Le recenti e cocenti delusioni della nazionale invitano a guardare avanti, verso il nuovo che avanza


Le recenti e cocenti delusioni della nazionale invitano a guardare avanti, verso il nuovo che avanza

Grande esclusa dei mondiali in Qatar, è la seconda volta che l’Italia non centra le qualificazioni, la seconda volta di fila. Le ragioni non possono essere riconducibili a cause certe e definite, piuttosto a mere supposizioni.

Certamente sono diverse e più le cause che hanno interagito e portato al suo default. La ragione e il buon senso suggerirebbero di suddividere le responsabilità tra tutti, esattamente come avviene anche per i successi. Mister Mancini, i giocatori, lo staff tecnico, la federazione e il covid tutti i possibili indagati in questo processo.

Ma come si dice non c’è mai fine al peggio. Eh già perché oggi oltre all’esclusione, la nazionale italiana deve subire anche le accuse della nazionale iraniana di fomentare la loro possibile esclusione dai mondiali, essendo per posizione di ranking la più qualificata al ripescaggio. L’aver gli iraniani impedito alle donne di accedere allo stadio sembra possa essere infatti un motivo valido, una possibile causa di una loro esclusione. Ma questo sarà tutto da vedere e comunque resterebbe un accesso offuscato da ombre.

Certo alla federazione le accuse restano e pesanti e nei confronti dei nostri media di fare propaganda a sostegno della loro esclusione, le critiche sembrano ancora più agguerrite. Altri quattro anni senza poter sostenere la nostra nazionale è dura da digerire, ma dovremmo farcene una ragione.

Occorre però far passare presto questa rabbia e questa delusione e lavorare duro per rifarsi in fretta e tornare lì dove dovremmo stare, pronti a sorridere e a sperare di conquistare la vetta, un po’ come accaduto per i recenti europei. Le cocenti delusioni del passato, le cicatrici presenti e il nuovo che avanza strumenti che non classificherebbero il cammino da percorrere tra i più complicati e difficili.

La nazionale italiana forse ha bisogno di rigenerarsi, di nuovi innesti. L’introduzione di giovani già avviati in serie A e di giovani reclute sembrano essere una mossa auspicabile quanto necessaria. L’attuale nazionale è sembrata spenta, poco motivata non possessora di quella grinta e determinazione, soprattutto in fase offensiva, necessaria per stare tra le grandi.

Mister Mancini sembra voler continuare il percorso già intrapreso da alcuni anni. I titoli e i trofei vinti da giocatore e da allenatore per lui un importante vetrina nonché validi motivi per restare. La federazione ritiene di voler e dover continuare con lui alla guida, quindi cose certe da cui ripartire ne abbiamo.

Sterili le polemiche di mister Ventura che, con veemenza, ha sottolineato che quando lui era la guida della nazionale fu ritenuto l’unico caprio espiatorio, l’unico responsabile, mentre oggi l’esclusione sembra non aver urtato più di tanto la suscettibilità dei più, federazione e tifosi. La notizia sembra essere passata quasi in sordina, sottotono quasi una normalità. Ha poi raddrizzato però il tiro augurando comunque a Mancini di riportare presto l’Italia ai livelli massimi sperati, voluti e dovuti.

Giocatori giovani già alla ribalta in serie A ce ne sono, altri possibili possono essere ripescati dalla serie inferiore B e magari anche dalla C. Certo però se ai giovani giocatori italiani non si dà il giusto spazio o quantomeno lo spazio sufficiente per farli maturare e crescere, la ricerca diventa ovviamente più ardua. Serve cambiare rotta, le squadre di club dovrebbero iniziare a puntare su giovani italiani.

In massima serie infatti purtroppo ancora oggi si tende a far giocare stranieri reperibili a prezzi più abbordabili. D’altronde, da che mondo e mondo i giocatori non sono altro che merci per le società, prodotti da acquistare e vendere all’occorrenza. Scamacca,Raspadori, Frattesi, Tonali, Bellanova,Bastoni, Locatelli, Zaniolo hanno già assaggiato il campo in queste importanti competizioni e hanno mostrato tutti ottime qualità e grande determinazione.

Anche nelle loro squadre di club stanno facendo molto bene quindi spunti da cui ripartire ce ne sono. In serie B diversi i giovani che potrebbero giocarsi le carte per un loro ingresso, biglietto per i piani alti. Giovani come Pirola, Lucca, Zanimacchia, Colombo, Vicario, Moro, Fagioli …basterebbe dare a questi giovani le loro giuste opportunità di crescita, necessarie per quel salto di qualità tanto auspicato.

Gli errori non devono rappresentare per questi da subito bocciature, gli errori sono sempre serviti a crescere. Le cadute rappresentano stimoli per rialzarsi, rendono i ragazzi più forti e motivati. Quando infatti i giovani sentono di non essere stimati, apprezzati e di non godere della fiducia della società e del mister, il loro processo di crescita subisce una decelerazione e decelera a dismisura.

Questo accade sovente nella scuola, nello sport, in campo lavorativo. Spazio e fiducia quindi ai giovani, sostenerli e motivarli. Ricordiamoci che questi ragazzi sono spugne assorbenti da plasmare, non solo merce da usare. Per la nazionale invertire la rotta sembra questa essere l’unica possibilità da cui ripartire.

Francesca Tripaldelli

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