Il caffè del professore di Salvatore Sabella

Il caffè del professore di Salvatore Sabella

Il caffè del professore di Salvatore Sabella

Il caffè del professore di Salvatore Sabella

Da sempre contro la Juventus non è una ma è la partita.
Si sente sulla pelle una sorta di orticaria (sportiva) che attacca tutti quelli con il sangue azzurro e che non ti lascia più.
Così, come sempre, anche ieri.

Lo stadio era colmo, forse oltre le disposizioni anti covid, tensione altissima, adrenalina che saliva istante per istante.

La nostra partenza è stata ottima, pressione alta, subito pericoli potenziali e reali per la porta di Szczesny.
Era tutto troppo semplice, quasi facile, ma, per una legge non scritta, quando si sbaglia si paga e tanto.

Un distratto Manolas ha letteralmente regalato a Morata il vantaggio e d’incanto la partita è cambiata.
Erano passati soli 11 minuti ma così intensi da sembrare un’eternità.

La Juventus ha ritrovato le misure sul campo, noi ci siamo disuniti in una confusione tattica tipica conseguenza dei momenti difficili che, sistematicamente, non sappiamo gestire.
La cosa si è già manifestata con il Venezia dopo l’espulsione di Osimehn, col Genoa e ieri.

È un limite che va superato ma è difficile da colmare perché la personalità purtroppo non si può migliorare .
Subito il gol, giocavamo solo in orizzontale, con un centravanti troppo statico e chiuso nella morsa degli eterni Bonucci e Chiellini, e tutti gli altri azzurri a sbattere contro il doppio muro eretto dai bianconeri, spesso con tutti gli effettivi dietro la linea della palla.

Sembrava più uno scontro salvezza che una partita di vertice.
Eravamo riusciti a renderci difficile la vita al cospetto di una Juventus che era venuta al Maradona con l’intento solo di non perdere.
Davvero poca cosa.

L’ intervallo ci ha permesso di riorganizzare le idee e soprattutto i ruoli in campo.
Subito fuori l’inconcludente Elmas, colpevole di non aver saputo sfruttare la libertà goduta nel primo tempo dove spesso si era trovato senza un diretto avversario ma mai aveva puntato la porta.
Bravo Spalletti a sparigliare subito con lo spacca partite Ounas che con Politano, sulla corsia destra, ha contribuito a creare continue superiorità numeriche e quegli spazi dove le orde azzurre si infilavano senza soluzione di continuità.

Tripla catena a destra col supporto di Di Lorenzo ed Insigne da sotto punta in una partita per lui solo generosa.
Quando il gioco ha cominciato a svilupparsi sulla destra, e meno su quella mancina presieduta dal mediocre Rui a cui non riesce praticamente nulla, c’è stata la svolta.

Fabian ha cominciato a girare, il ghepardo nigeriano ha fatto salire i giri del suo potentissimo motore, il buon Szczesny ha restituito il favore a Manolas, e finalmente è arrivato il meritato pareggio.

E da qui è cominciata un’altra partita con solo gli azzurri in campo e i bianconeri letteralmente usciti di scena anche atleticamente e retti solo dalla grande esperienza dei due baluardi centrali.

Il Napoli era padrone del campo, superiore in tutti i reparti, un possesso palla quasi totale, occorreva solo “finire” l’avversario.

Ci ha pensato il migliore in campo, il monumentale Koulibaly, praticamente perfetto in tutta la gara soprattutto quando si è fatto trovare al posto giusto nel momento topico.
Un atleta ed un uomo straordinario, un professionista esemplare, capace di anteporre sempre il bene della squadra, sempre in procinto di andare via, ed invece radicato in una terra azzurra che ormai considera sua, e noi ne siamo orgogliosi .

Una citazione speciale poi per l’ultimo arrivato Andre’ Zambo Frank Anguissa , lo conoscevano in pochi, ieri ha giocato da veterano , ha combattuto su ogni pallone, ha saputo rompere e costruire, davvero un grande calciatore.
Se davvero abbiamo pescato, dall’infinito mazzo dei giocatori trattati, quello vincente , ribadiamo che, col nostro Frank, come ama essere chiamato, possiamo lottare per il vertice.
Se poi recuperiamo il vero Ghoulam ( e con un pizzico di fortuna, ovvero senza infortuni) siamo i favoriti.

Ieri abbiamo vinto nettamente contro la squadra che ad inizio campionato era, come sempre, la favorita e che a Napoli, pur con tante defezioni ma altrettanta tantissima qualità non ha saputo far altro che mettere il pullman davanti alla porta . Noi ci siamo, sarà importante però rimanere con i piedi per terra, ed in questo confidiamo sulla esperienza di Spalletti, non creare alcun alibi alla squadra per le inevitabili vicissitudini che incontreremo, lottare sempre e cadere, eventualmente, in piedi.
Qualcuno ci deve qualcosa, non sapremo mai se ci hanno “scippato” la gioia pochi anni fa, per ridarci il tutto, il nostro Signore, ha chiamato a se il più grande di tutti nel saperci fare col pallone, accarezzandolo sui suoi riccioli corvini, lo avrà benedetto e investito del successo ed ora Lui, il piccolo agentino napoletano lo porterà a noi che dobbiamo solo mettercela tutta.
Lo faremo.

Foto: Instagram Ssc Napoli

Salvatore Sabella

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Il caffè del professore di Salvatore Sabella

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