Marketing e comunicazione: Napoli guarda e impara

Nello sport la comunicazione è l’elemento di marketing più influente giacché è indispensabile per qualsiasi piano di sviluppo ed è connessa al soddisfacimento della prestazione e alla fedeltà alla società sportiva; tali fattori orientano il cliente e studiano i suoi bisogni e comportamenti.La creazione di un sito web accattivante è il metodo più efficiente per invogliare, ricevere informazioni e comprendere i bisogni dei tifosi. Segue il rapporto con i media, catturare l’audience agevolando anche strutturalmente la fruizione dello spettacolo sportivo con: una tribuna specifica, una sala stampa accessoriata, accrediti e le notizie pre-gara e le interviste post-gara.
Nella SSC Napoli, tutto ciò c’è, ma in maniera particolareggiata. Il cinearrosticino era fumante: tra piccate spiegazioni social sul tema dei bidoni, la mancata celebrazione del trentennale della Supercoppa con tanto di tunnel subito da Diego (pre-2004 non esistevano!), il soliloquio contro la Fifa e la UEFA e il collasso di De Maggio, ci hanno offerto il meglio di ADL, ormai campione a smarcarsi sul futuro della società.
La smodatezza del dialogo ha generato parodie e antipatie ed offre un’immagine grottesca della società. Non c’è feeling con il tifoso, pare che si proceda per inerzia senza una precisa strategia che ora ti lascia in balia del mercato.
Il caso di Allan è emblematico: ormai ci lamentiamo di averlo venduto a cifre più basse piuttosto che rammaricarci di aver perso un gran giocatore che avrebbe meritato altra gestione sopratutto per la società. Siamo passati dai celebri “piani quinquennali” al “vendo dopo un anno perché non devo essere scorretto con i tifosi”, eppure non mi pare che siamo
azionisti del calcio Napoli.
Siamo “83 milioni di tifosi nel solo mondo occidentale” ma con un organigramma societario di cinque persone e non si è mai patrimonializzato: manca una sede di proprietà, centro di allenamento di proprietà con annessi centri medici, guerriglia per lo stadio (Pozzuoli, Afragola, Melito), ed ora anche il piano “cantera” è stato ufficialmente accantonato.
Le conferenze sono indette e annullate, gli accrediti discrezionali, i silenzi stampa soventi ed è per questo che si vuole fare la “web radio” anche se poi bisogna tenere a mente che, proprio come avviene per i i channels di proprietà degli altri club, bisogna pagare degli esperti della comunicazione per la gestione dell’immagine, una sorta ufficio stampa allargato. Non accadrà, perché: • é Radio Kiss Kiss a pagare il Napoli per per trasmettere le partite e le interviste;
• Il Napoli è in posizione dominante: riceve denaro e detta le condizioni. Dunque, sembrano mancare le ragioni del premere il tasto off.
La squadra, nonostante sia un bunker, riesce a far dimenticare questa mala gestio comunicativa, perché la palla la hanno loro per 90 minuti e nessuno può portargliela via.

Salvatore Sardella

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