Il Dio fra gli Dei: “The God”

Il Dio fra gli Dei: “The God”

E’ la volta di un altro numero 7 che ha incantato e fatto la storia di un club, il Southampton, tra i
più vecchi di Inghilterra, 1885. Club, di certo, non tra i più prestigiosi, ma che con lui, inizia ad
assumere notorietà e rispetto.

Tanti i soprannomi affibbiati a questo numero 7 , Le Tiss, Le Kiss, Tizz, The Magician, The
Weaver
. Quest’ ultimo termine il più indicato, il tessitore, che ricorda le sue origini francesi ed il
suo modo di giocare e di vivere. Sempre disponibile a tessere rapporti con i compagni di squadra ed i tifosi, oltre ad essere un ottimo tessitore di trame di gioco.

Se chiedete ad un tifoso del Southampton chi è Matthew Le Tissier, la sola ed unica risposta che potrete ricevere è “He’s God, Le God”. Ancora, per diversi anni, il cancello di ingresso del “the Dell”, storico stadio del club, riportava un cartello con la scritta “Benvenuti nella casa di Dio”, un monito per giocatori e supporters. Potrebbe sembrare una scritta blasfema, ma per i Saints è un Dio fra gli Dei, il più illuminato tra i profeti.

Bandiera del club per 16 lunghi anni (1986-2002) accettandone oneri e onori. Il loro sempre un
amore incondizionato e reciproco. Scegliendo di militare per così tanti anni in un club di media e bassa classifica di Premier League ha dimostrato, pienamente, il suo enorme attaccamento verso una piccola cittadina ed i suoi 250 mila abitanti. Cittadina nota ai più, perché punto di partenza del Titanic, avvenuta il 10 Aprile 1912.

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Scelta la sua coraggiosissima e di grande cuore. Cuore che ha, infatti, dettato tutte le sue scelte mettendo lo stesso davanti al Dio denaro, rifiutando di giocare nei club più quotati d’Europa, come Liverpool, Chelsea, Arsenal, Manchester United e persino nel Tottenham che tifava da bambino.
Scegliendo, infatti, di restare nel Southampton non ha mai ottenuto risultati tali da garantire a lui e alla squadra accessi alle Coppe Europee. L’ unico trionfo dei Saints risale alla vittoria in FA Cup nel 1976 con il club militante in 2 division e la sua migliore posizione, ancora ad oggi, è il secondo posto nel campionato 1983-84. Nella bacheca personale figura il PFA young player of the year award, ottenuto nella quarta stagione al Southampton.

Nasce nel 1968 nell’ isola di Guernsey, nei pressi delle coste francesi, lungo la Manica, ma sotto il dominio britannico. Genitori di origine franco- normanne, ultimo di quattro figli. Dopo i primi passi avvenuti nel cricket, si avvicina al calcio partecipando ai campionati giovanili isolani, con la squadra Vale Recreation, dove mostra già doti balistiche e realizzative, ben 169 i goal segnati nell’ultimo torneo giovanile giocato. A 13 anni, nell’81, durante un camp alla Saints Soccer School, il centro di allenamento del Southampton, emergono tutte le sue qualità, mostrando un enorme talento tanto da incantare gli osservatori dei Saints, che quattro anni dopo gli proporranno il suo primo contratto con il Southampton.

L’esordio in maglia bianco- rossa avviene il 4 novembre 1986 durante una gara di Coppa di Lega, nella quale i Saints, grazie ad una sua doppietta, si impongono 4-1 contro il Manchester United di Ron Atkinson. Il risultato indusse la dirigenza dei Red Devils ad esonerare il coach ed affidare la panchina alla leggenda, futuro Sir, Alex Ferguson.

Centrocampista offensivo, dotato di grande tecnica e di un ottimo tiro che effettuava con entrambi i piedi, sebbene destro naturale. Grazie alle sue doti balistiche eccelle nei calci di punizione, nei tiri dalla media-lunga distanza e nei rigori. In carriera su 48 rigori battuti, 47 i finalizzati. L’ unico rigore sbagliato fu quello parato il 24 marzo 1993 dal portiere del Nottingham Forest Mark Crossley.

L’unico suo grande rimpianto è la nazionale con cui ha giocato solo 8 partite. La ferita più
sanguinante risale ai Mondiali di Francia del ‘98, in cui non venne convocato nonostante le
promesse di Hoddle e le sue buone prestazioni, e in cui l’ Inghilterra perse, ironia della sorte,
proprio ai calci di rigore. Rigori che il “The God” batteva da “Dio”.

Francesca Tripaldelli

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