Il Caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del professore di Salvatore Sabella.
” I libri brutti sono come le donne brutte, non ci si può mica cavarne fuori molto”. Parafrasando Bukowski potremmo dire che da una vittoria brutta nel gioco , contro gli ultimi della classe , cosa c’è di buono?

Solo i tre punti che poi sono la cosa più importante.

Il calcio è bello perché è opinabile nella sua interpretazione e sentire nel dopo partita Mazzarri esaltare la prova dei suoi uomini ci lascia molto perplessi.

” Ho rivisto la squadra giocare a calcio”, ” dopo Torino ho ritrovato la squadra giocare come piace a me”, “con il ritiro hanno capito di più il mio modo di fare calcio” , sono i passi fondamentali delle dichiarazioni del dopo partita del tecnico toscano che meritano una attenta analisi e una dovuta critica.

La gara di ieri non ha segnato nulla di nuovo, un primo tempo inguardabile con infiniti passaggi sempre in orizzontale e nessun movimento senza palla, preso il solito gol alla prima sortita avversaria con una splendida conclusione di Candreva , favorito da una svogliata interdizione di Politano e da un poco reattivo Gollini.

Dopo lo svantaggio il solito Napoli che non ha avuto la forza di reagire e tra i primi fischi dagli spalti si avviava al riposo dell’ ennesima gara approcciata male e interpretata peggio.

Grazie alla grinta di Simeone, uno dei pochi che ci crede, confusionario ma sempre presente su ogni pallone, abbiamo trovato il rigore della nuova era , su fallo ingenuo di Fazio prontamente segnalato dal Var.
Con personalità si è presentato sul dischetto Politano che ha realizzato la massima punizione, in un pomeriggio che lo ha visto spesso perdersi in giocate superficiali e inutili.

Unica nota tecnica diversa ma non positiva perché non supportata, in un pomeriggio indecoroso, il gioco ad accentrarsi di Kvaratshvelia che venendo a giocare nel campo avrebbe dovuto trovare il necessario supporto dei centrocampisti che invece non si sono mai proposti.

Lobotka è la brutta copia del tuttocampista della scorsa stagione, troppo lento in uscita e poco preciso, Gaetano , come sempre, non è mai entrato in partita, Cayuste non è un giocatore pronto per la nostra massima serie.

Se questo è il calcio che vuole Mazzarri, caro mister , giocare in questo modo significa ambire ad un campionato di centro classifica, indegno per i campioni d’ Italia.

La ripresa sembrava cominciare con un altro piglio, trascinati dalla volpe Georgiana che giocava a tutto campo, gli azzurri finalmente alzavano il ritmo del gioco diventando padroni del campo.

Era solo un ‘ illusione perché al decimo della ripresa, con l’ ingresso di Raspadori ed il ritorno di Kvaratshvelia sulla fascia sinistra, la squadra ha perso equilibrio e profondità ritornando sul continuo e stucchevole giro palla sempre improduttivo.

Questa squadra è costretta a professare un gioco che non riesce ad esprimere per un sistema che non appartiene alla cultura calcistica di Mazzarri che non lavora sulle situazioni di gioco ma sposta i suoi uomini come pedine creando un inevitabile disordine tattico.

Con il centrocampo a due , e l’ attacco con due ali, un centravanti tattico ed un altro di sfondamento , si sono perse tutte le linee di passaggio rischiando anche il contropiede avversario .

Non si può pretendere dal tecnico quello che non ha mai preparato perché le strategie di campo necessitano di principi di gioco che non appartengono al credo Mazzarriano, perseverare in questo modo porterà solo macerie.

L’ esperienza e l’ istinto del tecnico hanno però prevalso sulla logica, e quando è entrato il fido Zerbin e il ritrovato Demme, per l’ infortunio a Cayuste, il Napoli ha riproposto, facendo di necessità virtù, una sorta di 4 4 2 che in realtà camuffava la vecchia e cara difesa a tre, un centrocampo con due mediani propositivi, Zerbin a tutta fascia e Kvara ritornato nel campo a supporto del centravanti.
Il futuro passa per il ritorno al grande passato.

Mossa forse un po’ improvvisata ma rivelatasi vincente perché la volpe Georgiana ha così ritrovato smalto anche se gli manca ancora quella cattiveria e precisione sotto porta che la scorsa stagione lo hanno reso un giocatore devastante.

Spesso gli episodi fanno la differenza, il gol di Rahmani può e deve essere la svolta di una stagione finora infernale e soprattutto ridia a Mazzarri quello che è di Mazzarri, si liberi di quel vestito che gli è stato imposto e ritorni nei suoi abiti per un modo di giocare più semplice e soprattutto proficuo.

C’è solo da salvare una stagione, non possiamo pretendere altro come si sperava dopo i proclami del Presidente sul rinforzare la squadra a Gennaio.

Non è credibile la società, sta sondando in lungo e largo l’ Italia e l’ Europa alla ricerca di ” affari” che non esistono, elemosinando su formule di acquisto di calciatori spesso sconosciuti.
Si continua con le stesse lungaggini ed errori fatti nell’ estate scorsa, con una rosa ridotta al limite fra infortuni veri e diplomatici, senza neanche rendersi conto che in casa ci sono elementi validi ed utili che hanno la sola colpa di guadagnare forse troppo, come Demme.

Dovevamo spaccare il mondo in questo mercato, ci sono grosse risorse da investire, c’è la liquidità necessaria di cui nessun altro può disporre, ma come sempre ci siamo fatti trovare impreparati per tempi e modi, e le solite parole al vento.
” Ogni affermazione può diventare una mezza verità , una bugia o un appassito luogo comune” ( Charles Bukowski).

Come sempre la prossima è decisiva.


Salvatore Sabella

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