Pres. FIGC, Gravina: “La politica deve rispettare l’industria del calcio”

Pres. FIGC, Gravina: “La politica deve rispettare l’industria del calcio”

Fonte foto: Twitter FIGC

Il presidente della FIGC, Gabriele Gravina, ha rilasciato delle dichiarazioni all’inaugurazione della prima cattedra universitaria italiana dedicata alla “Giuridicità delle regole del gioco del calcio”, presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli a Santa Maria Capua Vetere. Ecco le sue parole:“Ho accettato volentieri l’invito a partecipare a questa inaugurazione ma soprattutto grazie all’Università della Campania per aver avviato ancora una volta uno degli elementi fondamentali per la crescita del mondo dello sport e del calcio attraverso la formazione, che è uno degli elementi fondamentali per portare ad una rivoluzione culturale. È per questo che cerchiamo di aprire il mondo del calcio, chiuso, autoreferenziale fino a qualche tempo fa. Mi fa piacere che altrettanto fa il mondo accademico, è una contaminazione positiva che fa bene al mondo del calcio, dà un contributo al nuovo Umanesimo sportivo che ci consentirà di poter svoltare in tempi brevi, un auspicio che rivolgiamo al mondo del calcio. Quando si parla di regole non dobbiamo limitarci alle regole in campo, sono altrettanto importanti quelle fuori dal campo, che salvaguardano la competitività sportiva e la stabilità economico-finanziaria del sistema. I bilanci dei club devono essere più corretti di quelli delle altre società, i dirigenti devono tenere un comportamento reale e corretto. Il sistema delle regole fa parte del sistema economico. L’etica è la precondizione del mondo dello sport e del calcio, è fondamentale. Economica e calcio hanno in comune le regole che consentono di mettere insieme una capace organizzazione della comunità e del mondo del calcio e dello sport. Quando parliamo di economia nel mondo del calcio, parliamo di economia, etica e politica, sono tre elementi inscindibili. La politica deve capire che esiste un mondo, che è quello dell’industria del calcio, dell’economia, che merita rispetto. Non è consentito più svilire questo mondo. Il mondo del calcio è sveglio, sta reagendo, impatta per lo 0,58% da solo sul Pil del Paese. Rappresenta milioni di tesserati, milioni di partite, versiamo nelle casse dello Stato 1 miliardo e 300 milioni l’anno, la nostra è una vera e propria industria. Non può essere considerato un elemento critico, il mondo del calcio si rivolge a 12 settori merceologici diversi. Quando il calcio grida aiuto, non perché chiede assistenzialismo, ma rivendica un corretto posizionamento nell’industria, lo fa a ragion veduta. E’ arrivato il momento di un cambio totale di direzione, per farlo bisogna lavorare sulla crisi. Dobbiamo aumentare la produzione ma anche mettere sotto controllo i costi, altrimenti siamo nell’anticamera del fallimento. Bisogna rifondare il sistema. La riforma non è dei campionati, ma del calcio, quella dei campionati è un elemento non più procrastinabile. Dobbiamo essere coerenti e soprattutto passionali, visionari, ma anche persone che hanno un grande senso di responsabilità. Dobbiamo ripristinare un’equazione fondamentale nel mondo del calcio. Se continuiamo a coltivare l’idea dell’economia come mondo dei fini usando la politica come mezzo per raggiungerli abbiamo sbagliato tutto. Le regole riguardano anche le responsabilità che mi faccio carico, all’interno della Figc, di confrontarci in maniera aperta, non si può più mettere al centro l’interesse del singolo”.

Giovanni Sica 

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