Il caffè del professore di Salvatore Sabella



Il grande Totonno Juliano li definiva ” La bassa forza”, quegli uomini preziosi, che dietro ai riflettori di chi si prende la scena, sono i pilastri delle squadre forti.
Gente la cui importanza la comprendi quando manca e ti accorgi di quanto sia indispensabile.

Come il Mario Rui di turno, un calciatore che spesso divide, talvolta irascibile quanto brillante, tecnicamente eccelso , minuto fisicamente, ma uno specialista nel suo ruolo di esterno sinistro basso che interpreta magistralmente .

Sa quando deve proporsi senza palla , giocata essenziale negli automatismi propositivi di una squadra, da un suo movimento in profondità ha dato finalmente quell’ appoggio necessario alle qualità di Kvaratskhelia per poi dosare quella parabola forte e precisa incornata di prepotenza e classe dal solito Osimhen .

È una giocata semplice per chi conosce i tempi di inserimento ed è per questo che si è conquistato, in tempi non sospetti, l’ appellativo di professore.
Interpreta perfettamente anche la fase di transizione, quando l’ avversario va atteso e non affrontato a campo aperto come ha fatto con Louvumbo , neutralizzandolo quando ha giocato dalla sua parte, cosa invece non riuscita dal mediocre Rahmani sulla corsia opposta, ci è costato il pareggio.

Rui non è un fuoriclasse ma un uomo di fascia indispensabile per un modulo di gioco che si basa sulle catene esterne per lo sviluppo della manovra. La gara di ieri ha vissuto due interpretazioni diverse.

Prima dell’ ingresso del portoghese, il solito Kvaratskhelia sbatteva ripetutamente contro il muro sardo non trovando collaborazione in Natan incapace di leggere i momenti di gioco senza palla.

Il Brasiliano era stato il migliore contro il Braga perché favorito da un atteggiamento poco accorto e tatticamente approssimato dei Lusitani .
Il navigato Ranieri invece ha preparato la giusta marcatura preventiva sulle sovrapposizioni del carioca, eliminandolo di fatto dal gioco.

Tutto il primo tempo ha visto il solito Napoli di palleggio ma poco incisivo in zona gol con la manovra che si ingolfava spesso ai limiti dell’ area avversaria, o si infrangeva sui montanti, con l’ inevitabile conclusione del tempo sul risultato a reti bianche.
Di positivo, finalmente, una uscita decisiva di Meret su una sortita in contropiede dei rossoblù .

I difensori azzurri continuano ad essere sconcertanti per interpretazione dei ruoli e sviluppo della fase, si difende singolarmente e non di reparto, c’è un perenne affanno nella nostra area dove nessuno riesce a comandare ed organizzare la difesa. Disastroso il modo di marcare sul gioco aereo su palla inattiva .
Emblematico il pareggio dei Sardi sull’ asse da brividi Rahmani Juan Jesus.

Nella prossima finestra di mercato invernale si faccia trovare pronta la società . Occorre intervenire, e subito, prendendo un centrale vero e soprattutto pronto, un uomo di personalità che ridia sicurezza al reparto perché il vero limite degli azzurri è quello di non saper mantenere il risultato e subire sempre gol è la naturale conclusione di una scellerata strategia di essersi affidati esclusivamente a calciatori acerbi, di scarso temperamento e modesti tecnicamente.

È un grido di dolore che si era alzato forte e chiaro da più parti già la scorsa estate ma che stoltamente non è stato ascoltato.

Con l’ ingresso di Rui, la barca si è raddrizzata, ed avere gente come Osimhen e Kvaratskhelia , che sposta gli equilibri , ha fatto la differenza.

Il ghepardo nigeriano , troppo nervoso nel primo tempo, ha spaccato la partita nella ripresa quando ha prima liberato il suo istinto con un atletismo impressionante nello stacco vincente e poi con una giocata di tecnica , di forza e di caparbietà, ha travolto la difesa avversaria favorendo la conclusione sporca, ma vincente, della volpe Georgiana.

Una doppia giocata straripante per impeto e determinazione che ci ha regalato la meritata vittoria.

La settimana scorsa dicemmo che eravamo scettici su come il Napoli doveva cambiare pelle per portare a casa i risultati, vincere sporco e non più imponendo il gioco.
Continuiamo ad esserlo ma ieri c’è stato un primo importante segnale, per la prima volta gli uomini di Mazzarri hanno vinto sapendo soffrire e riuscendo a chiudere l’ incontro non sulle gambe, segno evidente che sta venendo fuori il lavoro del nuovo preparatore atletico .

Certamente il Napoli non è guarito dai suoi mali oscuri ma si vedono segnali di cambiamento che lasciano ben sperare.
Ora occorre dare continuità ai risultati e come sempre la prossima è veramente decisiva.

Ci sarà prima l’ assurda, per collocazione tempistica, partita di coppa Italia, e poi la delicatissima sfida dell’ Olimpico con la Roma dell’ istrionico Mourinho che alla sua maniera preparerà la sfida anzitutto mediaticamente.
Cosa che spesso, purtroppo, condiziona l’ ambiente e porta ai ripetuti errori arbitrali.

Anche ieri, rimangono forti i dubbi sull’ annullamento della rete di Politano, non siamo fortunati con le decisioni arbitrali che sono molto discutibili.

Avanti Napoli, devi essere più forte degli eventi, c’è ancora tanto da giocare, non rivincerai il titolo ma devi comunque onorarlo , non sei più il padrone del gioco con la grande bellezza ma ora impara a vincere in maniera atipica, dall’ alto ti accompagnerà il grande Totonno, un napoletano atipico.

Foto copertina: profilo Twitter officialsscnapoli

Salvatore Sabella

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