Il caffè del professore di Salvatore Sabella
Fonte: SSC Napoli
“Il grigio è silenzioso e immobile , ma la sua è l’ immobilità senza speranza” ( Kandinsky).
Chiudere il campionato a reti bianche al Maradona è stata l’ apoteosi della mediocrità morale di una squadra che è riuscita a cancellare la storia scritta solo un anno fa.
Non conta il risultato ma il modo con cui si ottiene, nessuno ieri ci ha neanche provato a credere di vincere una partita che poteva forse garantirci quella vetrina europea, comunque misera della conference, ma che per il ranking aveva un peso importante.
Ma, come da avvilente costante, la partita non è stata preparata , in campo gente con le gambe molli, poca voglia di lottare , defezioni diplomatiche, la gestione dei cambi come sempre discutibile.
Su tutte la sostituzione del capitano a 5 minuti dal termine, non per giocarsi il tutto per tutto, ma solo per logiche che non esistono.
Altra perla di una collana infinita di errori , per colorare di nero il già desolante grigiore.
È stata un’ offesa per il capitano, per il pubblico, per il buon senso.
Finalmente è finita una stagione che per molti calciatori non è mai cominciata , c’è gente che , e non solo ieri, non è mai entrata in partita , non è mai entrata mentalmente in questa stagione.
Nessuno ci ha messo il cuore , troppo comodo però archiviare il tutto nella speranza che si dimentichi, non lo faremo perché dagli errori deve ripartire la ricostruzione.
Non ci sono più margini, con le sue ripetute scelte cervellotiche il Presidente ha depauperato il suo capitale che è la squadra, ha perso valore il suo brand . Un’ altra stagione come questa significherebbe la catastrofe economica prima e sportiva poi e ritorneremo in quella melma che l’ attuale capo del vapore ci rinfaccia parlando del nostro passato, come se la storia del Napoli non gli appartenesse.
Bisogna ripartire, da chi? Si parla del prossimo tecnico come di un Messia, ci basta invece un uomo capace di resettare il tutto, che cancelli le vecchie idee ancorate a moduli di gioco solo presunti, che cambi le metodologie di allenamento e che soprattutto chiuda la porta dello spogliatoio e imponga le sue linee tecniche .
Che non permetta nessuna ingerenza , non subisca la pressione dell’ ambiente e che sia coadiuvato da un management strutturato per competenze.
Serve un tecnico che dia subito la svolta , che si avvalga di giocatori pronti e che porti subito i risultati perché non c’è tempo per una programmazione di medio / lungo termine.
Serve Antonio Conte, un tecnico non progettuale ma che al primo anno centri subito la qualificazione alla Champions e al secondo lotti per vincere il titolo.
Questa è la sua missione e poi andrà via e in quel momento, sulle ali di un entusiasmo ritrovato corroborato dai risultati, si potrà fare ripartire un nuovo ciclo con un tecnico emergente che lavori su basi solide .
Ora non si può rischiare nulla, lo sa anche il vate De Laurentiis che , tra fulmini e saette, sta cercando di riportare il sole dopo la tempesta , consapevole di dover sopportare un grosso sacrificio economico , ma non ha alternative.
L’ eventuale approdo del tecnico Salentino dovrebbe garantire anche la presenza del team manager , il navigato Lele Oriali , finalmente un uomo di campo per ricoprire quella figura mancante da tanto e che faccia da filtro tra la squadra e il resto del mondo.
E, la venuta di Oriali, darebbe anche più senso alla presenza del neo direttore sportivo Manna, ancora troppo acerbo per interloquire con Don Aurelio e soprattutto per provare ad imporsi.
Questa è la speranza, i fatti poi ci diranno . L’ attuale rosa va rivitalizzata, sarebbe un errore imperdonabile cambiare troppo perché significherebbe rischiare andando su troppi prospetti e poche certezze.
C’è sicuramente da ricostruire la difesa dove occorrono almeno due centrali importanti, un grosso centrocampista che sappia costruire ed interdire allo stesso tempo, e prendere un centravanti di spessore dando per scontata la cessione di Osimehn il cui peso contrattuale diventerebbe una zavorra insostenibile per gli equilibri finanziari e di spogliatoio.
Questo è il necessario ed è auspicabile, ci saranno poi dei rientri interessanti per completare la rosa come Caprile, Gaetano e Folorhunso , rosa che non necessita essere troppo ampia non essendoci, purtroppo, gli impegni europei.
Ci sia consentita un’ ultima considerazione, quasi una speranza: caro Presidente parla solo con i fatti, le parole, le tue, fanno male e fanno tanti danni, i fatti invece restano e portano i risultati, è una filosofia semplice, è una legge di vita. Così si riparte, e quel maledetto grigio ritornerà ad essere azzurro.
Salvatore Sabella