Napoli tra alti e bassi cosa c’è di vero?

Se il momento non è tanto roseo all’ombra del Vesuvio questa è cosa nota e risaputa. C’è da sempre una consuetudine, ormai avente valore di legge, quella del salire e scendere dal carro di continuo. Fortuna dell’ambiente è che  il biglietto non costa nulla, altrimenti la piazza ci penserebbe due volte prima di salire o scendere. I problemi sono di disparata natura, dagli infortuni al covid, passando per l’ignoranza e la poca coerenza. Potremmo sintetizzare cosi il periodo NO del Napoli di Gattuso, la classifica poteva essere un’altra, il rendimento anche ma i motivi sono semplici ed è giusto che una volta tanto vada fatta chiarezza.

Stavolta non saranno i 5 pensieri a spiegarvi quanto accade ma sarà una attenta analisi fatta da vox populi, titoli di giornale e tweet da cui attingiamo per far luce sul momento azzurro.

La prima questione da analizzare è sicuramente la questione infortunati. Demme, Mertens, Osimhen, Manolas, Koulibaly e tutti quelli che si sono susseguiti in questi mesi di campionato pazzo. Il conto dei convalescenti sarebbe lungo se non lunghissimo. Guardiamo anche altrove perché sicuramente la portata dei club è diversa ma le situazioni sono uguali. Per la questione infortuni basterebbe guardare un attimo oltre manica in casa Liverpool, dove Klopp ha mezza difesa fuori, tra cui Van Dijk che rischia di saltare anche l’Europeo. Ebbene si i Reds, avranno anche vinto tutto ma nel mezzo hanno preso un bel po di randellate, tra cui 7 reti dell’Aston Villa, un po’ il nostro Spezia considerando la portata dei club.  Nessuno in casa Liverpool ha detto nulla sulla questione infortuni, invece a Napoli sono insorti da ogni parte, si è parlato di tutto e di più. La cosa più bella è stato il criticare l’attuale staff medico invocando il ritorno del vecchio staff che è rimasto nel cuore dei giornali e di alcuni tifosi. “Se ci fosse stato il Dottor X i nostri calciatori avrebbero recuperato subito” è stato questo il leitmotiv della questione infermeria e a Napoli come sempre si esagera.

Il problema COVID è all’ordine del giorno, lo è per noi comuni mortali, lo è anche per i calciatori che dal basso della nostra collocazione sociale, vivono nell’Olimpo. Sicuramente bisognerà farci l’abitudine, bisognerà rassegnarci  e conviverci ancora per molto con la malattia del XXI secolo, che ha reso il campionato quello più strano mai visto. Nulla a che vedere con il campionato ai tempi delle grandi guerre, quello sospeso e messo a rischio dai bombardamenti, quello non tangeva sulla condizione dei calciatori e sui ritmi di un calcio allora diverso. La pandemia ha arrecato danni al sistema calcio e alla sua organizzazione, match ogni 3 giorni, viaggi continentali e protocolli ancora a volte pieni di falle. Il rischio focolai è dietro l’angolo e i viaggi continentali e non sono un vero problema, ne è la prova Osimhen, che a detta di molti avrebbe contratto il virus in Nigeria ma che a quanto pare per i tempi di incubazione forse lo avrà contratto in Belgio e magari sarà stato lui l’untore. La Pandemia ha creato problemi in particolare sulla tenuta di tutte le squadre, la classifica è bugiarda, non lasciamoci intimorire dal Milan perché i rossoneri stanno cominciando a perdere colpi, l’Inter non sembra essere costante e la Juventus è un cantiere aperto. Il covid incide sulle rose di tutte le squadre non solo su quella azzurra ma a quanto pare il Napoli con 3 casi totali di covid è un problema per tutti in città.

La gestione tattica in una squadra è tutto, nel Napoli che partiva gia con uno zoccolo duro, avrebbe dovuto essere uno degli ultimi pensieri. Il 4-2-3-1 gia lo scorso anno fu utilizzato ma a quanto pare la transizione tattica degli azzurri ha avuto qualche difficoltà, difficoltà non dovute alla mancanza di interpreti bensì a quello di cui abbiamo parlato prima il rendimento figlio del giocare ogni 3 giorni e gli infortuni. Il 4-2-3-1 con la rosa attuale a disposizione di Gattuso è un modulo perfetto, dal camaleontico  Zielinski alla profondità di Osimhen, passando per le sportellate di Petagna. Il centrocampo tanto bistrattato, vede un Fabian appannato e in difficoltà, di sicuro Gattuso non fa giocare lo spagnolo accanto a Bakayoko per questioni di mercato e di sicuro il mister sa che lo spagnolo  non splende in quel ruolo. Tutti però sparano a zero, “ Fabian gioca li solo per non svalutarlo”, vorremmo dire a chi dice ciò che è bello tifare, è bello fare l’addetto ai lavori ma è necessario anche capirne di tattica. Per l’idea di gioco di Gattuso a centro campo bisogna giocare col “Doble Cinco” e gli unici che possono fare ciò sono Demme e Baka, insieme tra infortuni e altro hanno giocato poco ma quando hanno giocato titolari si è visto il miglior Napoli. Lasciamo il campo e la tattica a chi compete, i bar fortunatamente sono chiusi ma i social no… e ce ne sono di allenatori sul divano.

Napoli è da sempre stata nel complesso una piazza favolosa, per passione e per attaccamento. Il problema che però affligge proprio la piazza è quello citato poco fa, quello dei troppi esperti e dei troppi allenatori. Tra gli addetti ai lavori e i tifosi si sprecano, sono tanti quelli che sarebbero pronti a subentrare al posto del Mister. Vogliamo parlare della critica? Si è sempre detto che la critica deve essere costruttiva, che dalla difficoltà bisogna compattarsi ed uscirne insieme. Scusate chiedo ai giornali, alle radio e agli esperti, oggi è una settimana dalla sconfitta con lo Spezia e ancora se ne parla? Nessuno si è accorto che Domenica si è vinto contro un ottimo Udinese che ha fatto la partita? Nessuno si è accorto che si è andati avanti in coppa italia? Invece no qui si continua a parlare della sconfitta con i Liguri ma intanto c’è gente che ha vinto giocando male, un po’ come il Napoli di questa settimana ma ci ha vinto titoli più importanti, quelli sono passati alla storia invece noi a Napoli pretendiamo la coppa del bel gioco e sappiamo tutti come è finita.

Daniela Villani

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