Mario Balotelli: un talento sprecato del tutto?

Mario Balotelli

Il mondo del calcio offre molteplici prototipi di calciatori, ma due sono quelli principali: il lavoratore ed il talento. Il protagonista di oggi appartiene, senza ombra di dubbio, alla seconda categoria. Parliamo di Mario Balotelli: un talento sprecato.

L’escalation di “Super Mario” necessita, innanzitutto, di un dietro front temporale. Figlio di due immigrati ghanesi, Egli nasce a Palermo il 12 Agosto 1990 sotto il nome di Mario Barwuah, ma all’età di soli tre anni è costretto a spostarsi insieme alla sua famiglia, per motivi lavorativi, verso Nord, a Brescia. Le condizioni di salute in cui versa il ragazzino sono precarie, dunque, i genitori, lo affideranno ai “Balotelli”.

La passione di Mario per il calcio viene coltivata sin da piccolo. In quel corpo ancora fragile, travagliato da esperienze difficili, si iniziava a scrutare un qualcosa di magico. Ci si trovava difronte ad un mero talento. Era solo questione di tempo, la fatidica chiamata sarebbe arrivata. Ed arrivò: Lumezzane e poi Inter.

Nel settore giovanile dei neroazzurri, “Super Mario”, diede prova esplicitamente delle sue doti tecniche ed atletiche, arrivando a conquistare la convocazione in prima squadra poco dopo. Un sogno che si avverava.

Quella del 2007-2010 è un escalation significativa per Balotelli. Egli si presentava al mondo attraverso un’identità ben precisa, ma soprattutto, tramite le statistiche estrapolate dalle sue prestazioni: 59 presenze, venti goal, tre Scudetti, una Supercoppa Italiana, una Coppa Italia ed addirittura una Champions League.

Numeri da paura per un ragazzo di 17 anni. Il successo iniziò a chiamare, Mario rispose. Sponda Manchester City, una società rinnovata dal cambio gestione ed in cerca di qualche trofeo importante. I “Citizen” puntarono su un ventenne, ma non uno qualsiasi…

Il talento italiano fece sentire la propria voce anche in Inghilterra, riuscendo a far letteralmente impazzire i propri tifosi. Arrivarono dei segnali significativi al pubblico in quanto, il City, portò a casa trofei mai visti sino ad allora: un campionato inglese, una Coppa d’Inghilterra ed un Community Shield. Mario stava scrivendo la storia, ma faceva anche parlare di se al punto tale da far coniare un nuovo termine, quale la
“balotellata”.

Con esso si intendeva classificare un gesto immaturo, insomma, si trattava di un’accezione non molto positiva. Più di un evento fece fiondare i giornali su Balotelli il quale, comprensibilmente, voleva divertirsi come i ragazzi della sua età; il che non implica di esagerare, ma probabilmente, i media si accanirono eccessivamente su quel talento ancora adolescente.

“Super Mario” aveva svolto un lavoro egregio in terra britannica. Aveva voglia di cambiare aria, o semplicemente, di tornare a casa. Nuovamente Milano, ma questa volta la malia era rossonera. Un solo ed unico anno. L’annata 2013-2014 non fu negativa, ma priva di trofei. Nonostante ciò si profilava per Mario Balotelli un buon avvenire, o quasi. Il Liverpool vuole fare di lui il perno dell’attacco.

Offerta accettata, si comincia una nuova avventura. Un blackout colpì totalmente Balotelli il quale, da quel momento in poi, non si è mai più ripreso a tutti gli effetti: prestazioni orribili, considerate le sue qualità, ed ulteriori “balotellate” fuori dal rettangolo di gioco. Molte, moltissime le squadre che, dopo quella parentesi, hanno provato a tirar fuori la versione migliore di quel calciatore. Purtroppo, missione
fallita.

Il ritorno al Milan e poi il viaggio in Francia, prima Nizza e poi Olympique Marsiglia: buone statistiche ma nulla di eccezionale. Questa volta erano pochi i club pronti a rilanciarlo, ma si sa, si torna sempre dove si è stati bene, o dove si è nati…

Ecco il Brescia. Il ritorno in Serie A della squadra Lombarda fece scattare in Mario una gran voglia di riscatto il quale, però, non arrivò mai del tutto. All’età di 30 anni, Balotelli, si è ritrovato a giocare in serie minore con il Monza. Un’altra sfida, sicuramente sotto le aspettative, ma pur sempre qualcosa di diverso. Ci auguriamo che questa tappa sia ciò che potrà servire ad un calciatore del suo spessore e del suo
talento.

Nel corso del tempo moltissimi professionisti si sono espressi sul conto di Balo considerandolo, a tutti gli effetti, uno degli attaccanti più forti e mai sbocciati del tutto. La nazionale, inoltre, ritrovata l’anno scorso dopo stagioni di assenza, ha rappresentato per lui, da immigrato, un ideale per cui lottare.

Questo è Mario Balotelli: talento misto a follia, luce mista ad ombra. Ogni
appassionato di calcio spera in un suo ritorno, non è mai troppo tardi. Ed allora “Why always You” Balo?
Ti aspettiamo.

Renato Oliviero

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