Il peso delle parole di ADL. Ancelotti non seda l’incendio di Castel Volturno

Una serie di avvenimenti che potreste trovare in un episodio di una telenovelas qualunque su Rete 4. La S.S.C Napoli è sulla bocca di tutti, ancora una volta. Ad inizio stagione si parlava di muro difensivo, di un club che, con un organico del genere, avrebbe potuto lottare tranquillamente per lo scudetto… l’unico muro edificato è stato quello dei giocatori nei confronti della società.
Una crisi inaspettata? Certo che no, bastava guardare i volti dei calciatori in campo per capire che qualcosa sarebbe successo: ad ogni errore un sospiro, occhi al cielo ed una parola di troppo con il compagno di reparto (vedi Allan e Mertens in ogni azione di Spal-Napoli).
Una ribellione sbagliata e inopportuna ma, in primis, frutto di anni di dichiarazioni fuori luogo di Aurelio De Laurentiis riguardo i calciatori che ha/ha avuto sotto contratto. Le vittime del presidente sono tante, forse troppe, da Cavani a Higuain, dal “portiere senza mani” ai “marchettari”… per questo motivo, una ribellione prevedibile.

ADL ha appiccato l’incendio e Ancelotti non riesce a sedarlo.
Il tecnico di Reggiolo continua a sorprendere sostenitori e giornalisti mostrandosi come un allenatore privo di esperienza, che non riesce a gestire situazioni gravi come questa, nonostante la storia e le statistiche delle sue ex squadre.
Una rosa avente un potenziale incredibile che soffre anche con le medio-piccole e che, in ogni partita, sotto porta, non riesce ad essere determinante. Malasorte? No, la fortuna e la sfortuna non esistono… si creano.
La stagione è ufficialmente compromessa e la società, calciatori compresi, sta disonorando la maglia dinanzi agli occhi increduli dei tifosi.

Per la S.S.C Napoli è giunto il momento di riflettere e fare un mea culpa per l’orgoglio, per la maglia e, soprattutto, per loro…. il dodicesimo uomo in campo.

Tobia Cuozzo

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