Mickaël Cuisance: la giovane scommessa del Venezia

Mickaël Cuisance: la giovane scommessa del Venezia

È probabile che sia l’acquisto più intrigante e inaspettato, oltre che un’evidente scommessa quella che il Venezia intende vincere con l’acquisto del giovane Mickael  Cuisance per 4 milioni di euro dal Bayern Monaco. Il mercato finora posto in essere dal Venezia si è distinto per l’azzardo e anche originalità delle sue scelte, viaggiando controcorrente per il gusto, come dire, retrò che le ha caratterizzate.

Il Venezia allenato da Zanetti si è presentato in campo mostrando “l’eleganza pachidermica di Henry, i dribbling fruscianti di Kiyine e il calcio a testa alta di Gianluca Busio”. Serviva quindi per riproporzionare questa differenza di mercato l’inserimento in squadra di forze giovani e dotate di discreto talento. La scelta di Cuisance rivela proprio questo intento.

Le aspettative sul ragazzo, inutile dire, sono enormi. Il suo talento indiscusso, ma ancora non pienamente espresso. Tra i migliori giocatore agli europei  Under 17 in Azerbaigian di qualche anno fa, Cuisance per la Francia, de Light per l’Olanda e Havertz per la Germania. La sua la maglia numero 10. Partiva da mezz’ala destra a piede invertito, essendo lui un mancino puro. Ben strutturato fisicamente, spalle grosse eppur veloce e rapido negli spostamenti. Il miracolo calcistico francese consiste proprio in questa grande capacità di produrre giocatori ultra tecnici e ultra dinamici. Il fisico di cui gode fornisce una rassicurazione sulla sua riuscita, la spietatezza competitiva del calcio contemporaneo la sua solidità. È proprio questo suo atletismo e questa sua notevole precoce maturità calcistica che al ragazzo hanno aperto le porte del calcio dei grandi.

Nasce a Strasburgo, al confine tedesco, cresce nelle giovanili del Nancy proprio come Platini. Finisce presto per giocare in Germania con il Borussia Monchengladbach. Rifiuta il rinnovo con il Nancy e persino un contratto con il Manchester City, pur di giocare in Germania. Cuisance aveva visto nella Bundesliga il contesto ideale per crescere senza troppe pressioni. Faucher, uno dei suoi primi allenatori, ha sempre detto di lui “ragazzo dotato di grande carattere, raro a quell’età, è una grande intelligenza di gioco sempre in grado di percepire i momenti chiave della partita”.

Hecking lo fa esordire in prima squadra a 18 anni contro lo Stoccarda. Entra da mezz’ala destra, governa il gioco splendidamente con il suo piede mancino, mostrando così presto a tutti, straordinaria accuratezza nei passaggi su qualsiasi distanza. È infatti uno dei centrocampisti capaci di effettuare un cambio gioco di 40 m con la naturale rilassatezza di chi è nato per fare quello. Nella prima stagione al Monchengladback accumula più di 1000 minuti in Bundesliga. Hecking stravede per lui “è il tipo di giocatore a cui concediamo di assumersi rischi dirà”.

Kramer “ è stato il più giovane esordiente in Bundesliga nella storia del club. A 17 anni e già molto più avanti di quanto non lo fossi io a 22”. Ironia della sorte o per qualche strana ragione, l’anno dopo però sparisce dai radar. Non gioca più, viene lasciato in panchina. Le leggende del motivo della sua sparizione prolificano a dismisura, compresa quella di avere un pessimo carattere. Tuttavia il Bayern Monaco crede in quel ragazzo e spera che possa esprimersi al meglio in un contesto in cui il livello è più alto. Così versa ben 10 milioni al Monchendglabach e lo porta in Baviera.

Il direttore sportivo del club Salihamidzic di lui dice “ la sua qualità si vede quando porta palla. È dotato di una tecnica sorprendente, di un sinistro micidiale e di una notevole forza mentale“. Nella prima stagione qui gioca con la squadra giovanile, per cui molti dubitano della scelta fatta di lasciare il proprio club per andare a Monaco di Baviera proprio come Mario Bassler. La fortuna, unita al suo talento, fa si che in una partita a giugno contro il Wolfsburg lui metta a segno uno dei goal che rivela le doti eccellenti del suo sinistro. “Dalla sua mattonella, sul centro destra, conclude di interno con una forza e una precisione che fanno sembrare il pallone più docile e leggero“. Tale gesto farà innamorare tutti di lui. Salihamidzic non aveva mostrato di essere quindi un pazzo o un visionario quando lo riteneva degno del suo club.

Il goal trasmette fiducia per la sua nuova stagione, stagione dove invece Cousince comparirà in campo solo una volta. Sarà infatti ceduto all’Olympique  Marsiglia per affinarsi. Altra situazione paradossale in cui viene a trovarsi, in bilico tra un talento innegabile e  il dover ancora dimostrare. Anche all’Olympique in Francia le cose non vanno per il verso giusto. Se trova poco spazio con Villas Boas , non lo trova affatto sotto Sampaoli, che lo ritiene una scheggia impazzita. Non gli piace come si allena ed è troppo individualista.

La stampa francese parla anche di sovrappeso, non regge nemmeno 10 minuti di match. Si racconta che sia sfumata una sua vendita a titolo definitivo a Leeds, perché scartato alla visita medica. Voce smentita però dal giocatore stesso. Si racconta anche di uno scontro in allenamento con il terzo portiere Ulrich. Cuisance interviene in scivolata col piede a martello e gli rompe legamenti del ginocchio. L’allenatore di allora Nagelsmann che già non lo apprezzava molto, dopo questo gesto non lo farà giocare neppure un minuto e rientrerà anche nel gruppo dei giocatori no vax a cui verrà dimezzato lo stipendio.

Cuisance quindi arriva al Venezia non godendo proprio di ottima fama. Ecco il perché dell’azzardo e della scommessa di cui parlavo all’inizio. Le qualità tecniche non mancano, ha una discreta varietà di gioco, possiede un repertorio per fare bene in diverse situazioni, speriamo trovi anche la giusta mentalità. Nel 4-3-3 o nel 4-2-3-1 di Zanetti si adatterebbe perfettamente il suo gioco. Si assocerebbe bene con Vacca e Ampadu, ma ricoprirebbe il ruolo di Mattia Aramu che è risultato il miglior giocatore del Venezia nel girone di andata. I due però non sono proprio similari per cui Zanetti potrebbe riuscire a trovare spazio per entrambi. Cuisance  infatti ama partire più arretrato, da lontano, vuole avere una maggiore influenza nella fase di possesso palla, più o meno ad ogni altezza del campo, mentre Aramu è più finalizzatore. Il campo ci darà la sua risposta.

Francesca Tripaldelli

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