La prima avversaria, l’allenatore: “È importante l’atteggiamento, siamo..”
La prima avversaria, l’allenatore: “È importante l’atteggiamento, siamo sulla strada giusta”
Gabriele Cioffi, allenatore dell’Hellas Verona, prima avversaria in Serie A del Napoli, ha rilasciato un’intervista. Le sue parole:
È soddisfatto del gioco espresso dalla sua squadra e dell’inserimento dei nuovi?
“Sono soddisfatto dell’atteggiamento, che è la cosa più importante in questo momento. Abbiamo fatto dieci allenamenti in cinque giorni, andando forte: ciò che più contava era andare contro la fatica, non adagiarsi di fronte alla facilità dell’avversario, con tutto il rispetto. Ho visto partecipazione, ed è la cosa più bella”.
Alla prima amichevole è già scesa la voce…
“Per forza: se mollo io, mollano anche loro. Non c’è via di mezzo”.
Quali sono i concetti che sta introducendo?
“L’atteggiamento è la priorità. Non concedere, coprire palla, attaccare, e gestire lo spazio. Aggressività dietro e lettura dello spazio davanti. Noi abbiamo un DNA definito, questa squadra ha fatto della corsa la propria forza: è quello il nostro ABC. Da lì ci sono delle sfumature sulle quali lavoreremo, ma la base è importante: nel momento in cui vedo giocatori in panchina con me che vivono la partita come se stessimo giocando in Serie A, è la strada giusta”.
Cosa vuole conservare delle precedenti gestioni, e cosa vuole aggiungere invece di suo?
“Si torna a Juric, Tudor, aggiungo Bagnoli, Aglietti… Allenatori che hanno avuto come dote migliore la capacità di leggere il DNA della città, aggiungendo le loro idee. Io devo fare questo, in base ai giocatori che ho. Chi guarda il Verona deve vedere il Verona”.
Ha giocato a lungo in dieci: Piccoli ha avuto un problema?
“Doveva entrare Bragantini al posto di Piccoli, ma poi Dawidowicz ha avuto una piccola contrazione all’adduttore, e non aveva senso rischiarlo. Allora è entrato Bragantini in quel momento, e Piccoli ha fatto il suo minutaggio”.
Su quanti giocatori pensa di poter contare per la prossima stagione?
“Su quelli che ho oggi. Poi domattina su quelli che ho domani. Quando parlo di sostenibilità, mi riferisco a un principio virtuoso, che deve far stare tranquilli il tifoso, i giocatori e gli allenatori, perché la società guarda al futuro. Io ho fatto le mie richieste, e poi sono in mano a un presidente che fa la Serie A da sette anni e a un direttore sportivo che la fa da venti. Abbiamo tutti un obiettivo comune: salvare il Verona. E io alleno chi c’è”.
Quali sono i reparti che hanno bisogno di più rinforzi?
“Ad oggi siamo in molti. Se la rosa attuale è da prime dieci? Pensavo da prime tre, mi mette in una comfort zone (ride, ndr). Bisogna capire chi esce. E chi deve sapere sa”.
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