Il caffè del professore di Salvatore Sabella 

Fonte foto: sito Napoli

Con Colombo( Andrea e non Cristoforo) ieri abbiamo scoperto un ‘ altra  America. Una terra nuova priva di  orizzonte e  di  risorse e senza cuore.

Era difficile correre perché bisognava scansare le macerie di ogni giocata sbagliata, parare i calci degli avversari che avevano preparato una sfida fatta di solo   agonismo, senza mai giocare con la palla  ma con  l’  avversario,  con azioni fallose sincrone fatte sistematicamente a rotazione così da fare ammonire tutti senza fare  espellere nessuno.

Grande Mourinho, non è più un tecnico, ma uno stratega che vince con le armi della propaganda e della lotta perché 

non sa fare più calcio.

E noi cosa abbiamo opposto alle legioni Romane?

Nulla.

Nel primo tempo nessun tiro vero la porta avversaria, nessuna combinazione in velocità, solo una sortita di Osimehn che anziché provare a concludere ha simulato in area  dopo  un lieve contatto subito al viso.

Per tutta la gara il ghepardo nigeriano  è parso più  una foca che un felino,  con numeri circensi caotici e inconcludenti terminati con l’ espulsione che gli  costerà anche per la prossima gara.

Irriverenti per atteggiamenti e per interpretazione dei ruoli Anguissa e Zielinski.

Disarmante la prova di Rahmani, letteralmente travolto dal modesto Belotti. 

Grigia la  prestazione  del Capitano , appena sufficienti Rui e Jesus.

Sconcertanti  i due esterni Kvaratshvelia e Politano.

La volpe Georgiana si è chiusa in un vortice di campo quasi a cercare la gabbia in cui intrappolarsi, non riesce  nei controlli ne’ a dialogare con i compagni, nessuna conclusione .

Raramente si è visto, in così poco tempo, una tale  involuzione di un atleta.

Infine Politano.

Uno dei pochi che , rispetto alla scorsa stagione, ha trovato continuità favorito dalla mancata concorrenza nel suo ruolo. 

Ma farsi espellere in quel modo è da calcio amatoriale ed è l’ emblema del nostro momento. 

Siamo stati travolti dal nostro destino.

Unica nota positiva,   la grande serata di Meret, ci ha evitato un’ imbarcata ma, paradossalmente,  non è  stato ( come sempre ) decisivo.

Nel deserto troviamo poi anche Mazzarri, la sua cura è peggiore del male, forse pretendevamo troppo. Singolare il suo dopo partita quando ha dichiarato che avevamo giocato bene. 

Un ”  asino non diventerà mai un cavallo”  ( cit. Mourinho).

È finito il racconto di quello che si è visto, di quello che poteva essere e non è stato , ora comincia quello che sarà.

Da salvare c’è veramente poco ora servono i  fatti e subito.

 Il nostro ieri , oggi e domani dipende da un solo uomo. 

Pretendere che risolva il tutto a gennaio è impossibile ma che riconoscesse pubblicamente i suoi errori sarebbe il primo passo necessario. 

Le ultime dichiarazioni del nostro paventano ancora arroganza, ” dovevo cacciarlo alla presentazione”,  ma cosa lo aveva convinto ( o chi) per scegliere Garcia ? Cambiare tecnico e cambiare preparatore significava  cancellare il passato, ci arriva anche l’ ultimo dei profani , possibile che ci sia cascato il grande Presidente?

La sua tela di Penelope continua a cambiare i colori ma non i contenuti, siamo al Karma della follia a quel punto di non ritorno che costa quattrini, e tanti.

Serve così tanto che forse sarebbe meglio non fare nulla perché non c’è ne’ il tempo né le capacità. 

Prima dei nuovi calciatori ci vuole un Direttore sportivo di primo piano che porti  un forte difensore centrale, tecnico e con personalità, e  un altro terzino destro , eclettico , che sappia giocare anche al centro.

A centrocampo servono due innesti,  un  mediano incontrista  ed una mezzala che sappi eventualmente adattarsi anche al ruolo di esterno destro. 

Gente pronta e di qualità.

Ci verrà detto che a Gennaio è difficile ma noi rispondiamo con i nostri  fatti. Abbiamo ceduto Elmas perché sono arrivati soldi veri, caro amico Presidente devi fare lo stesso: portare i soldi e vedere i cammelli e se non sono di razza lascia stare, ripeteresti quanto di catastrofico  hai fatto l”estate scorsa.

Probabilmente le nostre attese rimarranno tali, si andrà avanti con poco altro e continueremo a leccarci le ferite, non possiamo combattere con pietre e bastoni contro i mulini al vento, in quella nuova America che  abbiamo scoperto ieri e che,  nello stesso istante in cui un semestre fa vincevamo il titolo, noi non sapevamo che era in realtà l’ inizio della fine, lo sapeva solo chi crede di saperne più di tutti e  che  oggi piange le nostre stesse lacrime, solo che le nostre escono dal cuore.

Dal cuore di chi vi scrive parte il più caro degli auguri per un Natale in salute, tutto il resto ne verrà di conseguenza.

Salvatore Sabella

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