I Mondiali di Qatar 2022 ad un bivio
In Qatar, nel 2022, sono attesi i Mondiali di calcio con 32 squadre partecipanti. Il paese qatariota si prepara
così ad ospitare la prima Coppa del Mondo post-covid, assumendo i contorni di una storicità inaudita.
Attenzione però, il torneo rischia di avere una squadra in meno. Stiamo parlando della Danimarca. I Mondiali di Qatar 2022 sono ad un bivio.

Il partito radicale guidato da Jens Rohde, il quale sostiene molti club storici del calcio danese come
Copenaghen, Aalborg e Brondby, avrebbe lanciato una petizione che nel caso raccogliesse 50mila firme nei
prossimi sei mesi (giugno 2021), rinvierebbe al parlamento danese la decisone finale sulla partecipazione
alla competizione qatariota.
Il motivo è puramente politico, etico e morale: il Qatar è accusato di sfruttamento di migranti per la
costruzione delle infrastrutture utili per il torneo, nonché dello stadio in cui si svolgerà la finale dei
Mondiali, il Lusail Stadium, una struttura da 80 mila posti.

I lavori sono cominciati nel lontano 2014, ma numerose associazioni che si battono per i diritti umani hanno
comunicato il grave stato di precarietà in cui versano gli operai.
A tal proposito vi è un dato terrificante: dall’inizio dei lavori ad oggi secondo alcune indiscrezioni sarebbero
ben 1000 le persone morte nei cantieri, mentre il governo del Qatar ha dichiarato che i deceduti sul lavoro
sono ‘soltanto’ 34.
Questo dato va a rafforzare l’idea, abbastanza comune nel panorama europeo, che nei Paesi del Golfo la
condizione di terribile schiavitù lavorativa continua a diffondersi a macchia d’olio, e a poco stanno servendo
i provvedimenti del Parlamento Europeo che solo recentemente si è detto dedito a tale causa (che in realtà
è vivissima da anni ormai).

È una situazione preoccupante questa, specie perché non è la prima volta che il governo qatariota sale agli
onori della cronaca: era il 2017 quando Doha fu accusata di schiavitù lavorativa e da allora, evidentemente
poco è stato fatto.
Oggi, dunque, complice anche la pandemia da Coronavirus, lo stato degli operai in cantiere è grossomodo
identico, se non peggiore.
Sembra dunque chiaro che il problema ora è tutto tranne che calcistico. Il tecnico degli scandinavi Kasper
Hjulmand ha già fatto intendere che rispetterà le scelte dei singoli giocatori di partecipare o meno
all’evento, ma la decisone finale comunque spetterà al governo, che in tal caso potrebbe “obbligare” la
nazionale danese al soggiorno in Qatar.
La squadra è testa di serie del suo girone, e difficilmente verrebbe insediata per il passaggio del turno.
Eriksen e compagni, quindi, saranno i protagonisti di una scelta che potrebbe creare un precedente storico
privo di eguali e getterebbe un’ombra enorme su quelli che sono i trattamenti lavorativi per la preparazione
alla Coppa del Mondo.
I Mondiali di Qatar 2022 sono ad un bivio. Non ci resta che aspettare i risvolti di una storia che ha dell’incredibile, e che dal punto di vista morale non possiamo far a meno di comprendere e analizzare.