Quando il tifo non si compra – di Mattia Ronsisvalle

Sapete da dove proviene la parola “ultras”? Deriva dal francese ultra-royaliste, cioè “ultra realista”, che stava a indicare la forza politica preponderante ai tempi della Seconda Restaurazione.
Parliamo degli inizi dell’800’, circa duecento anni fa, ma ora le cose sono cambiate.
I media tendono spesso ad etichettare gli ultras come delle minacce da far scomparire dagli stadi.
Ma d’altra parte ci sono ancora dei valori e dei sentimenti che solo le tifoserie più romantiche posso comprendere.
Parliamo della storia d’amore e di passione dei tifosi del Fußballclub Red Bull Salzburg, la squadra austriaca avversaria del Napoli in Europa League.
Nel 2005 la Red Bull comprò l’Austria Salzburg, cambiandone nome colori sociali. I tifosi più accesi dell’Austria Salzburg si distanziarono dalla Red Bull e fondarono una nuova società, dandole nome, colori e logo della vecchia squadra. Ma le cose non andarono bene per l’Austria Salzburg. 

In seguito, la squadra della Red Bull di Salisburgo, divenne una vera e propria succursale della squadra tedesca del Lipsia calcio.
Pensate che alla vincita del decimo scudetto, la società decise di non mettere la classica stella sulla maglia per non rovinare il logo, facendo infuriare così i tifosi che scrissero una lettera diretta a Mateschitz, il grande boss della Red Bull:
“Egregio signor Mateschitz, per i tifosi è stato particolarmente doloroso scoprire che la società avesse deciso di non stamparsi quella stella, che da tempo aspettavamo, sulla maglia.”, e poi ancora – “Non capiamo questo declassamento del Salisburgo a Self Service del Lipsia. Chiediamo una divisione netta delle due società. Saremmo lieti se ci rispondesse e siamo pronti anche ad un confronto diretto. La speranza è l’ultima a morire. Forza Salisburgo!”.
Di risposte non ne sono mai arrivate ai tifosi.

Nel frattempo, nella scorsa giornata a Napoli sono arrivati austriaci. Non si tratta, però, del ritorno dell’esercito asburgico che, nei primi anni del Settecento, conquistò il Reame partenopeo e vi rimase fino al 1734, ma proprio dei tifosi del Salisburgo che sono giunti in occasione del match di Europa League. Peccato che il match sia finito per 3 reti a 0 in favore degli azzurri.

Di una cosa ne siamo certi però: bisogna rispettare i tifosi di Salisburgo in quanto rappresentano ancora quella parte del tifo in grado di far sentire la propria voce con educazione e rispetto, in un calcio malato dove tutto questo è sempre più raro.

Mattia Ronsisvalle

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