L’oro di Napoli: Umberto Buglione

L’oro di Napoli: Umberto Buglione

Oggi siamo in compagnia per la nostra rubrica “L’oro di Napoli” del fotografo Umberto Buglione che porta da anni in alto in nome della nostra città.

Benvenuto Umberto, siamo lieti di averti ai nostri microfoni per ascoltare la tua storia. Ti sei formato da solo come artista, hai creduto in ciò che ti piace?

Ho avuto un po’ di fortuna ed anche molta caparbietà. Nella vita ci vuole sempre, basta solo saperla riconoscere. In passato ho preso il treno e con la maturità che è subentrata dopo avrei detto qualche si in più, così da avere una base per il futuro. Quello che sto capendo è che oltre ad essere bravo bisogna saperci fare con le persone, i contatti fanno la differenza.

Come hai scoperto la passione per la fotografia?

Fin da bambino ero appassionato della fotografia. Infatti, spesso mi capitava di osservare e ricordare spot pubblicitari di qualsiasi genere. Ho sempre ammirato la creatività. I miei genitori compravano sempre giornali, rimanevo lí a guardare le foto delle pubblicità per ore. Ovviamente non avevo mai pensato di fare questo lavoro, però sapevo che mi piaceva questo mondo. Ho scoperto definitivamente la passione per la fotografia quando ho avuto a che fare con una mia compagna di liceo, la quale portava sempre con sé una macchina fotografica. Da lì in poi, facendo foto ogni giorno, ho iniziato a creare set all’interno della classe. Man mano, iniziò a girare la voce infatti cominciai a consegnare foto nel liceo. Così è iniziato tutto.

Quando hai capito, visto il tuo talento, che era giunto il momento di raggiungere livelli più alti?

Essendo autodidatta manca sempre quella sicurezza, poiché il mio settore è molto complicato. Ancora oggi mi faccio queste domande, però ho la consapevolezza di essere indipendente e ciò mi dà grande sicurezza. A diciotto anni ho capito che tramite questo lavoro potevo vivere, poiché in quegli anni ho iniziato a chiudere i primi contratti con agenzie ed influencer. Dopo aver ricevuto il primo incarico con una buona paga, ho compreso che questo sarebbe stato il mio lavoro.

Durante questo percorso hai ricevuto del sostegno da parte delle persone a te care, oppure hai dovuto contare su te stesso?

Salire sul carro dei vincitori è molto facile, quindi ho sempre considerato “veri amici” soltanto coloro che ci sono sempre stati per me. Quando si inizia ad intraprendere una nuova attività s’insorge in continue critiche del tipo: “Guarda quello sfigato si è aperto la pagina per le foto”. Sono stato soggetto a molti sfottò, man mano che portavo avanti il mio lavoro ho intravisto dei cambiamenti da parte di alcune persone nei miei confronti. Mi hanno iniziato a contattare persone che non mi avevano mai considerato, quindi agli inizi ho avuto sostegno da parte del mio migliore amico e della mia migliore amica. La mia famiglia mi sosteneva ma in maniera diversa.

All’inizio è stato brutto, infatti ricordo alcuni commenti di persone a me vicine, che ora invece mi seguono e riempiono di complimenti. Oppure, i ragazzi che si prendevano gioco di me sotto i miei post, ora mi chiedono di uscire insieme. Quando mi accadde oggi ci rido sopra, mentre durante i primi tempi ci stavo male. Nella vita bisogna essere menefreghisti su alcuni aspetti, altrimenti non ci si libererà mai di questi insulti…

Durante il tuo percorso lavorativo, quali persone ti sono rimaste impresse per la loro umiltà?

Le persone umili sono quelle più famose, quindi sfatiamo questo mito del personaggio famoso antipatico. Ad esempio, ho collaborato con Chiara Biasi, magica donna, magica.

Nel mio lavoro cerco di essere sempre professionale differenziando lavoro e rapporti sociali. Però con lei subito mi sono sentito a mio agio durante gli scatti a casa sua.

Secondo te, nel tuo percorso di crescita, la città di Napoli ti ha aiutato ad aver qualcosa in più rispetto agli altri? Le difficoltà della nostra terra possono tramutarsi in cose positive?

