La Juve pensa a Suarez, il Napoli prende Oshimen. Non è solo una questione di soldi

La società rappresenta un soggetto esercente attività di impresa, i cui scopi si incentrano sull’accrescere della visibilità e del fatturato. Alla base di una strategia di marketing ben elaborata, oltre alla qualità del “prodotto”, vi è la necessaria presenza di una componente imprescindibile: la mentalità. Così come per gli altri tipi di società, anche quelle sportive dispongono di piani economici ben definiti, i quali implicano investimenti considerevoli indipendentemente dalla loro riuscita. Il calcio in Italia conosce un unico e solo protagonista da nove anni consecutivi, la Juventus. La società torinese nel 2011 diede il via ad una mera rivoluzione, acquistando uno degli allenatori più promettenti della Serie A, quale Antonio Conte. Il mister pugliese, conformato secondo le linee di gioco bianconere, fu in grado di disputare una prima stagione formidabile, conquistando unicamente vittorie e pareggi, senza mai esser appunto sconfitto; il segreto ? L’intelligenza delle operazioni in entrata ed uscita effettuate. Il presidente Agnelli, oltre alla costruzione di un nuovo stadio di proprietà (Juventus Stadium), riuscì a concludere trattative per giocatori già affermati ma al contempo molto validi, primo tra tutti Andrea Pirlo, seguito da altri individui come Mirko Vucinic, Alessandro Matri e così via; il campo successivamente premiò il patron Juventino. Di lí in poi la società bianconera ha proseguito su una linea crescente e piena di successi, sfruttando al massimo le capacità della propria dirigenza; nel corso degli anni hanno visto la luce anche nuove strutture come  il J Medical (impianto medico modernissimo), il centro giovanile e molto altro ancora. La Serie A, però , garantisce parte del suo spettacolo anche grazie alla qualità di altre squadre, tra cui il Napoli. Gli azzurri, sin dalla risalita nella massima serie, hanno dimostrato di potersi ritagliare un posto importante in campionato e non solo. Merito di questa importantissima rivoluzione è di ADL, il quale nel corso degli anni ha investito su svariati giocatori, partendo dalle scommesse sino ad acquistare, nell’era Benitez, giocatori di calibro maggiore come Reina, Callejón, Higuain ect. Le operazioni in entrata si sono rivelate nella maggior parte dei casi eccellenti, in quanto da quest’ultime il presidente ha sempre ricavato ottimi risultati, sia sul campo (3 Coppe Italia, una Supercoppa Italiana), che fuori (introiti provenienti dalle uscite). La differenza tra le due società non risiede solamente nel distacco economico, bensì nelle scelte, nelle trattative, negli investimenti: i bianconeri, nonostante dispongano di un budget nettamente superiore a quello partenopeo, finalizzano acquisti mirati, spesso di giocatori già affermati; mentre gli azzurri incentrano il loro famoso “piano di marketing” sulla plusvalenza. A lungo andare questa strategia si è rivelata effimera, salvo nella stagione in cui miracolosamente il Napoli stava per sorpassare la Juventus e conquistare il suo terzo scudetto. Le spese di ambedue i club si equivalgono dal punto di vista delle cifre, ma il focus dell’argomento risiede nel principio secondo cui i capitali vengono spesi in maniera diversa: da un lato l’interesse è volto verso profili già affermati, dall’altro verso future stelle, insomma delle vere e proprie scommesse. L’ultimo esempio può essere ricavato dal paragone tra il neo acquisto del Napoli, Victor Osimhen (96mln),  e il neo obbiettivo della Juventus, Luis Suarez; il paragone è escluso dal principio, si parla nel primo caso di un giovane talentuoso che ha ancora molto da dimostrare prima di poter essere classificato come un campione, mentre nel secondo di un giocatore pluripremiato sia a livello collettivo che individuale. Inoltre va evidenziato che il prezzo dell’operazione per portare a casa l’attaccante uruguagio, costerebbe alla società torinese tanto quanto il cartellino di Edin Dzeko, giocatore formidabile ma allo stesso tempo inferiore al “Pistolero”; come mai il valore di questi due profili sarebbe lo stesso ? Semplice: l’ormai ex Barcellona andrebbe via a parametro zero, e se la Juve gli offrisse lo stesso stipendio percepito dai Blaugrana, ovvero 15mln, quest’ultimi ne diverrebbero 19,5 lordi, a loro volta modificati in 58,5 in caso di accordo triennale; per quanto riguarda il cigno di Sarajevo, la Roma necessiterebbe prima di un introito pari a 15 milioni, al quale andrebbe ad aggiungersi uno stipendio stagionale di 7,5 mln, 14 lordi, e nel complesso si arriverebbe alla modica cifra di 57mln di euro. Insomma, basta poco per fare la scelta della vita, una mentalità diversa potrebbe fare la fortuna di numerose squadre. Se società come il Napoli restano ferme sul medesimo punto da anni, forse un motivo c’è, ed andrebbe ricercato proprio in argomentazioni come queste.
Renato Oliviero

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