La forza del 12 – Di Raffaele Accetta
Il dodicesimo uomo in campo (il tifo) è parte integrante del mondo del calcio, essenza vitale della partita, con la forza e la capacità di cambiare le sorti della gara. Un amore incondizionato che trova la sua più concreta manifestazione attraverso gli incessanti e consueti cori a sostegno della propria squadra, ovvero quella che indossa la Maglia considerata come una seconda pelle. Aspetti che testimoniano come il calcio vada oltre il rettangolo di gioco e come sia uno sport di assoluta rappresentanza territoriale. Ogni tanto su quegli spalti si ritorna un po’ bambini, e vuoi per la duttilità con la quale si tramanda “da padre in figlio”, vuoi per un abbraccio con la persona al proprio fianco dopo la gioia di un goal, che talvolta appare anche come frutto del proprio sostegno, vuoi per uno sguardo lucido dopo un traguardo non raggiunto, vuoi per tutto ciò e molto altro, ma questo sport con il suo fascino è meravigliosamente passionale ed identitario. Tutto ciò è reso possibile dai tifosi, in particolare da quella parte conosciuta come la “parte più calda del tifo”, il tifo organizzato. Generalmente trovano posto in una curva di uno stadio, nella nostra realtà Partenopea usiamo il plurale, infatti al San Paolo ne abbiamo due di curve che fanno la differenza. Ma per una giusta causa non molti giorni fa hanno scelto di restare in silenzio durante il primo tempo di un recentissimo Napoli-Milan. Ricorderete sicuramente quei 45 minuti. Quanti vorrebbero altri primi tempi così(?), avvolti da un quasi luttuoso e sconfortante silenzio, accompagnato da una triste e cupa atmosfera. Eppure tra presunti perbenisti e forti poteri economici c’è chi fa di tutto per abbattere e contrastare quella parte calda del tifo, che sa come lottare e far cantare un intero stadio. Sebbene in un calcio sempre più venale e con sempre meno bandiere e più mercenari, si sappia che fin quando quella maglia scenderà in campo, la sua gente ci sarà sempre, sostenendo e combattendo contro chiunque avesse voglia di impedirlo.
Raffaele Accetta