La storia di Raspadori, presente e futuro del calcio italiano

La storia di Raspadori, presente e futuro del calcio italiano

foto: account Instagram ufficiale Raspadori

Giacomo Raspadori è il nome del momento, sta risuonando nelle orecchie di tutti gli appassionati di calcio. Il giocatore del Sassuolo sta vivendo un momento magico, dopo aver segnato alla Roma il gol che è valso il pareggio allo scadere dei 90 minuti, è stato protagonista di una doppietta al Milan lo scorso mercoledì che ha permesso ai suoi di sbancare San Siro, portando i tre punti a casa.

foto: account Instagram ufficiale Raspadori

Il 21enne neroverde nasce a Bentivoglio il 18 febbraio del 2000, è un ragazzo genuino e dai sani principi, lo dimostra il fatto che ha spesso parlato della mamma e del nonno quando lo accompagnavano a prendere il pulmino per raggiungere il luogo per allenarsi.

In un’intervista esclusiva a ‘World Football Scouting’ ha raccontato la propria storia. Parla di quando ha cominciata a giocare per la squadra del paese in cui viveva, il Progresso. A 9 anni viene reclutato dal Sassuolo dopo un provino, lì comincia la sua consacrazione.

Quando viene promosso e passa alla Primavera, mette in mostra tutte le proprie doti balistiche, in 27 match complessivi mette a segno ben 9 reti e fortnisce 6 assist per i propri compagni.
La sua prima convocazione in prima squadra è da dimenticare, perché avviene il giorno della morte di Davide Astori, quindi esordio rimandato perché tutte le partite vengono posticipate.

foto: account Instagram ufficiale Raspadori

L’ultima stagione tra le fila della Primavera (2018-19) la disputa da capitano e protagonista, siglando 15 gol in 26 partite. A sorpresa, De Zerbi decide di concedergli un’opportunità contro l’Atalanta al Mapei Stadium, facendolo esordire nel campionato di massima serie italiana all’ultima giornata del calendario.

foto: account Instagram ufficiale Raspadori

L’allenatore nota sin da subito le sue qualità e decide di tenerlo con sè in prima squadra in pianta stabile dall’inizio del campionato 2019-20. La scelta premia l’audacia di De Zerbi, perché Raspadori gli regala due reti (una contro la Lazio all’Olimpico ed un’altra contro il Genoa).

È il vice-Caputo e sicuramente ne raccoglierà l’eredità quando il 33enne di Altamura appenderà gli scarpini al chiodo. Il tecnico del Sassuolo sta cominciando a schierare il suo pupillo molto spesso in campo, a volte anche affidandogli la fascia da capitano per responsabilizzarlo. Durante il corso di questa stagione, Giacomo ha disputato 23 gare, totalizzando circa 960 minuti giocati conditi da 4 gol e 2 assist. Le sue ultime marcature risalgono, come già detto in precedenza, alI’impresa di Milano portata a termine dal Sassuolo. L’idolo di Raspadori è Sergio (il kun) Agüero, ma per la sua fame da gol somiglia molto più ad Antonio Di Natale.

Il ragazzo fa parte della nazionale Under 21 italiana dove ha timbrato il tabellino dei marcatori già 3 volte. Sogna di segnare in un Mondiale e di arrivare a segnare quanto prima 50 gol con la maglia del Sassuolo per diventare una bandiera del club emiliano.

foto: account Instagram ufficiale Raspadori

L’unica cosa che gli recrimina Roberto De Zerbi è quella di essere troppo un bravo ragazzo che pecca quindi di malizia. Infatti, l’allenatore ha raccontato un aneddoto simpatico a Sky pochi giorni fa in cui gli ha proposto di andare a rubare dei portafogli insieme così da farlo diventare più furbo.

Ha scelto di indossare la casacca numero 18 sulle spalle perché è il giorno del suo compleanno. Tra le caratteristiche principali del calciatore ci sono sicuramente un’ottima protezione della sfera di gioco e i dribbling che effettua spesso. Inoltre, gli si deve imputare che non finalizza quanto dovrebbe e non va sempre a contrasto con gli avversari.

foto: account Instagram ufficiale Raspadori

Il ragazzo deve essere fiero di se stesso e della strada percorsa fino ad ora, perché è riuscito ad emergere in un paese dove i settori giovanili non fanno altro che bruciare giovani talenti, preferendo calciatori stranieri da buttare nella mischia.
Al di là di tutto, con Giacomo Raspadori il calcio italiano e la nazionale sono in buone mani.

Antonio Napoletano

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