Le 5 divise migliori dell’ era ADL
L’ipotetico nuovo kit del Napoli per la stagione 2020/2021 ha ampiamente deluso le aspettative dei tifosi partenopei. A detta della maggioranza dei grafici esperti nel settore, la divisa per la prossima stagione sarebbe la peggiore dell’era ADL; il focus del flop risiederebbe nell’eccessiva presenza di sponsor sulla maglia, così come verificatosi negli ultimi anni. Le indiscrezioni di questi giorni riportano un’imponente ondata di critiche relative alla conferma di Lete, sponsor tecnico da ormai 13 anni, il quale vedendosi privato del riquadro rosso, così come i brand delle altre squadre faranno a meno della propria cornice, risulterebbe da un punto di vista estetico poco gradevole. In Italia, a differenza del Napoli, altri club come il Cagliari, sono stati protagonisti di una grande evoluzione; i sardi infatti hanno firmato un contratto che legherà la squadra ad Adidas fino al 2023. Il brand tedesco oltre a garantire agli isolani una visibilità quattro volte maggiore rispetto a Macron, creerà delle divise che strizzeranno l’occhio ai più grandi sportivi di tutto il mondo. A questo punto la domanda sorge spontanea: come mai gli azzurri non hanno mai stipulato un accordo con aziende di questo calibro ? Eppure è da molteplici annate che il Napoli riesce a farsi notare per il proprio appeal dentro e fuori dal campo. La società azzurra favoreggia la quantità alla qualità, non a caso con il corso del tempo la divisa si è appropriata sempre di più sponsor, tralasciando il carattere tradizionale che la contraddistingueva anni fa. Cavalcando l’onda mediatica del momento, di seguito saranno riportate alcune delle maglie più belle dell’era ADL:
I tifosi azzurri, negli ultimi anni, sono stati abituati a vedere divise intriganti dal punto di vista del design, ma mai come quest’anno le aspettative sono calate alla grande. Quando assisteremo all’evoluzione tanto attesa ? La mentalità gioca un ruolo fondamentale all’interno della società, di questo passo però, il podio sembra ancora molto lontano.
Renato Oliviero