Il disincanto della maglia numero 10
A Napoli c’è spesso il disagio di perdere tempo con questioni frivole ed inutili. Diego Armando Maradona sarà amato e ricordato per sempre a prescindere da chi indosserà o meno questa maglietta
Quanti problemi ci sono a Napoli. Oggi alcuni di essi si sono mostrati più evidenti del solito. Il motivo? La notizia dell’assegnazione delle Olimpiadi invernali al ticket Milano–Cortina. Una bella notizia per l’Italia non c’è che dire. Peccato che il raggiungimento di questo obiettivo ha evidenziato un’ulteriore spaccatura tra Nord e Sud. Personalmente sono molto curioso di vedere come si muoverà la macchina organizzativa di una delle regioni più ricche ed efficienti del Paese.
A confronto la programmazione a Napoli e in Campania delle prossime Universiadi è stata una quasi una barzelletta. I continui dispetti tra comune e regione; fondi sbloccati al limite del tempo massimo consentito; lavori che devono ancora essere ultimati a pochi giorni dall’inizio della manifestazione sportiva; rifacimento delle strade che sta mandando e manderà il traffico cittadino, già caotico, in tilt; varie “toppe” messe qui e la per ricucire parti di una città smembrata dall’incuria e l’abbandono.
Un peccato perché Napoli è una delle città più belle del mondo. Una città straordinaria con una storia ed un cultura millenarie. Un luogo che potrebbe lasciare a bocca aperta qualsiasi campione del mondo dello sport. E invece ci ritroviamo a “pregare” affinché l’evento non sia un flop ma un successo (ricordate il forum delle Culture o l’inutile lascito del pezzotto della Coppa America di vela?). Ma qualsiasi sarà il risultato, i cittadini napoletani ne stanno già pagando il prezzo. Almeno, in cambio, si ritroveranno qualche struttura sportiva messa un pò a nuovo.
Impianti che hanno avuto una sistemata che gli consentirà di sopravvivere, forse, un altro decennio prima di tornare nell’oblio del degrado. Chiedo scusa per lo sfogo e la vena pessimista. Ma quando osservo tutto questo e i disservizi quotidiani che accompagnano la giornata di ogni napoletano, non posso fare a meno di riflettere in questo modo negativo.
Purtroppo ci troviamo in un contesto dove la politica non offre nulla, nemmeno le alternative che i cittadini potrebbero votare e premiare alle urne in occasione delle prossime elezioni regionali e comunali (2020 le prime, 2021 le seconde). Ma lo sconforto più grande è esploso nel momento in cui ho letto quale sarebbe stato il problema più grande per i miei colleghi e l’opinione pubblica.
Dopo un campionato poco entusiasmante, l’inizio del periodo “traumatico” relativo al calciomercato e l’arrivo ufficiale di Maurizio Sarri sulla panchina della Juventus, per i media nostrani e molti dei miei concittadini il nuovo dilemma è diventato: ma la maglia numero 10 potrà andare sulle spalle di James Rodriguez se il colombiano sarà acquistato dal Napoli?
Un comico di Made in Sud mi ha suggerito la risposta, molto napolegna: “Ma che ce ne fooott!“. Cioè, tra i tanti problemi che abbiamo qua a Napoli adesso dobbiamo prenderci in carico anche quello che riguarda la maglia indossata da Diego Armando Maradona 30 anni fa.
Credo che D10S resterà mito e leggenda a prescindere. Sono sicuro che El Pibe de Oro sarà ricordato e amato per sempre indipendentemente dal fatto se la “sua” maglia sarà o meno indossata da qualcun altro. Sinceramente come diceva il grande Eduardo: “Io vulesse truvà pace“.
Ma a quanto pare a Napoli e i napoletani questo non è concesso. Siamo nel 2019 e c’è tutto un futuro da pianificare e realizzare. Sembra che per molti questo non conti nulla. Quindi continuiamo a litigare e ad impegnare il nostro tempo pensando cosa fare di questa benedetta maglia numero 10. Ma dopo guai a lamentarci di ciò che non funziona, ormai stiamo perdendo – giustamente – anche questo diritto.
Andrea Aversa