Il caffè del professore

Nessuno farebbe la fila se le montagne russe fossero piatte. Ti  incutono  timore ma ti ammaliano e quando sei a bordo ti regalano quell’  adrenalina unica di una emozione irripetibile.

È un salire e scendere senza soluzione di continuità che  lascia , alla fine della corsa, quel senso di smarrimento che si fa fatica a dimenticare ma che subito si vuole rivivere.

Siamo già proiettati alla prossima giornata nella speranza di ritrovare un obiettivo che fatichiamo ancora a capire quale sia in realtà.

Siamo partiti forte contro un Monza propositivo che  lasciava spazio fra le linee  ma è bastata una verticalizzazione dei Brianzoli per rimarcare i nostri soliti limiti difensivi.

Cross dal fondo al centro dell’ area, anticipo sul primo palo di Dyuric per un suo movimento classico, poca reattività di Jesus, e  bella incornata a girare  sul lato opposto.

Da manuale del calcio, un vademecum che invece la nostra difesa proprio non riesce ad assimilare.

È incredibile la costanza dei nostri  errori di posizionamento e di lettura delle giocate avversarie,  Calzona ripete che sta lavorando molto sul pressing e sulla difesa alta ma prendiamo inevitabilmente gol alla prima sortita avversaria. 

È una fragilità anche emotiva che poi condiziona , toglie  le  certezze e causa un’ ansia da prestazione.

E così stancamente si è trascinato tutto il primo tempo, senza dignità , dove non sono mancati i  soliti grossolani errori arbitrali, altra costante negativa della stagione.

L’ undici di partenza aveva destato dubbi sia per la coppia di centrali dove forse  si potrebbero provare delle alternative, su tutte Natan di cui si sono completamente perse le tracce, sia nel tridente dove strideva la presenza   dell’ evanescente Ngonge dall’ inizio.
Da apprezzare invece il coraggio del tecnico nel puntare su Zielinski.

Ma ieri Calzona ha letto benissimo la gara, è stato tempestivo nei cambi e l’ ingresso di Politano ha subito  dato profondità alla manovra e grazie ad un atteggiamento più propositivo e determinato soprattutto dei centrocampisti, ci sono stati i quindici minuti più devastanti della stagione partiti col pareggio di Osimehn, capace di insaccare di testa staccando ad un ‘ altezza non comune per i mortali,  poi il raddoppio con una   splendida conclusione al volo dal limite di Politano , e il  terzo fendente imparabile  dalla misura di Zielinski.

Un ciclone che si è abbattuto sul Monza, messo al tappeto con le giocate di una grande squadra che quando gira a pieno regime,  alimenta la rabbia di quello che poteva essere e che non è stato.

Ma le montagne russe alla fine di ogni discesa riprendono a salire e complice l’ inopportuna scivolata di Olivera e la staticità dell’ intero pacchetto arretrato, Colpani riapriva la partita ma   ieri il Napoli ha giocato da campione d’ Italia e subito, con il subentrato Raspadori,  ha ristabilito le distanze e sancito, finalmente, la legge del più forte.

Come si commenta un secondo tempo giocato con tanta personalità? Quale è il vero Napoli ?
Sono interrogativi senza risposta.

Come sempre la prossima è decisiva, ma non sappiamo per quale obiettivo ne’  come affronteremo il pimpante Frosinone che quest’ anno ci ha umiliato in coppa Italia. Ma era un altro Napoli, come lo sarà quello di domenica prossima alla eterna ricerca di se stesso , imprevedibile nel suo atteggiamento, che non ci permette nessuna previsione, che smentisce continuamente se stesso e il nostro raccontare che spesso cade in contraddizione ma , si sa, sono queste le montagne russe, quando sei in discesa goditi il vento sul viso.

Che la discesa continui perché la nostra stagione è un giro sull’ ottovolante , quando scendi sei senza fiato e giuri mai più e invece, quando quella maglia azzurra appare sul rettangolo di gioco, noi siamo pronti a ricominciare perché la nostra è una fede.

Foto: Twitter Napoli

Salvatore Sabella

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