Assolutamente si, in tutte le città del sud come Bari oppure alcune periferie della stessa Napoli si cresce in ambiente pieni di difficoltà. Sono fortunato ad essere nato a Napoli e soprattutto sono orgoglioso di essere napoletano, proprio per questo quando mi trovo a Milano non maschero il mio accento. Napoli La porto dovunque vado perché per me Napoli è una seconda laurea.

Durante il tuo viaggio nel mondo della fotografia, hai avuto difficoltà essendo napoletano?

Dal punto di vista artistico non ne ho riscontrate, però dispiace leggere su alcune testate la provenienza napoletana, cosa non fatta per gli artisti provenienti da altre zone d’Italia. Purtroppo c’è ancora diffidenza nei confronti dei napoletani, cosa che mi è capitata quando dovevo affittare casa a Milano. Nel nostro paese c’è una mentalità arretrata e bigotta.

Nel tuo lavoro ti è mai capitato di emozionarti?

L’evento per il quale mi sono emozionato è stato quando sono apparso per la prima volta sulla copertina di un giornale, precisamente era il 3 aprile del 2016 su una rivista di alta moda francese (Les prestiges). Per scattare questa copertina ho preso un volo diretto a Losanna, il tutto da minorenne e con persone che non avevo mai conosciuto in vita mia. Questo è stata la mia più grande soddisfazione, poiché è stato soddisfacente passare dallo scattare foto nella mia camera ad arrivare sulla copertina di una rivista francese. Mi emoziono soltanto a parlarne…

Un giorno ti piacerebbe formare i ragazzi con la tua stessa passione? Ad esempio aprendo un’agenzia per la fotografia?

A me piacerebbe tantissimo, essendo autodidatta sono giudizioso su di me, dunque non mi ritengo ancora pronto per insegnare a qualcuno. Quindi, un domani mi piacerebbe aiutare dei ragazzi con la mia stessa passione, oppure entrare in un’università per poter ascoltare la storia di ogni singolo studente. La  mia idea di insegnamento è quella di  offrire una lezione dinamica e non la solita statica, bisogna creare un buon rapporto studente-alunno.

Secondo te, qual è la fotografia più bella che hai scattato? E secondo altri fotografi?

Per me la fotografia più bella che ho scattato ancora deve uscire, poiché aspiro sempre ad arrivare più in alto. Per quanto riguarda i colleghi fotografici, ammiro molto Nima Benati, la quale stimo moltissimo. Lei mi incoraggia nel mio lavoro, ed è anche una mia cliente. Ho lavorato per il suo profilo instagram, cosa che mi rende molto orgoglioso.

Conoscendo gli aspetti negativi nel tuo ambito lavorativo, ti è mai capitato di trovarti in una situazione nella quale hai dovuto dire di no?

Se si, come ti sei sentito?

Mi sono capitati degli episodi spiacevoli, però non sono mai sceso a compromessi con nessuno. Trovo squallido rivolgersi a chi si trova più in alto soltanto per raggiungere uno step successivo. Però non è tutto così, ci sono persone con le mani pulite, ed in questo settore funziona così. In passato sarei stato più crudo in certe situazioni, meglio sembrare arroganti che sembrare accondiscendenti abbassando la testa.

Quanto ha pesato durante il tuo cammino l’importanza della cultura?

L’intelligenza è la cosa fondamentale, a prescindere dal talento. Il fatto che abbia studiato, mi ha aiutato molto perché mi permette di avere una sicurezza. Quindi, è importantissimo aver potuto studiare poiché si può affinare la cultura con l’intelligenza. Sono innamorato delle persone che hanno l’intelligenza di sapere quando chiedere determinate cose, per questo mi ha aiutato il mio modo di fare. La cultura è anche questo, e ci insegna ad essere raffinato ed educato. Tramite questo posso affrontare qualsiasi discorso con ogni persona, e ciò è una cosa fondamentale del mio lavoro. Prima di iniziare un lavoro voglio conoscere la vita di chi devo fotografare, così davanti al flash posso trasformare le emozioni di quella persona in uno scatto.

Credi nei tuoi sogni e persisti, questa la storia di un napoletano che farà parlare di se.

Giovanni Pisano & Pasquale Palmieri

Foto: Umberto Buglione

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