Esiste ancora un solo valido motivo per seguire la Serie A?

Esiste ancora un solo valido motivo per seguire la Serie A?

Foto: account Instagram ufficiale Serie A

Da un paio di settimane si è chiusa la finestra di calciomercato estiva per la Serie A. Il campionato di massima serie italiana ne è uscito nettamente impoverito. Basti pensare che fino a qualche anno fa, l’Italia aveva l’onore di assistere a giocate di calciatori di alto calibro come Higuain e Ronaldo.

Foto: account Instagram ufficiale Juventus

Perché siamo usciti impoveriti dalla finestra di calciomercato appena conclusa?

Foto: account Instagram ufficiale Romelu Lukaku

Per il semplice fatto che i club hanno investito poco e lo hanno fatto pure male. In una manciata di settimane siamo stati capaci di perdere: Christian Romero, Pierluigi Gollini, Rodrigo De Paul, Romelu Lukaku, Cristiano Ronaldo, Tomiyasu, Hakimi e Buffon.

Foto: account Instagram ufficiale Rodrigo De Paul

È pur vero che per ogni giocatore che va via, ce n’è uno pronto dietro l’angolo a sostituirlo. Mi duole riportare tutti con i piedi per terra, perché i calciatori sopracitati sono stati sostituiti con veri e propri ‘scarti’ delle altre squadre perlopiù.

Foto: account Instagram ufficiale Edin Dzeko

Un esempio lampante ce lo mostra la Juventus, la quale ha deciso di sostituire Ronaldo con Moise Kean. Il calciatore italiano sarà anche molto promettente, avrà anche una buona media gol in Serie A, ma la dirigenza bianconera ha eseguito un downgrade clamoroso per quanto riguarda la fase realizzativa. Ha deciso di puntare su un calciatore da 15 gol stagionali, privandosi di un fuoriclasse che ne garantisse 30 soltanto in campionato.

foto: Account Instagram ufficiale Moise Kean

Lo stesso discorso vale per l’Inter. I nerazzurri hanno “sostituito” Lukaku con Dzeko, calciatore ormai vecchio e compassato, quasi al termine della propria carriera. Il gigante belga garantiva ai nerazzurri sempre prestazioni di alto livello, spesso condite con gol decisivi.

Foto: account Instagram ufficiale Romelu Lukaku

Quello che i club non capiscono è che così ne risente l’appeal del campionato. In precedenza, venivamo visti come coloro che avevano squadre come le milanesi che dominavano in Europa a furia di Champions League vinte.

foto: account Instagram ufficiale Champions League

Il problema, però, ha radici molto più profonde. Come già affermato in precedenza, Inter e Milan (non molti anni fa) erano tra le squadre più forti di tutte e portavano in alto il nome dell’Italia ovunque andassero a trionfare. Infatti, nessuna squadra italiana ha mai vinto un trofeo Europeo dopo l’Inter di Mourinho nel 2010. Da lì in poi è stato tutto un cammino in salita per tutte le squadre di Serie A.

Foto: account Instagram ufficiale Mourinho

Dopo questa piccola parentesi, c’è da dire che quest’anno tutte le big hanno puntato sul famoso “usato garantito”. Ad esempio, il Napoli ha preferito ingaggiare Juan Jesus a parametro zero piuttosto che prendere Emerson Palmieri (campione d’Europa con club e Nazionale) in prestito per soltanto 1 milione di euro. Questo innesto è la perfetta fotografia della situazione che sta vivendo il torneo dello stivale. Non si osa più, la pandemia ha fatto perdere quella scintilla che spingeva i direttori sportivi a tentare il grande colpo per accontentare la piazza e provare a sognare qualcosa di grande. L’unica delle 7 sorelle del campionato che ha investito bene è la Roma. I giallorossi hanno compensato alla partenza di Dzeko con l’acquisto (e che acquisto) di Tammy Abraham, calciatore promettentissimo e già autore di gol pesanti quando era al Chelsea.

Foto: Account Instagram ufficiale Juan Jesus

Un’altra questione delicata è quella riguardante i palloni d’oro. Basti pensare che dal 2000 ad oggi sono ben 3 i calciatori che hanno vinto il pallone d’oro per meriti in club italiani:

  1. Nedved (2003)
  2. Shevchenko (2004)
  3. Cannavaro (2006)
  4. Kaka (2007)

È vero, sentire parlare di palloni d’oro provenienti dalla Serie A sembra utopia. Ma questo deve farci riflettere e farci capire che qualcosa non va, il livello del campionato sta diventando sempre più scadente e se non si inverte la rotta, entro pochi anni si potrebbe arrivare a conseguenze irreversibili.

Antonio Napoletano

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