Lorenzo Insigne, il capitano di chi lo ama

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Foto di: SkySport

Lorenzo Insigne, il capitano di chi lo ama

“Non è da questi particolari che si giudica un giocatore”, “I rigori li sbaglia chi sceglie di tirarli”, e altre migliaia di citazioni.
Queste frasi non rendono onore al merito. E si, perché di merito Lorenzo Insigne ne ha avuto, presentarsi sul dischetto a pochi minuti dalle fine, con le gambe che tremano e la fascia al braccio è di per sé un merito.
Di colpe, altrettante. E badate bene, non si tratta della precisione del rigore, bensì di quell’atteggiamento post e pre rigore di chi ha già terminato la sua partita, con ancora tutto in bilico.

Il capitano sente la pressione della piazza più di tutti, non riesce a sprigionare il suo immenso talento se non a fasi alterne, incatenato nei mille altalenanti umori della piazza, che sono anche i suoi.
Quando si dice che Insigne è un figlio del Vesuvio si parla proprio di questa roba qui. Di un ragazzo cresciuto alle sue pendici e col sangue bollente dentro di chi pensa di aver sempre qualcuno da zittire e qualcosa da dimostrare.
Questa è la tua piazza Lorenzo, quella che rispecchia a pieno il tuo carattere, che ti coccola e ti risputa a suo piacimento, che ti ha messo una fascia al braccio. Quella stessa fascia che ti fa sentire l’obbligo di responsabilità che non puoi né riesci a sopportare.

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Foto di: TuttomercatoWeb.com

In queste ore sono migliaia le voci e gli articoli di sedicenti opinionisti che si riempiono la bocca sul rigore e la personalità. Bisognerebbe prima o poi comunicarlo a queste persone cos’è la personalità. È quella cosa che sul dischetto ti ci fa presentare comunque, nonostante il magone, nonostante la stanchezza. È quella forza interna che non ti permette di rinunciare a un ruolo da protagonista nella tua squadra del cuore.
E ci sono pochissimi dubbi sul fatto che il 24, di personalità ne è pieno, ed è anzi croce e delizia.

Dopo la goleada con la Fiorentina, la doppietta e l’assist geniale, si è detto che Insigne quando vede viola non ci vede più. I gigliati sono infatti la sua vittima preferita. E allora con un piccolo gioco di parole potremmo allo stesso modo dire che quando il capitano vede Juve, vede nero.
È infatti questo il dato che, aldilà dell’amarezza per la sconfitta, dovrebbe placare tutta l’ira nei confronti del Magnifico. Su 26 rigori calciati, 22 sono quelli andati in buca e 4 quelli sbagliati. 3 di questi, contro la Juve.
Dopo una statistica del genere non ci sarebbe molto da dire, se non che lo scugnizzo di Frattamaggiore avverte troppo la rivalità. Lui, unico napoletano a Napoli, sente forte il peso del confronto di una vita. Il Ciuccio e la Vecchia Signora.

Insigne
Foto di: Fanpage

E allora eccoci qui, costretti a dover difendere nuovamente il nostro capitano, sprofondato in lacrime e sotterrato da critiche ingiuste e inopportune.
Si, inopportune. Perché c’è tutta una stagione da vivere, degli obiettivi da perseguire.
E allora vai Lorè, prenditi la scena ancora una volta. Magari proprio la prossima, al Bentegodi col Verona.
Obiettivo: mettere tutti a tacere, ancora una volta.

Luca Linardi

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