La Napoli a spicchi, un’intera città delusa

La Napoli a spicchi, un’intera città delusa

Benvenuti per la prima volta nella nostra nuova rubrica nella quale argomenteremo e metteremo a confronto due realtà e sport: la SSC Napoli e la GeVi Napoli Basket.

Foto: Instagram Gevi Napoli Basket


Il Basket è uno sport di passione, sudore e grinta, che nasce in una maniera completamente differente dal calcio: era il 1891 e il professore di educazione fisica dell’YMCA a Springfield, James Naismith, ebbe l’idea di allenare i suoi alunni appendendo un cesto all’estremità della palestra componendo squadre di vari giocatori. Negli anni l’esempio dell’NBA americana ci ha insegnato quanto sia milionario ed affascinante. In Italia purtroppo non è come negli USA ma pian piano il pubblico si sta appassionando sempre di più.


Analizzando i dettagli, l’ultima domenica sportiva 081 ha visto perdere la GeVi al Palabarbuto contro la squadra di Trento per 72-81 mentre a Milano, nella scala del calcio, gli uomini di Spalletti hanno conquistato una vittoria di sudore e passione contro i rossoneri di Zlatan Ibrahimovic. Ambedue le squadre stanno vivendo un momento difficile con gli indisponibili causa Covid e gli infortuni, dal focolaio creatosi nello staff che ha colpito Rich ed un altro giocatore agli acciacchi di Koulibaly, Osimhen, Fabian Ruiz ed il SARS-CoV-2 di Insigne.


Un inizio di campionato formidabile e inaspettato per la Napoli a spicchi che ha entusiasmato i tifosi ed ha sorpreso l’intera Italia. 5 vittorie consecutive ed il grande trionfo in casa contro la Virtus Bologna, squadra storica della competizione. Contro i trentini era una sfida fondamentale per il terzo posto andava vinta per essere terzi dietro a due big che dominano da sempre (l’Olimpia Milano e la Virtus). Ora ci ritroviamo quinti a 14 punti, un risultato comunque più che positivo visti i pronostici e le aspettative estive. Coach Sacripanti, dopo l’esperienza a Bologna, è stato capace di rifondare un gruppo ricavando da loro tutta l’energia e la grinta necessarie per dominare e competere con le ‘’grandi’’. Si può dunque accettare una sconfitta dopo un clamoroso inizio di campionato, differente il discorso per gli azzurri di Aurelio De Laurentiis.


Dopo il miracolo a San Siro, i partenopei hanno concluso l’anno con una grande delusione che lascia l’amaro in bocca a tutti i supporters azzurri presenti al Diego Armando Maradona. Si perdono tre punti contro lo Spezia di Thiago Motta grazie ad un’autorete di Juan Jesus. Poca professionalità, scarsa voglia e scelte sbagliate del tecnico di Certaldo. Le assenze hanno penalizzato il match, ma le due sconfitte in casa contro gli spezzini e l’Empoli fanno comprendere realmente i limiti di questa squadra e a cosa può ambire realmente.


Una discontinuità assurda, ad inizio stagione il primato in classifica con un bottino di punti importante dalle milanesi e alla fine del girone d’andata ci ritroviamo terzi a -3 dai milanisti e -7 dalla truppa di Inzaghi. Il momento di difficoltà degli azzurri è iniziato a Salerno, in un match insidioso dove non si è riusciti ad esprimere il solito calcio proposto da Luciano con una squadra in netta difficoltà, dove una zampata di Zielinski ha evitato una clamorosa sconfitta.
Come ha dichiarato Spalletti, le partite si perdono per determinati momenti. Il pareggio al 93’ a Reggio Emilia, la sconfitta in rimonta contro l’Atalanta, i 6 punti persi contro due squadre di bassa classifica, la delusione a Milano contro i nerazzurri e gli altri due pareggi contro i veronesi e lo Special One.


Una delle colpe dell’ex Inter è che dall’assenza di Victor non è riuscito a reinventare un nuovo assetto tattico che non comprenda le palle lunghe da verticalizzare e la velocità in attacco. La perdita poi del pilastro difensivo e leader Koulibaly che ha concluso il suo 2021 contro il Sassuolo ha poi influito troppo. La fuga in Grecia di Manolas che ha lasciato odio e rancore tra il popolo e la situazione ancora non definita del contratto del capitano sono dei problemi societari che ad inizio 2022 devono essere obbligatoriamente risolti.
Facendo un bilancio finale, c’è bisogno un riscatto immediato da entrambe le parti. Una grande costante che però accomuna entrambi gli sport sono i tifosi, gli ultras che nonostante tutto sono su quei gradoni a sostenere le due.


Una passione eterna ed un tifo caloroso e costante che non passa mai inosservato. Come disse Alessandro Siani, icona napoletana: “Quando vai a Napoli piangi due volte, quando arrivi e quando te ne vai“. Citazione che fa comprendere la vera essenza di questa città e che ha confermato anche il Pocho Lavezzi con le sue lacrime quel 20 maggio 2012. Da questa capiamo quanto lo sport e il tifo a Napoli sia fondamentale, perché nonostante tutto l’amore non svanisce mai.


Nunzio Mariconda

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