La Coalizione Globale contro il Daesh ritorna in campo a Roma.

Mercoledì 30 giugno – lunedì 28 giugno, riuniti a Roma i ministri della Coalizione Mondiale contro il Daesh. Africa nuovo obiettivo da rinforzare, Sahel considerato il  nuovo campo minato dell’Isis.

Lunedì ha avuto luogo a Roma l’incontro ministeriale della Coalizione Globale contro il Daesh, istituitasi nel settembre del 2014 con l’obiettivo di fronteggiare il terrorismo del Daesh . Come ogni anno, hanno partecipato al Summit i rappresentanti di diversi paesi(83 i membri totali). Quest’anno la riunione è stata co-presiedeuta dal Ministro degli Esteri italiano Luigi di Maio e dal Segretario di Stato statunitense Antony Blinken. Come emerso dall’incontro, l’ obiettivo attuale  principale della Coalizione è neutralizzare l’avanzata delle cellule terroristiche  nelle zone del Sahel, in Africa. Ormai il Medio Oriente è considerato solo un punto dei diversi insediamenti del “califfato”. Dopo i continui sforzi in Iraq e Siria da parte della Nato e dei suoi alleati, la dimensione territoriale dello Stato Islamico è ormai neutralizzata, ma la minaccia incombe . L’Isis non è ancora stata sconfitta.

Attualmente, come discusso durante il vertice, uno dei territori più martoriati dagli attacchi degli estremisti islamici è l’Africa, in particolare la regione del Sahel. L’avanzata dello Stato Islamico, grazie anche alla sua pubblicità e alla sua profonda propaganda online , desta particolare preoccupazione tra i leader. Daesh «è stato respinto in Iraq e in Siria, ma non sconfitto, e in altre regioni il gruppo sta guadagnando influenza – ha sottolineato il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas. La diffusione del fenomeno Jihadista non si ferma all’area siro-irachena, il forte rilievo del pericolo nel Sahel, ha de facto spinto la proposta di un gruppo di lavoro dedicato alla missione in Africa.

Si tratterebbe di un gruppo pronto a valorizzare la partecipazione di diversi paesi africani. I quali vedono la stabilità di zone quali il Sahel ridursi sempre di più a causa dell’ingente pericolo. Particolare attenzione è stata data dall’organico del ministeriale, per la lotta all’interno dei confini europei, per limitare l’approdo in Siria e Iraq dei numerosi foreign fighters.

Missione Italiana

Ultimamente le attenzioni delle potenze mondiali si sono certamente concentrate sulla lotta alla pandemia mondiale, ma ”la guerra allo stato islamico non cesserà ”, ricorda il segretario americano. La Farnesina collaborerà sempre più strettamente con gli USA, soprattutto dopo il ritiro delle truppe americane di settembre 2020  da Siria e Iraq, che senza violare le sovranità ospitanti, hanno attuato  un ottimo lavoro durante le missioni di consulenza e  addestramento delle truppe locali. Di Maio conferma quindi l’impegno del contingente italiano  nei paesi medio orientali quali Iraq e Kuwait. Quasi 800mila truppe italiane sono attualmente dislocate nelle missioni all’estero. L’ Italia è ormai pronta ad incrementare il suo lavoro all’interno della missione Nato in Iraq, assumendo il comando dell’organizzazione dopo il turno della Danimarca.

Quanto costa la guerra all’Isis?

L’ Italia ha comunicato il suo stanziamento di 24 milioni di euro per la lotta al terrorismo di Daesh. Nonostante il contesto finanziario, non agevolato dalla pandemia, la Farnesina ha deciso di aumentare e migliorare le sue risorse destinate alla guerra al terrorismo. Nel 2021 sono stati spesi almeno 13 milioni di euro per le truppe in Iraq .11 milioni per il contingente occupato nel nord della Siria. Spese utili, finché non diminuiranno gli attacchi nelle regioni. L’ultimo registrato questa settimana alla centrale elettrica di Samarra, a nord di Baghdad.

” Il solo nemico che l’Afghanistan non può sconfiggere è se stesso “- Khaled Hosseini.

Nicolaos Nicolau

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