Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella


Il caffè del Professore di Salvatore Sabella


L’ allievo ha superato il maestro, è un’ espressione celebre nella tradizione popolare dove Andrea del Verrocchio , è rimasto famoso piuttosto che per le sue opere, per il fatto di essere stato il maestro di Leonardo da Vinci.

Chi sia il maestro, tra Sarri e Spalletti, non è da sapersi perché tra i due toscanacci, praticamente coetanei, dal carattere spigoloso e dalla lingua tagliente , al di là dei convenevoli che si sono scambiati per tutta la settimana , ieri sul campo se le sono date e purtroppo noi le abbiamo prese.

Sarri ha proposto una fitta ragnatela centrale di grande densità che coinvolgeva tutti e 10 i suoi uomini di movimento che presidiavano tutte le nostre linee di passaggio e inevitabilmente ci ha impedito di giocare soprattutto nel primo tempo.

Siamo caduti nella rete, la nostra principale fonte di gioco, Lobotka, è stato chiuso in un quadrilatero laziale che gli impediva non solo di giocare la palla , ma di riceverla.

Lenta e involuta la nostra circolazione, qualcosa nasceva sui lanci lunghi dove il solito Lozano si faceva trovare pronto per poi
sbagliare sistematicamente i movimenti tornando nel campo anziché cercare il fondo.

Meno spazio sulla corsia mancina dove Olivera non si sovrapponeva a Kvaratskhelia costringendolo a giocare sempre contro due avversari.

Solo uno straordinario Di Lorenzo ci ha evitato la capitolazione dopo pochi minuti con un salvataggio strepitoso sulla linea di porta, rimediando ad un errore evidente di posizione di Meret peraltro anche poco reattivo.

Complimenti a Sarri, ha giocato a specchio col Napoli, calando il jolly Vecino che praticamente ha fatto il Lobotka, ha trovato tutti i suoi effettivi votati interamente alla causa, noi invece molli nelle gambe, e poco precisi.

La ripresa ci ha visti più guardinghi, abbiamo alzato il ritmo delle giocate ma sempre poco lucidi e commettendo troppi errori in appoggio.
Abbiamo conquistato metri sul campo, il nostro baricentro è salito fino alla trequarti laziale ma, per una legge non scritta , nel nostro momento migliore i capitolini hanno trovato il vantaggio con una splendida conclusione dalla misura di Vecino favorito da un puerile disimpegno di Kvaratskhelia.

Che fosse una serata storta lo hanno ribadito i minuti finali dove i nostri sogni si sono infranti sulla incredibile traversa colpita da Osimhen, era più semplice segnare, in un caotico finale dove, a turno, i subentrati Elmas e Politano si sono resi protagonisti di ottime iniziative concluse però con l’ errore finale e determinante.

La partita di ieri ha ricordato nel suo evolversi la sconfitta di Milano, peraltro con lo stesso punteggio, dove ieri , come al Meazza, la sensazione è stata quella di aver perso per i nostri demeriti e non per essere stati messi sotto dagli avversari.
È una magra consolazione ma che ribadisce comunque la nostra forza.

Ieri, come con l’ Inter, ha prevalso la concretezza sulla bellezza, ed è quello che conta.

Cogliamo il buono da questa sconfitta, è un salutare bagno di umiltà, non abbiamo ancora vinto nulla e l’ euforia che serpeggiava doveva suonare come un incitamento e non come la marcia trionfale Dell’ Aida.

Spalletti in settimana aveva più volte ribadito che bisognava rimanere sul pezzo, il calcio è imprevedibile, basta una sconfitta per minare le certezze, ieri siamo caduti nella trappola dell’ oblio ed ora ci toccherà sorbire il ritorno di chi non aspettava altro per far credere che il campionato si sia riaperto.

Occorrerà tutta l’ esperienza di big Luciano per rimettere in riga i suoi uomini che ieri sono apparsi impacciati oltre modo , c’è ancora tanto da correre con le gambe e soprattutto con la testa, quello che è mancato ieri sera.

Deve ritornare la fame del successo è della gloria.

Come sempre la prossima è decisiva, ospitiamo l’ Atalanta, altra squadra tignosa ed imprevedibile, per la seconda in casa di fila che ci evoca ricordi da brividi della passata stagione, ora però siamo padroni assoluti del nostro destino, c’è un vantaggio enorme da incrementare possibilmente o quanto meno da amministrare, assolutamente da non dilapidare.

” l’ esperienza è il solo insegnante in cui possiamo confidare”, diceva Leonardo da Vinci, l’ unico vero maestro.

Foto copertina: profilo Instagram officialsscnapoli

Salvatore Sabella

LEGGI ANCHE

È finita un’era, Mertens lascia il Napoli

Crowdfunding: il finanziamento che mette al centro i tifosi

La miniera d’oro degli americani: la Seria A

Europei Femminili, la vittoria dell’Inghilterra e il disastro dell’Italia

Kepa è il portiere giusto per il Napoli?

Stadio di proprietà: è un bene per i tifosi?

Top e Flop Napoli-Lecce: male Ndombele, solido Ostigard

Meret sarà il portiere del futuro: siamo sicuri?

La grande ingiustizia: il calcio femminile è ancora troppo lontano da quello maschile

Napoli al…femminile: la salvezza non è stata raggiunta, la retrocessione è realtà

Caro Simeone, era destino

Top e Flop Napoli-Liverpool: Anguissa sontuoso, Kvaratskhelia fenomeno

Eriksen è tornato in campo

Tanto pane per i denti delle ‘vedovelle’: Milik brilla con il Marsiglia e Osimhen non fa gol

Mondiale 2022: parola d’ordine sfruttamento della forza lavoro

Puma, lanciate le maglie senza logo: meglio così?

Perché l’Olanda continua a fallire?

Bayern Monaco-Sambenedettese: il gemellaggio che non vi sareste mai aspettati

Instagram

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Start typing and press Enter to search