La relatività dei numeri: qual è la strada per vincere?

Il Napoli, grazie all’ex tecnico Maurizio Sarri, ha espresso un’idea di calcio che ha affascinato i tifosi non solo d’Italia, ma di mezzo mondo.

Eppure, i titoli nel corso della sua gestione non sono mai arrivati.

Quest’anno il Napoli, grazie al mister Carlo Ancelotti, ha pian pian abbandonato il concetto di “sarrismo”, ma ne ha pagato (relativamente) le spese non riuscendo a vincere nessun titolo in Italia ed in Europa.

Nonostante gli azzurri abbiamo conquistato il secondo posto e l’accesso diretto in Champion’s League, sembra che manchi ancora qualcosa per fare il salto di qualità definitivo.

Ed ecco spuntare il dilemma del secolo: vincere col bel giuoco o acquistando top player per il salto definitivo? Meglio un progetto vincente costruito negli anni o sfruttare questa rosa e completarla con i giusti tasselli il prima possibile?

 

La risposta non è affatto semplice e quando il cuore è coinvolto in una tempesta emotiva, serve la razionalità dei numeri per avere un quadro più chiaro.

Occorre, in primis, analizzare il monte ingaggi delle squadre che si stanno contendendo un posto in Europa.

Sul gradino più alto del podio troviamo la Juventus con un rosa che percepisce complessivamente 219 milioni di euro.

Al secondo posto c’è il Milan e poi l’Inter: sono 130,5 i milioni di euro che i rossoneri devono pagare ai propri giocatori e 116 milioni per i nerazzurri.

Nella capitale, al di sotto del podio, si piazza la Roma con ben 100 milioni di euro, a differenza della Lazio, sesta in questa classifica, con 66 milioni.

Si posizionano al quinto posto i partenopei, con ben 94 milioni di euro di monte ingaggi.

Discorso a parte per le outsiders Torino (43 milioni) e Atalanta (27 milioni) in lotta per il quarto posto valido per la Champion’s League.

Il dato sugli stipendi percepiti dai giocatori è molto interessante, dato che dal 2013 il valore di tale cifra è in constante crescita per gli azzurri.

Nel 2013 infatti il Napoli pagava 67 milioni di stipendi e aveva ammortamenti (il costo del cartellino spalmato sugli anni di contratto) per 36 milioni circa. La rosa costava in altri termini poco più di 100 milioni di euro.

Dal 2018 il Napoli paga ingaggi per circa 94 milioni di euro ed ha ammortamenti per 65 milioni, circa l’80% in più rispetto ai 5 anni prima.

Da aggiungere che nonostante il Napoli sia la quinta squadra per costo complessivo di ingaggi, occupi il secondo posto in campionato.

Eppure, se la Juventus, da ben otto anni di fila, vince lo scudetto italiano, in Europa non può vantare lo stesso.

Lo dimostra l’Ajax, squadra formata da giovani talenti provenienti in gran parte dal settore giovanile. E qui il dubbio amletico che ritorna: bel giuoco o top player?

 

Ma torniamo ad analizzare i numeri. La spesa effettiva del Napoli, in strutture, sembra non essere stata massiva negli ultimi 5 anni, di fatto il fatturato strutturale (escluse le plusvalenze e l’Europa) è pari a 145 milioni.

Anche per quanto riguarda i ricavi, il dato potrebbe preoccupare non poco: gli azzurri hanno incassato nel 2018 circa 215 milioni di euro, valore in calo rispetto ai 308 dell’esercizio precedente.

Preoccupa, dunque, il fattore stadio: i guadagni del San Paolo in quest’occasione sono stati meno redditizi, che sia giunto finalmente il momento di avere un impianto di proprietà per restare allo stesso livello delle grandi europee?

Gli azzurri, in virtù di questa perdita, sono scalati al 21esimo posto tra i club per fatturato più alto.

C’è da dire, però, che la vittoria conquistata allo stadio Stirpe ha regalato alla squadra di Ancelotti la matematica certezza di una qualificazione alla prossima Champions League. Difatti, la Uefa, attraverso il profilo ufficiale di Twitter, si è congratulata con gli azzurri e con la Juventus. 

Il club di De Laurentiis non ha numeri roboanti a bilancio ma si riconferma in ottima salute dal punto di vista finanziario, essendo inoltre tra le più liquide del campionato con ben 116,3 milioni di euro in cassa.

In teoria il progetto tecnico e i numeri darebbero ragione alla società, ma siamo sicuri che non si possa fare di più con un bilancio così positivo seppur il budget non è quello dei top-club?

Su questo si interrogano i tifosi napoletani, da anni.

Prima però attendiamo quest’estate. C’è aria di cambiamento.

Mattia Ronsisvalle

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