Il caffè del professore di Salvatore Sabella

Fonte: Twitter Official SSC Napoli

“Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie, lo si fa per se stessi , per la propria dignità” ( Oriana Fallaci).
La prestazione miserrima di ieri deve lasciare il segno, e per lungo tempo, sulla coscienza di quei soggetti che avevano l’ onore di vestire la maglia azzurra ma non hanno avuto la dignità di onorarla.

Si è consumata al Castellani di Empoli la peggiore prestazione sportiva dell’ era De Laurentiis, dove un manipolo di mercenari ha offeso una città e soprattutto, loro stessi.

In una fantasia astrale che ci regalava ancora delle speranze di qualificazione europea solo per i meriti altrui, abbiamo gettato via il tutto con una indegna logica di non appartenenza che non meriterebbe alcuna considerazione ma la nostra onestà intellettuale ci impone la lettura dello scempio e l’ acuirne la misura con tutto il nostro disprezzo che va oltre il rammarico.

Spiace per Calzona , l’ unico a metterci la faccia e a riconoscere pubblicamente che non è a capo della sua squadra , che non riesce a comprenderne gli atteggiamenti ne’ a saperla motivare, è stato ed è un suo limite a cui può porre rimedio solo con il coraggio delle prossime scelte, forti e determinate.

Quel coraggio che gli è mancato ieri quando avrebbe dovuto sostituire prima chi sul campo lo stava tradendo.
Lo ha capito già al trentesimo minuto, non ha avuto però audacia.

Se lo avesse fatto oggi lo avremmo applaudito, invece è stato partecipe dell’ ignobile spettacolo a cui abbiamo assistito.

Si è perso senza neanche provare a giocare , gente demotivata e senza coraggio di osare , smarrita in un oblio di nullità assoluta.

Si è rivisto Natan nel ruolo di esterno sinistro, imbarazzanti i suoi movimenti senza riuscire mai ad opporsi agli avversari. Siamo alla resa dei conti per un calciatore assolutamente inadeguato .

Altra sciagurata prova del capitano, coraggioso solo nel dopo partita ad affrontare le invettive della curva.
Errori continui in chiusura di Jesus mai supportato da Ostigard sempre dietro la linea dei compagni a creare uno spazio dove trovavano vita facile gli incursori Empolesi.

Solo Lobotka ha corso per l’ intera gara al cospetto di un irritante Zielinski e un pavido Anguissa incapace di concludere in una delle rare azioni sviluppate in verticale .

Ancora più imbarazzante l’ apporto di quello che era la forza del Napoli, il suo attacco alimentato da un Osimehn che ormai è distante da una realtà che lo ha fatto diventare grande ma che non merita più di rappresentare, non corre, non recupera più la palla, non pressa, è solo il ricordo del trascinatore della passata stagione. Si tolga la maschera dal viso e si copra la coscienza se ancora ne ha una.

Kvaratshvelia è fuori dai giochi, non si propone e non è servito dai compagni che platealmente ha mandato a quel paese in più di un’ occasione.
Evanescente anche Politano, intestarditosi sempre nello stesso movimento a rientrare e sistematicamente fermato.

Ma sono dettagli nel mare dell’ ipocrisia che sta accompagnando questo maledetto campionato dove non c’è un senso di appartenenza , ognuno pensa solo ai propri interessi e la società ( che non esiste) resta a guardare.

Si dice che nello spogliatoio siano volati gli stracci , imposta la sostituzione di Natan divenuto il capro espiatorio di un fallimento sportivo che ha ben altre radici.
Magari questo manipolo di ” traditori” venerassero la Venere Degli Stracci che è un simbolo di resilienza , valori che non appartengono all’ essere di questi soggetti.

Bisogna terminare il campionato da uomini , ha tuonato Calzona, espressione grave perché cela evidentemente un rancore lontano che ha logorato la mente di tutti gli attori di questo dramma sportivo.

Si parla di provvedimenti che il presidente prenderà a breve, il più significativo sarebbe quello di rimborsare i costi della trasferta per gli irriducibili tifosi che anche ieri erano in tanti, ci credevano, ci credevamo tutti .

Si legge di febbrili , o presunte, trattative per il nuovo tecnico . Credere che basti l’ allenatore per ricostruire l’ ambiente sarebbe il solito errore di presunzione, la società deve strutturarsi con un evoluto management che lavori con professionalità e competenza per impiegare le enormi risorse di cui dispone l’ attuale società , per suo enorme merito, che studi la fattibilità di un nuovo progetto a lungo termine che porti i risultati su cui costruire ancora e non sia la meterora del successo della passata stagione di cui si sono perse le tracce e restano solo i ricordi.

Queste sono le speranze, le certezze ci dicono che ancora il futuro prossimo venturo dipende solo da un uomo geniale nell’ amministrazione , arrogante nei modi, presuntuoso nell’ operare e che , come invece per tutti noi, non sente il segno del tempo che scorre .
Che sappia, come l’ araba fenice, risorgere dalle sue ceneri e per farlo ci vorrà tanto coraggio, soprattutto l’ ardire di farsi da parte.


Salvatore Sabella

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