Il Caffè del Professore di Salvatore Sabella

George Bernard Shaw : ” l’ ipocrisia è l’omaggio che la verità rende all’ errore” .
È la nostra stagione, costellata di errori sistematici gabellandoli poi come decisioni aziendali.
Lo saranno , ma sono sicuramente scellerate .

Non si è preso nel mercato di Gennaio l’ unico vero calciatore che ci serviva, un forte centrale difensivo, capace di guidare la difesa e darle quella forza necessaria sul gioco aereo che anche col modesto Verona ci ha fatto pagare dazio.
E invece, dopo la prestazione sufficiente contro la Lazio, è stato rivalutato a pieno titolo Ostiigard come il massimo interprete della difesa a tre, ed ieri abbiamo invece giocato a quattro evidenziando i soliti limiti della fase difensiva.

Sono stati ceduti ( Gaetano ed Elmas) o virtualmente epurati ( Zielinski) dei centrocampisti di qualità e duttili, e siamo costretti ora a schierare in mediana solo quantità e un acerbo Cayuste che è rimasto nella terra di nessuno non riuscendo né ad interdire né ad inserirsi.

Presentiamo una batteria notevole di esterni d’ attacco ma con gli Scaligeri si è vinto quando il subentrato Lindstrom, dopo i primi dieci minuti, relegato e chiuso sulla corsia mancina, ha finalmente rotto gli indugi e cominciato a svariare su tutto il fronte di attacco , da mezzo sinistro, incrociandosi con Kvaratshvelia che imperversava al centro, e dal loro genio sono venute le due marcature.

Eravamo stati illuminati sul ruolo di esterno del danese e invece il meglio è venuto quando il cigno nordico ha cominciato a giocare la palla e non a rincorrerla solamente.

Si è vinta la partita quando sono saltati gli attuali schemi, vetusti ed obsoleti, quando finalmente ha prevalso l’ istinto sulla ragione , il cuore sulla strategia.

Singolare nel dopo partita la disamina di Mazzarri che come sempre ci racconta altre storie, ha visto il bel gioco per i primi 20 minuti quando c’era stato solo un Napoli ordinato ma come sempre troppo poco incisivo , incapace di coinvolgere nella sua spinta il suo centravanti servito sempre poco e male.

Il Cholito non attraversa un momento di forma brillante, è costretto sempre a rincorrere la palla e questa sua generosa interpretazione del ruolo lo sfianca in un lavoro duro che paga perdendo in lucidità come nella ripresa quando per due volte ha fallito la rete.

Altrettanto unica poi l’ analisi del tecnico anche sulle posizioni che diceva di aver assegnato al danese ( esterno sinistro) e al georgiano ( sotto punta ) .
La verità è che si è vinto quando ha prevalso il talento della giocata singola , quando entrambi hanno sparigliato.

Altra linfa è arrivata da Mazzocchi , un esterno destro schierato a sinistra al posto di un confusionario Rui. Tutti gli uomini fuori dal vecchio modulo hanno fatto la differenza. Non è casuale .

Le mosse sono diventate vincenti quando ognuno si è liberato dei dettami tattici di un calcio che non produce gioco, è un’ annata difficile per mille motivi ed altrettante cause, per i continui errori arbitrali, non ci sarà crescita tecnica perché il progetto attuale non ha e non può avere un futuro, c’è solo da salvare la stagione centrando la qualificazione alla prossima Champions, non si può sperare in altro perché non ci sono le basi tecniche.

Rimane la stella degli ottavi di Champions, da vivere più come un traguardo piuttosto che come una ripartenza, lo sa anche la società e ce lo ha ribadito con le scelte cervellotiche sulla lista da presentare alla Uefa.
È il trionfo della ipocrisia .

La partita di ieri ci ha ribadito che questo Napoli non può passare per gli antichi principi di gioco che non esistono più, deve solo lasciare spazio all’ estro e al talento dei tanti uomini di qualità fra esterni e trequartisti, supportati da soli due mediani.
È l’ unica via per vincere , abbandoni Mazzarri quelle difese estreme , basate solo sul non gioco, cambi il suo credo per un calcio che è cambiato e soprattutto si è evoluto, si deve giocare solo per vincere.

Forza Mazzarri, tira fuori tutto il coraggio che hai, libera i tuoi uomini dalle tue catene arrugginite dal troppo tempo passato fuori dal calcio che conta,
solo così non ci saranno rimpianti.

Questa è l’ unica verità, senza ipocrisia.


Salvatore Sabella

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