Il riscatto di Marco Rossi

Il riscatto di Marco Rossi

Foto: account Instagram ufficiale Marco Rossi

Sudore e caparbietà, questi gli elementi essenziali della carriera di Marco Rossi.

Mettersi in gioco, perseguire ogni giorno il proprio obiettivo anche a costo di prendere in mano una valigia e lasciare la propria Patria, la quale ha offerto poco o nulla.

Dopo una parentesi nella primavera del Torino, Rossi lascia deluso il “BelPaese”. Tradito dalla sua stessa terra che non ha creduto lui, nella quale la meritocrazia è un optional e non c’è la possibilità di riscattarsi se non nasci già con il dono del talento.

Bagagli alla mano, dunque, e si parte, direzione Ungheria. Questa la decisione presa dal tecnico nel 2012.

“Se fossi rimasto in Italia a quest’ora farei il commercialista”. Infatti, nella Patria di Ferenc Puskás ad accoglierlo non c’erano servizi di consulenza ma l’Honved FC. A Budapest, il tecnico si consacra arrivando a vincere, nel giro di cinque anni, il suo primo titolo Nazionale: il campionato ungherese.

Nel 2018 lascia il team per il ruolo di commissario tecnico dell’Ungheria.

Da ct della Nazionale, il compito principale dell’allenatore è quello di far risalire la china alla squadra, restituendo solidità e concretezza, e

prepararsi al meglio per l’Europeo.

Euro 2020: dalla qualificazione al cammino nella competizione

Foto: account instagram ufficiale Ungheria

Il team di Rossi ha raccolto 12 punti nel girone di qualificazione al campionato europeo ( dietro Croazia, Galles e Slovacchia) ed ha ottenuto l’accesso alla competizione grazie agli spareggi e al secondo posto nel raggruppamento di Nations League, dove ha collezionato 10 punti piazzandosi dietro solo alla Finlandia (prima a 12 punti).

Una volta ottenuto il pass per Euro 2020, la Nazionale ha dovuto fare i conti con il girone più ostico di tutto il torneo: contro Francia, Germania e Portogallo.

Data per spacciata sin dall’inizio, visto l’organico nettamente inferiore rispetto a quello delle sue avversarie, la selezione ha lottato contro ogni pronostico per un posto agli ottavi sino all’ultimo minuto dell’ultima giornata, facendo prima uno sgambetto ai campioni del Mondo della Francia, con i quali ha pareggiato 1-1, e poi sfiorando l’impresa contro la Germania, la quale ha acciuffato la qualificazione solo all’84’ grazie alla rete di Goretzka.

Nonostante tutto, Marco Rossi e i suoi ragazzi abbandonando la competizione a testa altissima con la consapevolezza di aver disputato un girone davvero grandioso.

Tanta professionalità quanto cuore

Al termine della sfida contro la Francia, il mister ha sicuramente mostrato un altro grandissimo aspetto di sé, quello umano. Infatti, nel corso della conferenza stampa non è riuscito a trattenere le lacrime dopo la prova straordinaria dei suoi:

“La mia squadra ha giocato una partita estremamente buona dal punto di vista tattico, mettendoci la giusta dose di coraggio e cuore.

Posso solo ringraziarli. Questo è uno dei giorni più belli della mia vita.

Io un palcoscenico così l’ho visto solo in tv, a 56 anni mi pare di essere un bambino al Luna Park. Poi, come i bambini, quando sei al Luna Park vuoi giocare” ha dichiarato.

Lacrime di un uomo, prima che professionista, che sa cosa vuole dire partire dal basso e provare ad emergere solo con le proprie forze.

Vincenzo Favale

Start typing and press Enter to search