KOSOVO, la censura spagnola aldilà del calcio.

Foto: Strettoweb

Il 3-1 con cui la Spagna ha battuto il Kosovo nella partita di qualificazioni ai prossimi Mondiali è passato subito in secondo piano. Non tanto perché la formazione allenata da Luis Enrique ha vinto come da pronostico. Ma perché l’attenzione non è mai stata veramente sul campo: il vero scontro era il contorno, prima, durante e dopo la partita.

Mettiamo insieme un po’ di informazioni e facciamo chiarezza. Il Kosovo sta da qualche anno cercando anche nello sport quella identità che gli è sempre stata negata. La selezione calcistica è membro della FIFA e dal giugno 2016 può disputare le competizioni ufficiali. Ha partecipato alla fase di qualificazione ai Mondiali 2018 e a quelle per gli Europei del 2020 ,così come in Nations League ha fatto un salto avanti .

Tutto chiaro e semplice fin qui, vi chiederete perché però abbiamo messo al centro della discussione la partita del Kosovo contro la Spagna. Scopriremo che è stato tutto al di fuori che calcio, bensì politica e censura.

Geo-calcio, geo-politica sono queste le parole chiave su cui ruota il nostro discorso. I media spagnoli e non solo hanno attutato una vera e propria “crociata” contro il Kosovo, tanti gli aspetti e le falle venute fuori.

Cominciamo dalla prima cosa venuta all’ “orecchio”, virgolettato perché per chi ha visto la partita, si è resto conto che al momento degli inni nazionali, la TV nazionale spagnola non ha mandato in onda l’audio del’inno kosovaro.

Foto: ilfattoquotidiano

Scendiamo in campo, scorrono i minuti sullo scoreboard, si susseguono le emozioni ma l’occhio nota qualcosa che non va, per una volta SKY è salva e non ci saranno meme sul classico Cagliari-Atalanta, stavolta il discorso è più serio del dovuto. ESP-kos, proprio così molti penseranno che sia stato un errore della regia, e che magari chi di dovere si sia pure addormentato in regia. Sbagliato, la TV nazionale spagnola lo ha fatto apposta, per il semplice fatto che la parola Kosovo è impronunciabile.

Foto: Strettoweb

Dulcis in fundo, il peggio si è visto in conferenza stampa post partita,  “The question is for the coach of which team” ? una serie di gaffe e straordinari eventi che hanno messo a nudo un chiaro problema ancora tutt’ora presente in Spagna, ma perché questa umiliazione proprio al Kosovo, cosa centra con la Spagna?

Semplice, se vi dicessimo Paesi Baschi, Catalogna le idee sembrerebbero ancora più chiare ma ancora non capiamo perché la stampa magari non lo ha fatto con queste regioni che da sempre cercano l’indipendenza da Madrid? Ecco la risposta sta tutta nella parola indipendenza, secondo Madrid e il governo spagnolo, nominare la parola Kosovo, dare visibilità ad una nazione che dal governo centrale spagnolo appartiene ancora alla Serbia poteva rivelarsi una bomba ad orologeria e accendere gli animi delle regioni ispaniche che vogliono l’indipendenza. Non sarà la maglia del Barcellona utilizzata nel prossimo clasico a far rumore, forse ciò che ha fatto più rumore è il silenzio e la censura a cui è stato sottoposto il Kosovo per tenere a bada Baschi e Catalani.

Foto: Lindro.it

Visti provvisori, permessi particolari oltre a tutta la cornice giornalistica hanno ancora una volta messo a nudo una fragilità e dei problemi che forse non dovrebbero avere nulla a che vedere con il rettangolo verde.

Ciro Morra

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