse economiche non giustificano più tale andamento.

A mancare qui sembrano proprio le idee, non c’è più consapevolezza dei passi da compiere, non si brilla più per scelte, schemi di gioco. Occorre quindi una vera e reale rifondazione del nostro sistema calcio se vogliamo riprenderci. Adeguarsi ai cambiamenti, a nuove strategie, a nuove regole e alla costruzione mentale, fisica e tecnico-tattica dei giocatori. Contare sul miracolo del singolo giocatore, sulla botta di fortuna o sulla partita negativa dell’avversario non è più possibile e neppure auspicabile, serve molto di più.

Il livello di caduta in cui verte il nostro calcio è a dir poco scandaloso. Sperare in giocatori come Dzeko, Ibrahimovic, Osimhen, Vlahovic come i soli risolutori della partita mette sempre più il nostro calcio in imbarazzo sulla scena europea e le nostre figuracce, in tali competizioni, sempre più grandi e clamorose. Stanchi a rincorrere, ad essere un passo indietro agli altri, sempre inferiori agli altri campionati di Bundesliga, Ligue 1, Premier League, Liga eccetera.

I tifosi vogliono di più, le loro squadre più competitive, vogliono credere e gioire di importanti traguardi, essere finalmente in cima alla vetta di Champions e Europa League. Alle nostre squadre manca sempre qualche cosa per raggiungere quei risultati, sembriamo lì, vicino a traguardo, ma poi puntualmente scivoliamo giù per debolezza mentale, per stanchezza fisica, per povertà di idee di gioco, per ansia di prestazione, per timore reverenziale verso le grandi squadre…non saprei, ma è arrivato il momento di dire basta a tutto questo. Il calcio italiano deve svegliarsi per non essere più ai margini in Europa e nel mondo.

Francesca Tripaldelli

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