Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Il caffè del Professore di Salvatore Sabella

Foto: Twitter Napoli


CAFFE’ – Oggi raccontiamo due storie, una di campo e l’ altra di economia e gestione dell’ impresa.

Alla terza di campionato il Napoli scende dalle giostre e si ritrova nella realtà di una partita brutta finita con un pareggio che lascia tanti dubbi.
Ha subito poco il gioco della Fiorentina ma non ha saputo imporre il proprio.

Il pareggio è giusto, l’avvio è stato tutto dei viola che hanno ingabbiato le fonti di gioco azzurre, marcature ad uomo su Lobotka e su Kvaratskhelia, la volpe georgiana che è stata spesso surclassata dall’ ottimo Dodo’ e che mai è riuscita a saltare l’ uomo anche se autore di un ottimo assist per il solito mediocre Lozano capace di sbagliare un gol già fatto.
Avevamo detto , la settimana scorsa, che l’ anello debole del tridente di attacco era il messicano, purtroppo lo ribadiamo, è un uomo di sola corsa che promette scintille nell’ avvio di gara per poi rimanere sistematicamente con le polveri bagnate, forse è già il momento di cambiare le gerarchie sulla sua fascia.
Ovviamente non è una bocciatura ma una riflessione va sicuramente fatta.

Il Napoli è stato sorpreso dall’ avvio arrembante dei viola durato fino alla mezz’ora del primo tempo, da li’ in poi gli azzurri hanno ritrovato campo ma non sono mai riusciti ad alzare il ritmo della manovra.
Sono mancati gli inserimenti sia degli esterni che delle mezzali , solo una volta ci è riuscito Zielinski nel primo tempo sul gol poi annullato giustamente per fuori gioco ad Osimhen.

In una serata grigia per la mancanza di fluidità della manovra , poteva sbloccarla solo una giocata vincente che però nessuno dei titolari ha provato , cosa invece poi fatta dal subentrato Raspadori sulla cui conclusione ha trovato un ottimo Gollini.
E’ il solito limite degli azzurri , non saper vincere le partite sporche, è una squadra troppo votata al fraseggio che non riesce a sparigliare.
È mancata la fantasia e non convincono troppo i cambi fatti da Spalletti, troppo frettolosa l’ uscita di Zielinski, uno dei pochi con la ” giocata” in canna , per un impalpabile Elmas, tardivo l’ ingresso di Raspadori , poteva restare ancora in campo Osimhen che si è battuto su ogni pallone.

Comunque è un punto conquistato su un campo difficile al cospetto di una ottima viola che ha avuto il solo limite, atavico per le squadre di Italiano, di iniziare in maniera fortissima per poi finire la benzina troppo presto.
Diciamo che abbiamo conquistato un risultato di riflessione che ci restituisce la nostra giusta dimensione di squadra forte ma non fortissima che deve ancora trovare le soluzioni di gioco alternative al vecchio canovaccio, ancora troppo poco in fase di costruzione l’ apporto dei centrali di difesa e le rifiniture degli esterni per permettere le conclusioni a rete.
Confidiamo ovviamente nel lavoro del tecnico che, come tutti, dovrà fare di necessità virtù, si gioca continuamente e gli schemi e le soluzioni non c’è tempo di provarle , vanno realizzate direttamente in partita.

È un Napoli solido ma ancora da rodare e completare, si aspetta il nuovo portiere il cui apporto dovrà essere soprattutto di esperienza internazionale , al cospetto di un Meret autore ieri di una partita sufficiente, iniziata con la solita sbavatura iniziale ma poi finita in crescendo.
Finisse così il mercato, con l’ arrivo di Navas, saremmo tutti molto soddisfatti perché la rosa è stata arricchita con tanti prospetti di caratura che poi il campo deve far sbocciare, ma attenzione ci potrebbe essere il botto finale che sarebbe una vera esplosione.

Parliamo, ovviamente, dell’ affare Ronaldo, operazione che tecnicamente è sbagliata perché sostituire il ghepardo nigeriano nel pieno del suo infinito potenziale con un attempato fuoriclasse è un errore per la progettualità tecnica, ma un business enorme per le strategie di impresa.

Il portoghese non è solo un calciatore ma una azienda che fattura oltre 100 milioni sfruttando i suoi diritti di immagine, questo porterebbe nel brand del Napoli quelle risorse da tempo inseguite dal Presidente ma mai trovate, parliamo di nuovi sponsor tecnici ed economici di livello internazionale, che permetterebbero alla società quel definitivo salto di qualità in termini di marketing e di merchandising. È da queste operazioni che si diventa grandi,
senza dimenticare che la vendita di Osimhen porterebbe in cassa oltre 100 milioni da investire poi nella prossima campagna acquisti per potenziare e molto la squadra.
Inoltre, ed è fondamentale, l’ asso portoghese è ancora perfettamente integro e garantirebbe quel carisma e quelle reti che permetterebbero al Napoli di essere ancora molto competitivo e forse vincente.

In città questa operazione fa storcere il naso, da tifoso è giustificabile, da imprenditore sarebbe una follia non realizzarla.

La stessa follia che ieri ha accompagnato Spalletti nel cercare un chiarimento a fine gare con la curva gigliata. Ha fatto benissimo a denunciare le offese subite in conferenza stampa, malissimo a rispondere sul campo, ha solo esasperato ulteriormente gli animi . È un uomo navigato, l’ offesa dagli spalti c’è sempre stata e ci sarà sempre purtroppo, ma reagire in maniera così plateale per un professionista è un gesto assolutamente da condannare, ancora una volta il suo carattere collerico evidenzia il limite di questo ottimo tecnico.

Ormai è già storia , mercoledì si rigioca, riscriviamo una nuova pagina , noi come sempre ci saremo.


Salvatore Sabella

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