Il Made in Italy esportato all’estero: i calciatori italiani emigrati nel resto del mondo

Il prodotto Made in Italy, si sa, ha sempre goduto di un’eccellente fama. Non è stato da meno, infatti, neanche il mondo del calcio. Moltissimi giocatori, che vuoi per motivi extra calcistici, vuoi per ragioni economiche o vuoi per mancanza di minutaggio nelle squadre italiane, hanno preso la decisione di “emigrare” in altri paesi, europei e non, alla ricerca della gloria. Di seguito andiamo a vedere chi è riuscito a pieno nel proprio intento:

ALESSANDRO DIAMANTI: Come non citare “Alino” quando si parla di Made in Italy di alta qualità. Dotato di un sinistro come pochi altri nella storia di questo sport, il fantasista toscano, nonostante gli ormai 37 anni, è ancora li a insegnare calcio e disegnare traiettorie sopraffine con il suo piede mancino. Nella stagione appena terminata, Diamanti è riuscito a trascinare il Western United, squadra nata da pochissimo, sino alla semifinale playoff, finendo per essere sconfitti solo dal ben più preparato Melbourne City. Questa fantastica annata, condita anche da 8 gol, gli è valsa il titolo di miglior giocatore della Hyundai A-League 2020.

SEBASTIAN GIOVINCO: Il folletto ex Juventus è uno dei nostri emigrati di maggior successo. Dapprima a Toronto, nella Major League Soccer a Toronto, poi, successivamente, in Arabia Saudita, all’Al-Hilal. Nel continente americano venne nominato miglior giocatore della competizione, mentre nel medio oriente, oltre ad ottenere il medesimo riconoscimento, è riuscito anche a vincere l’AFC Champions League, prendendo successivamente parte al mondiale per club e fermandosi soltanto in semifinale.

DAVIDE LANZAFAME: In Italia lo ricordiamo per essere stato un po’ troppo prematuramente, ai tempi di Bari, paragonato a Ronaldo. Non avendo riscosso fortuna nel nostro paese, decise di trasferirsi in Ungheria, al Budapest Honved. Nel 2017 divenne praticamente un eroe, portando alla squadra un titolo che mancava addirittura dal 1993. Successivamente si spostò sull’altra sponda di Budapest, al Ferencvaros, segnando 16 gol e laureandosi capocannoniere della competizione. Dopo un solo anno però fece ritorno all’Honved, dove ormai è considerato una leggenda, siglando 11 gol in 23 partite, salvo poi decidere al termine della stagione appena conclusa, di spostarsi in Turchia, all’Adanademirspor, in cerca di nuovi stimoli.

GRAZIANO PELLE’: Gli italiani non lo vedono di buon occhio da quando nella semifinale dell’europeo del 2016 contro la Germania, nel tentativo di infastidire Manuel Neuer, mimò il gesto del cucchiaio, salvo poi tirare un rigore striminzito che neanche si avvicinò al palo. Dall’altra parte del mondo, però, hanno tutt’altra considerazione di lui. Approdato al termine proprio di quell’estate ai cinesi dello Shandong Luneng, ci mise un po’ a carburare e dimostrare che valesse per intero lo stipendio che percepiva. Le sue migliori stagioni sono state le ultime due, nelle quali complessivamente ha messo a segno 33 gol in 51 presenze complessive, conditi quest’anno anche da 7 gol in 8 partite nella Champions League asiatica.

MARCO VERRATTI: Ultimo, ma assolutamente non per importanza, è l’abruzzese ma parigino di adozione, Marco Verratti. Portato via dalla sua terra a soli 20 anni, alla corte della Torre Eiffel è stato immediatamente amatissimo, sia per le ovvie doti tecniche, sia per il suo modo di porsi. Basti pensare che, come confessò qualche anno fa, cambiò casa perché non gli lasciavano montare la parabola per seguire le partite del suo Pescara; o quando, sempre per rimanere in tema di Abruzzo, cambiò nuovamente appartamento perché non gli lasciavano usare la griglia per gli arrosticini. Insomma, oltre ad aver lasciato il segno in Italia, Marco è entrato di diritto anche nel cuore dei parigini.

Salvatore Sabella

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