“Maradona ha cambiato la mia vita”

Paroladeltifoso.it è lieto di intervistare Vincenzo Lamagna, meglio conosciuto come Lamá, artista napoletano che nelle settimane successive alla morte di Diego Armando Maradona si è unito alla scia di colleghi che hanno voluto mettere la propria arte al servizio de El Pibe de Oro, per omaggiare al meglio chi ha fatto la storia della nostra città, del calcio e di tanto altro. Dalle parole di Lamá vi racconteremo una bellissima storia, quella tra Maradona e l’artista di casa nostra, che ha cambiato la vita di quest’ultimo.

Ciao Vincenzo, raccontaci di te: chi sei e in cosa consiste la tua arte?

Ciao ragazzi, io sono Vincenzo Lamagna, in arte Lamá. Sono un artista napoletano, realizzo disegni con le tecniche più varie, che si rivelano veri e propri capolavori. Dalle celebrità alle persone più comuni: chiunque può commissionarmi disegni, che consistono quasi sempre in ritratti. Disegnare è sempre stata la mia passione, e molto probabilmente sarebbe rimasta tale e non sarebbe diventata la professione della mia vita se non fosse stato per Maradona, come vi racconterò.

Raccontaci la tua storia: da dove sei partito e quando la tua passione è diventata il tuo lavoro grazie a Diego?

La mia vita è cambiata sei anni fa. Vivevo a Londra dove avevo trovato un impiego come lavapiatti. Un giorno decisi di realizzare un ritratto di Maradona, che da grande tifoso del Napoli ho ovviamente sempre amato. Scelsi di disegnare a matita uno scatto di Diego al mondiale del 2010, quando guidava da allenatore l’Argentina. Si tratta di uno degli scatti più diffusi del Pibe. Una volta completato il ritratto lo caricai in rete, e fu da quel momento che la mia vita cambiò. Successe ciò che non avrei immaginato: il mio disegno ebbe una diffusione incredibile, fino ad arrivare addirittura proprio a Maradona, a cui piacque tantissimo. La mia opera fu apprezzatissima, colpì tutti: nessuno riusciva a capacitarsi del fatto che si trattasse “solo” di un disegno relizzato a matita. Veniva scambiato per un quadro, ed effettivamente sembrerebbe proprio esserlo. Diego ne rimase affascinato tanto da volerlo a casa con sè. Fu organizzato un incontro con il suo manager italiano Stefano Cenci. Il mio disegno arrivò tra le mani di Maradona, che gli dedicò uno spazio all’ingresso della sua abitazione a Dubai. Per me fu una gioia immensa. Da quel giorno, grazie a D10S la mia vita cambiò e da lì la mia grande passione si è trasformata nella professione della mia vita.

Ritorniamo ai giorni d’oggi: anche tu hai omaggiato Diego dopo la sua scomparsa, con un’opera molto molto originale e significativa. Ci racconti cosa hai realizzato?

Certo, anche io ho reso onore al mio idolo. Non potevo non farlo.
Un giorno, tra quelli successivi alla sua morte, mentre passeggiavo per Napoli la mia attenzione fu colpita dal segnale stradale di precedenza. In quel preciso istante ebbi un’illuminazione e pensai: Maradona è stato il più grande e proprio per questo tutti devono dargli precedenza. Ecco che allora, da questa deduzione decisi che avrei realizzato un’opera utilizzando il segnale stradale di precedenza. Ho acquistato il segnale e al suo interno ho disegnato, con la tecnica dell’acrilico, il volto di Diego. È così che è venuta fuori la mia realizzazione per il Pibe, che oggi sta girando e che ho avuto il piacere di vedere tra le mani del fratello “napoletano” Hugo Maradona, che tanto l’ha apprezzata. Si tratta di un omaggio originale e dal grande significato simbolico: con questa opera vogliamo sottolineare quanto Maradona è stato importante e insostituibile in questa città, nel calcio e non solo, e come quindi nessuno può avere la precedenza nei suoi confronti.

Ci hai detto di essere un grande innamorato della maglia azzurra: da tifoso qual è il tuo legame con Diego Armando Maradona?

Io posso dire di esser legato a Diego sin dalla nascita, infatti sono nato proprio nell’anno in cui lui lasciò il Napoli, nel 1991. Per me Maradona è sempre stato un punto di riferimento assoluto, soprattutto quando ho provato ad intraprendere la carriera da calciatore (poi interrotta sul nascere a causa di un grave infortunio alla schiena e poi ai legamenti). Ho avuto esperienze tra le giovanili del Napoli e del Bari e in quegli anni in cui giocavo a calcio non trovavo nessuno che fosse come lui, non vedevo nessuno fare quello che faceva lui. Avevo e ho sempre avuto una venerazione per D10S. Un legame che poi si è suggellato quando un mio omaggio è stato fortemente apprezzato proprio da lui, tanto da diventare parte della propria casa. Maradona ha cambiato la mia vita, grazie a lui la mia passione è diventata la professione che svolgo. Quando realizzai il suo ritratto ero un lavapiatti lontano dalla mia terra.

Diego Armando Maradona non è l’unico campione a cui hai dato vita su carta attraverso una matita, anche se ovviamente il più grande di tutti. Quali altri illustri calciatori hanno ricevuto una tua opera?

Sì, tanti ormai sono i volti dei grandi calciatori che sono finiti sotto la punta delle mie matite e non solo. Ho realizzato ritratti per campioni come Francesco Totti, Marek Hamsik, Dries Mertens (che mi ha ospitato a casa sua). Ho impiegato ore e giorni di lavoro per realizzare disegni che a primo impatto hanno le sembianze di veri e propri quadri. Ogni realizzazione è studiata e curata nei minimi dettagli, un esempio sono le gocce di sudore sulla fronte del centrocampista belga Nainggolan. I lavori sono resi il più realistici possibile. Quelli realizzati per Totti, Hamsik e lo stesso Nainggolan sono a matita, mentre per Mertens ho fatto un qualcosa di diverso attraverso la tecnica dell’acrilico”.

Ringraziamo Vincenzo Lamagna Lamà per averci raccontato la sua bellissima storia che lo lega a Diego Armando Maradona. Vi invitiamo a seguire il lavoro di Lamà a partire dai suoi profili social su Facebook e Instagram.

Marco Falco

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