Il Caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il Caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il Caffè del Professore di Salvatore Sabella – È arrivato il grande giorno, nell’anno del Signore 2021, Adl ci ha detto.
Di chi, di cosa, non è d’uopo sapersi perché chi vi scrive, dalle sue parole, non ci ha saputo cogliere nulla, ma proprio nulla.
La montagna ha partorito il topolino.

In una atmosfera soporifera, c’è stata una cantilena durata quasi due ore, in un monologo spento e privo di veri contenuti. Poche domande fatte, troppe poche critiche, nessun approfondimento.
A fare da cornice il redivivo vicepresidente, che fra uno sbadiglio e l’altro (forse anche un sonnellino) si è sorbito tutto il sonetto, ricoprendo un ruolo forgiato alla sua persona ed al suo carisma che noi francamente non riusciamo proprio a percepire.

Dal nulla però abbiamo colto una sensazione che solo il tempo, come sempre galantuomo, ci confermerà.

Il Presidente è un uomo solo al comando, solo nei suoi pensieri, solo nel suo essere, solo nel suo dire e nel suo fare.
Abbiamo letto e sentito, dai soliti soloni, di un Presidente bello carico e deciso, invece la nostra modesta (ma sicuramente più vera) sensazione è stata quella di un uomo rassegnato al suo destino, un destino che ha artatamente creato, ma che gli sta presentando l’inevitabile e l’inesorabile conto.

La sua gestione, tanto giustamente attenta ed oculata, non basta più, ne’ per vincere, ne’ per competere, ed ora neanche più per sopravvivere.
Tutta la sua alterigia, sfociata spesso nell’arroganza, ora fa posto ad una dimessa riflessione su quello che è e su quello che (forse) si farà.

La pandemia ha anticipato una crisi che ha colpito tutti, ma a noi in modo irreversibile perché non abbiamo nessuna strategia per fronteggiarla, la sensazione è che il Nostro non abbia mezzi e modi per uscire dal pantano che ha creato.

Troppo semplice pensare di risolvere il tutto riducendo solo i costi di gestione, che poi significa ridurre gli ingaggi.

È utopistico credere in atti di magnanimità di professionisti che dovrebbero decurtarsi gli stipendi sanciti da contratti stipulati con l’assenso della società datrice di lavoro.
Rimandare il tutto al dopo è solo la conferma del non saper affrontare le difficoltà, sistematicamente si stanno perdendo giocatori di valore portandoli a scadenza perché non si è riusciti ne’ a farli rinnovare ne’ a venderli, perdendo così risorse importantissime, aspettare il dopo europeo per rinegoziare col capitano, è solo la conferma della totale inesistenza di una logica progettuale e la consapevolezza sul non sapere come affrontarla.
Dire “poi si vedrà come finirà” è l’inno alla rassegnazione. Perseverare con questi errori tanto plateali quanto dannosi è diabolico.

I nodi al pettine, uno ad uno, stanno venendo fuori inesorabili e non sono certo delle sopravvenienze passive di natura straordinaria. A questo va aggiunto poi quello che è il vero limite: non riuscire a far crescere i ricavi, il santificato fatturato e’ rimasto sui livelli di società di media classifica.
E questo è una colpa della proprietà, incapace negli anni a creare strutture (i famosi mattoni), a far crescere e curare una “cantera”, a valorizzare il brand, ad allestire una grossa rete di merchandising, a dotarsi di un vero management amministrativo e tecnico.
Ci sarebbero tante cose da provare a realizzare, da studiare per creare il nuovo e il vincente, ma non sta a noi professarle.

E, nei corsi e ricorsi storici, è arrivato il momento della resa, e il povero Aurelio, ora si accorge che è solo a dover affrontare il tutto, aspettando magari che il suo vice, abbia finito il riposino.

Ci sono segnali disarmanti, che ha colto anche il capo, come il non riuscire a chiudere un accordo commerciale importante con un grosso sponsor tecnico rinunciando così a diversi milioni annui, c’è stata la “pensata” dell’autoproduzione delle casacche definendolo una genialata piuttosto che una mera necessità, dimenticando poi che lo sponsor tecnico garantisce, oltre alle maglie, tutti i ferri del mestiere a cominciare dal principale, quel “maledetto” pallone che ci incanta e ora ci fa disperare.

Ma forse a questo ADL ci avrà pensato, relegando il suo vice all’acquisto delle stesse sfere dove si forni’ Marino agli albori del suo regno. Del resto anche questo è diabolicamente espressione di continuità.

Lo abbiamo già detto e lo ribadiamo, la gestione familiare non basta più, un uomo solo, attempato seppure brillante, al comando non basta più, e la mancanza dei risultati sportivi è la conferma della inadeguatezza societaria.

Anche la presentazione, seppure informale, del nuovo tecnico in visita al centro sportivo, è stata priva di contenuti, nessuno sapeva cosa dire, solo il vice è apparso pimpante e pronto per andarsene al mare.

Sia chiaro che la nostra gratitudine verso papà De Laurentiis per averci ridato una dignità calcistica è enorme, ha fatto la nostra e soprattutto la sua fortuna, ma l’onestà intellettuale ci impone la critica perché non saliremo mai sul carro dell’ ipocrisia che ancora è trainato da tanti addetti ufficiali all’ informazione che con le loro ruffiane considerazioni offendono la nostra intelligenza e soprattutto, e ne sono consapevoli, la loro, ma si sa ogni mondo è paese.

Non ci sono idee, non ci sono prospettive, non sappiamo più neanche se abbiamo un direttore sportivo, ovviamente non era presente né alla conferenza stampa né al convivio col nuovo tecnico Spalletti.
Si dice che dagli indizi nascono le prove, stiamo ritornando ad un mesto anonimato, dove la parola d’ordine è una sola : “nessuno è incedibile”.
Ce ne siamo già fatti una ragione, e continuiamo a vedere sempre un uomo solo al comando, la sua maglia non è più azzurra, il suo nome è Aurelio De Laurentiis.

Salvatore Sabella

Leggi anche

1 – Il mondo non si ferma ad Aurelio De Laurentiis

2 – The man of the Day: Kylian Mbappè

3 – Napoli…al femminile: due errori condannano le azzurre

4 – Copa Libertadores, la Copa del Fútbol

5 –The Best Moments of The Weekend

6 – I pronostici di Paroladeltifoso bet

7 – I calciatori mancati dal Napoli

8 – Calcio e cinema, binomio dello spettacolo

9 – ULTRAS HABITS: STONE ISLAND, IL CULTO

10 – Sulle note di Atalanta-Napoli

11 – I 5 pensieri post Napoli-Juventus

12 – Il meglio dei social di Napoli-Juventus

13 – Moment Wags – Ecco la sorella di Icardi

14- Napoli e non solo, tutti vogliono Italiano: ecco come potrebbe liberarsi dallo Spezia

15 – La costruzione dal basso, idea vera o moda?

16 – Barcellona-PSG: pass network e top combinazioni, il grafico

17 – Maradona: la sua auto sarà battuta all’asta

18 – Man of the Match di Napoli-Juventus

19 – Top e flop di Napoli-Juventus: Meret salva il risultato, Rrahmani insuperabile

20 – “Sti Gran Calci…” di Gianmaria Roberti

21 – Il Caffè del Professore

22 – La nostra rubrica fantacalcio: tutti i consigli partita per partita

23 – Neymar ha deciso di divorziare dalla Nike, scopriamo i motivi della scelta del brasiliano

24 – ParolaDelTifoso Instagram

Start typing and press Enter to search