No alla repressione Ultras in Svezia si sceglie il dialogo coi tifosi
No alla repressione Ultras. Lo slogan dei tifosi è diventato anche un metodo di lavoro della polizia in Svezia dove si sta sperimentando un nuovo approccio orientato al dialogo nella gestione dell’ordine pubblico. In breve: l’esatto contrario dell’approccio italiano.
Enable è un progetto che riunisce un network internazionale di esperti in materia di sicurezza nel calcio. Iniziato a fine 2014 per rispondere al senso di impotenza seguitoall’uccisione di un tifoso nella prima giornata della Allsvenskan, la Serie A svedese,Enable si è posto l’obiettivo di affrontare il problema dei disordini collegati al calcioattraverso delle soluzioni basate sull’osservazione dei fatti e le più recenti teorie e prove scientifiche.
Ne parla – in un lungo post su Marketing Arena – Federico Smanio, marketing manager della Lega di Serie B, che ha partecipato nelle scorse settimane in Svezia ad un monitoraggio in occasione di una delle partite più calde del campionato.
No alla repressione Ultras:
Perchè questo metodo può avere successo?
Gli episodi di violenza legati agli eventi sportivi sono spesso visti in termini di attività di hooligan (gruppi ultras per noi) e la risposta da parte dei sistemi di polizia tende quindi a focalizzarsi sull’identificazione, l’esclusione, la criminalizzazione e il controllo delle categorie definite come fan a rischio, principalmente attraverso l’uso della forza e dei sistemi di sorveglianza.
Quello che questi approcci tendono a trascurare è l’idea, che deriva dal modello di comportamento delle folle definito “Esim – elaborated social identity model” in base alla quale i disordini sono spesso spontanei più che pianificati e talvolta si scatenano come conseguenza delle interazioni tra le dinamiche della folla e le misure di sicurezza.
No alla repressione Ultras:
Come si svolge il monitoraggio?
Il compito principale del progetto è quello di avviare un programma di raccolta dati al fine di analizzare, identificare e condividere le buone pratiche nella gestione dell’ordine pubblico collegata alle partite del campionato svedese. Il focus comprende non solo le operazioni di polizia, ma anche la gestione e l’infrastruttura di sicurezza del club, il ruolo del Supporter Liaison Officer (SLO) e l’interazione tra queste diverse funzioni.
Non si pensi – sarebbe un grosso errore – che il seguito al campionato svedese sia meno caldo che altrove. In realtà le rivalità anche particolarmente accese esistono pure in un paese che apparentemente è tranquillo e perfettamente gestito.
Nella ricetta di Enable si trova anche il punto di vista dei supporter relativamente a quegli elementi che rendono l’esperienza (del calcio) piacevole, coinvolgente e divertente, valutando allo stesso tempo nuove modalità per sviluppare misure di sicurezza adeguate e in grado di garantire l’incolumità di tutti i portatori d’interesse coinvolti.
No alla repressione Ultras:
Come sono organizzate polizia e società di calcio?
L’organismo nuovo è la Polizia dell’Evento (Evenemang Polis), una sorta di trait d’union tra le Forze di polizia classiche e SLO (il supporter liaison officer, veri e propri manager della gestione dei tifosi che lavorano per i club), presente nei luoghi frequentati dai tifosi prima della partita per stabilire un primo contatto con i fan nel tentativo di instaurare unrapporto di fiducia nel lungo periodo.
Il Supporter Liaison Officer vive in mezzo ai tifosi il giorno della partita, è un punto di riferimento visivo durante la partita sul campo di fronte alle tribune e una presenza costante fuori dallo stadio nelle ore che precedono il calcio d’inizio.
Allo stesso tempo i tifosi sanno che gli agenti della Polizia dell’Evento (in Danimarca si chiama anche Polizia del dialogo) non possono compiere arresti, né partecipare ad operazioni di intelligence, possono persino fare rapporto nei confronti degli altri agenti di polizia. E’ questo forse il tassello più importante dell’approccio graduale alle operazioni di polizia in situazioni come quelle che precedono le partite.
Si tratta cioè di agenti che stanno insieme ai fan per carpirne l’umore, interpretare l’atmosfera e leggere la situazione e stabiliscono con essi una relazione di fiducia al punto che sono visti dai tifosi come “i loro poliziotti”.
Presto per dire se sarà un successo, ma l’idea scandinava può essere analizzata e valutata nei suoi aspetti, che chiaramente in Italia potrebbero avere ricadute diverse, ma non per questo scartabili a priori.
Giovanni Pisano