Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella – Si è appena conclusa la settimana più surreale della storia recente del nostro calcio Napoli.

È passato , almeno per i protagonisti, del tutto inosservato il fallimento sportivo e finanziario legato alla mancata qualificazione champions, non invece per noi miseri appassionati che lo abbiamo vissuto come una tragedia perché ci toglie quella speranza di poter competere per vincere, inutile nascondersi dietro un dito, quei maledetti 50 milioni di euro , diventati d’ incanto coriandoli di fumo, ci ricacciano nel limbo di un triste e mediocre anonimato.

Ancora frastornati dalla solenne bastonatura che il campo ci aveva riservato contro , questa volta per noi, la fatal Verona, abbiamo ascoltato il primo cinguettio settimanale che ci annunciava , in una sdolcinata menzogna di ringraziamento, l’ addio a Gattuso che anche qui, come a Milano, ha perso per un nulla e , sempre all’ ultima giornata, l’ accesso alla competizione per la coppa dalle grandi orecchie che avrebbe dato un senso alla nostra stagione e alla sua carriera rimasta, ancora una volta, incompiuta.

Ci si consenta una riflessione in merito : Il Rino nazionale si era sentito offeso ed umiliato quando il ” suo” presidente aveva interpellato altri tecnici, mentre lui viveva in un marasma di idee confuse e inconcludenti. Ebbene, il buon Gattuso, ha fatto lo stesso , probabilmente il giorno dopo , quando cominciava a trattare con la Fiorentina, a cui si è legato ufficialmente solo due giorni dopo la chiusura del campionato e del suo rapporto col calcio Napoli a corredo di una trattativa ovviamente nata e condotta durante i suoi tormenti napoletani. Viva l’ ipocrisia , ma il sistema, pare, che si cementi proprio su questo.
A noi romantici proprio non piace.

E , sempre sulle ali di un leggero e leggiadro olezzo di ottimismo, che francamente riteniamo improprio se non inopportuno, AdL , nel suo ennesimo cantico ci cinguettava l’ ormai imminente arrivo del prossimo tecnico, avvolgendolo in un alone di mistero sul chi fosse che forse avrà incuriosito solo i più piccini in tenera età, perché, bontà loro , ancora tanto dolci quanto ingenui.

Ormai le mosse e il modo di fare del capo , per noi che lo seguiamo dal primo giorno del suo insediamento, sono un libro aperto, mischia e rigira le tre carte ma leggiamo subito dove ha messo quella che , solo lui , reputa vincente.

Simpatico il siparietto ( come sempre) , tipico e già noto, di far credere di aver scelto chi poi dichiara di non aver mai contattato, per poi presentarsi con chi già sapevamo da tempo, il navigato Spalletti, tecnico certamente di valore e dalla grossa esperienza ma dal carattere spigoloso che spesso ( sempre) l’ ha portato a rapporti difficili negli ambienti dove ha lavorato.

Ma dei presunti, e speriamo che non avvengano, rapporti difficili non sta a noi ne’ giudicare ne’ redimere, a noi spetterà solo di criticare se necessario, applaudire se sara’ meritato.

Detto dei tanti angoli del trapezio legato al profilo del nostro Luciano da Certaldo, analizziamone anche le prospettive tecniche che poi sono il sale della nostra disamina.

Dovrebbe continuare nel sistema di gioco già visto quest’anno con i tre fantasisti alle spalle dell’ unica punta, per creare quel famoso movimento a ” virgola”, tanto caro al toscano, per indicare la famosa sterzata del trequartista di turno per convergere poi verso la porta.
Si dovrebbe continuare col centrocampo a due a cui andrebbe dotato ( e lo speriamo di cuore) un grosso metodista , un uomo alla Pizarro, il cileno che fece le fortune del tecnico negli anni che furono di suo grosso lustro.
E, speriamo infine , che arrivi anche un esterno basso sinistro, che magari ce lo porti la befana con qualche mese di anticipo.

La scelta di Spalletti ci piace nell’ ottica della continuità tecnica perché il nuovo allenatore non troverà assolutamente macerie ma tante idee ed un progetto che va solo perfezionato.

E qui però nascono i nostri dubbi perché passa tutto ed esclusivamente nelle mani del presidente , bravissimo nel fare i conti e nello scegliere gli uomini di scrivania, ma sicuramente molto , ma molto, meno bravo nell’ individuare i calciatori e gli uomini di campo giusti.

Ha sistematicamente smantellato sempre le squadre che si apprestavano a chiudere il cerchio che ci avrebbe finalmente portato alle vittorie vere, lo ha fatto con i calciatori e con i tecnici, ha saputo vendere e bene , dando una grandissima solidità finanziaria alla società ma i veri traguardi sportivi sono rimasti una chimera.
Lui che è stato , in maniera indiscussa, il vero artefice della nostra crescita fino a farci tornare nella élite del calcio europeo, ora rappresenta il nostro vero limite perché ha raggiunto il suo apice , oltre non riesce e questo non basta né per vincere né per competere.

Queste non sono fantasie ma realtà economiche legata agli aridi numeri che però non sbagliano mai.
Il fatturato strutturale non cresce e non può farlo perché la società non ha beni patrimoniali ( nessuna struttura, nessun bene immobile, nessuna cantera) , non ci sorregge ne ci spalleggia un grosso gruppo industriale, c’è solo una strada che è quella dell’ autofinanziamento, vendere un calciatore per comprarne un altro. E così, purtroppo, non si vincerà mai perché ogni volta che esce un campione , ne entra un altro che è però solo un grandissimo ” prospetto” che quando sarà pronto a farci fare il definitivo salto di qualità verso il cielo dei trionfi, sarà immolato sull’ altare del sacrificio economico della vendita per finanziare il prossimo giro.

C’è però una variabile , alcune volte impazzita, che ci permette di sognare perché con un pizzico di fortuna ma con tante idee e grossa competenza si può far quadrare il cerchio e vivere quelle favole meravigliose che hanno permesso al Nottingham Forest di salire sul tetto d’ Europa, al Cagliari o al Verona di essere campioni d’italia.
Caro Presidente, fai un passo indietro, magari concentrati sul restyling del centro sportivo ( altra mossa tipica e già ormai nota e datata che avviene ad ogni cambio del tecnico), ma dotaci finalmente di un uomo capace e competente, che sappia di gestione ma soprattutto, e ripetiamo soprattutto di calcio, così tutti insieme di passi in avanti ne faremo due : il primo per competere, il secondo per vincere.


Salvatore Sabella

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