Le pagelle di Napoli-Lecce: poca voglia di vincere, Kvaratskhelia e Ngonge non bastano

Fonte foto: Instagram Napoli

La stagione del Napoli si chiude con un amarissimo pareggio che condanna gli azzurri al 10º posto in classifica. La gara contro il Lecce è l’emblema di un’annata non degna di una squadra con il tricolore sulla maglia. A seguire i voti dei calciatori: 

Meret 6: nessuna parata particolarmente difficile, partita di normale amministrazione. 

Di Lorenzo 5: perde diversi palloni banali e nessun cross ha sortito l’effetto sperato. 

Mazzocchi (subentrato al 85’): S.V.

Ostigard 6: solido contro gli attaccanti ed insuperabile sul gioco aereo. Forse avrebbe meritato più spazio in stagione.  

Juan Jesus 5: in difficoltà quando deve importare e spesso risulta impreciso. Difensivamente non è irresistibile ma tutto sommato non rischia mai. 

Olivera 6,5: macina kilometri senza sosta, sostiene Kvaratskhelia e arriva anche al tiro. In difesa difficilmente si lascia superare. 

Cajuste 6: quantità e corsa in mezzo al campo. Nella ripresa aumenta i giri del motore e solo il palo gli nega la gioia del goal.

Osimhen (subentrato al 65’) 5: mai pericoloso e senza voglia di incidere. Forse con la testa già altrove.

Lobotka 6: metronomo e geometra del centrocampo azzurro, non perde mai il pallone e gioca con intelligenza. L’unico errore un lancio sbagliato al 90esimo.

Anguissa 5,5: macchinoso e lento, mai una incursione o una giocata fuori dagli schemi. 

Politano 5: qualche tiro impreciso non salvano la sua prestazione, che rimane insufficiente viste le sue qualità. 

Ngonge (subentrato al 46’) 6,5: una traversa colpita e tante giocate che mostrano il suo grande talento. A tratti confusionario. 

Simeone 5: servito poco e male la sua grinta non basta e diverse volte diventa un deterrente. 

Raspadori (subentrato al 46’) 6: dimostra di avere tanta voglia di fare e mettersi a disposizione dei compagni.

Kvaratskhelia 6,5: prova con le sue giocate a scuotere una partita molto lineare. Sbaglia qualche occasione ma è l’unico che davvero ci prova fino in fondo. 

Giovanni Sica 

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