Il caffè del Professore

E’  tornato il calcio vero, finalmente si è giocata una  una partita  a ritmi elevati soprattutto nella ripresa e quando a parlare è il campo il Napoli fa la voce grossa, è la squadra più forte del campionato che ha largamente dominato.

Come prevedibile la squadra sta ritrovando la condizione smarrita nel mese di aprile, la manovra è tornata fluida,  si sono rivisti  i micidiali  movimenti senza palla, peccato solo che continuiamo a prendere gol evitabili.

E poi si è rivisto il cuore,  quello che sopperisce alla mancanza di lucidità , quell’ ardore che ha accompagnato il meraviglioso arcobaleno disegnato dall’ interno sinistro del capitano Di Lorenzo , in assoluto ieri il migliore in campo.  Il Napoli ha voluto fortemente la vittoria,  è entrato carico e determinato,  cancellando quelle ombre legate alla scorsa partita col Monza.

Splendida, per il significato , la terza marcatura di Gaetano, un predestinato per Spalletti che lo ha ribadito ancora una volta nel dopo gara.

Unica ombra tecnica è stata la prestazione opaca di Osimehn,  apparso troppo nervoso e poco lucido in zona gol, poco generosa rispetto al solito la sua gara.
Deve comunque vincere il titolo di capo cannoniere è stato determinante e devastante per tutta la stagione.

Si poteva evitare il  gol subito  se Jesus fosse stato più reattivo.  Aveva appena sostituito Kim.

L’ apporto del muro coreano era stato come sempre determinante,  è un uomo indispensabile e davvero difficilmente sostituibile.

E’ stata comunque  una vittoria bellissima contro una grande squadra ed ha rimarcato il confine  fra la capolista  e il resto del campionato.
Ancora sconcertante la direzione arbitrale.

Non c’è stata e non c’è storia.

Questa la cronaca di una vittoria annunciata poi  comincia il faceto che purtroppo sta macchiando la limpidezza del   trionfo sportivo  per  le becere dichiarazioni di Spalletti e di De Laurentiis sull’imminente futuro, in uno stucchevole  ping pong dialettico.

Il tecnico ribadisce che è tutto definito e che dovrà parlare la società,
Il presidente bofonchia,   non tarperà le ali a nessuno , che la libertà è sacra e chi ” avut avut e chi a rat a rat”.

Perché questo teatrino?

Parliamo di una grande società ma i limiti comunicativi sono evidenti, nessuno si assume la responsabilità di dire quello che sarà.

Si sta dando in pasto all’ opinione pubblica e si sta rompendo piano piano un giocattolo che il campo ci dice essere ( quasi) perfetto.
Anche questo è un primato , si è vinto con largo anticipo e anziché godersi la giusta gloria e programmare il futuro, si sta provando a sfasciare il presente.

Quasi sembra che vadano via tutti, dirigenti, tecnici e calciatori. 
È una offesa alla nostra intelligenza e alla nostra passione.

Caro Presidente,  come sempre, devi intervenire tu in maniera perentoria e chiara e ridarci  le sicurezze smarrite, se si continua a lavorare bene questo scudetto può diventare l’ inizio di un ciclo vincente altrimenti rimarrà solo una meteora.

Sul contratto del tecnico , confermato attraverso una ( maledetta) pec, si legge di tutto, di presunte penali per un recesso anticipato, sul divieto di poter  allenare un ‘ altra squadra senza la deroga presidenziale,  e tante altre fantasie che contribuiscono ad avvelenare un clima che invece dovrebbe essere vissuto in modo sereno e propositivo.

Ci sarebbe e c’è ora il tempo per pianificare  e per rinforzare la squadra che nell’ undici titolare vede solo una lacuna in termini di contributo realizzativo della corsia di destra  dove un innesto di qualità potrebbe davvero rendere inarrestabile il tridente offensivo , e per arricchire la rosa un altro centrocampista di spessore.

Ma sono fantasie di chi prova a rimanere legato ai colori azzurri che , artatamente,  stanno sfumando in un grigio amorfo .

” I nostri dubbi ci tradiscono e ci precludono sovente i dolci frutti della vittoria ” ( Shakespeare) , anche questo è un nostro  primato, purtroppo della idiozia.

Foto: Twitter Napoli

Salvatore Sabella

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