EL PARTIDO JAMÁS JUGADO
A chi non è capitato nella vita di ascoltare aneddoti, litigi, scaramanzie di calciatori ritirati o ancora in attività?
Beh, a tutti.
È sempre bello sentire questo genere di “testimonianza”, mi hanno sempre affascinato in modo da conoscere ancor di più le persone o in questo caso gli sportivi ma soprattutto il dietro le quinte di una vittoria.
Nel corso degli anni abbiamo assistito ad episodi raccontati che precedevano una finale, abbiamo ascoltato con attenzione ogni storia del mondiale 2006 dell’Italia, le ansie, le tensioni di quel gruppo, abbiamo ascoltato ogni tipo di aneddoto del Napoli di Sarri e potremmo continuare così all’infinito.
Quest’oggi però parliamo di qualcosa di nuovo, anche se è successo intorno al 2014 in Brasile. In Italia nessuno ne ha parlato, infatti questo “evento” è stato raccontato solo da giornali o tv sudamericane e internazionali ma quest’oggi ci proviamo noi a raccontarlo nel nostro “stivale”.
Siamo in una calda, caldissima Rio de Janeiro, corre l’anno 2014 ma soprattutto corre la coppa del Mondo di quello stesso anno. La città verdeoro è ricca di turisti, giornalisti, calciatori, leggende e chi più ne ha più ne metta. In quell’anno, come tutti gli altri d’altronde, la spiaggia di Copacabana era punto di ritrovo sia per gli addetti ai lavori ma anche per i bimbi delle favelas che con il sogno di essere notati da qualche osservatore improvvisavano una partita.
Quella sera, la spiaggia divenne un vero e proprio campo da calcio, un Maracanà 2.0.
I protagonisti di questo aneddoto sono dei nostri colleghi connazionali che dopo una giornata di lavoro avevano ben deciso di dare quattro calci ad un pallone in una delle porte di quel campo, stiamo parlando di Alessandro Del Piero, Billy Costacurta, Lele Adani, Marco Cattaneo e Riccardo Trevisani.
Si c’era anche il Pinturicchio che da poco aveva lasciato il calcio giocato e da subito aveva intrapreso la carriera da giornalista, la star di quella troupe.
Italiani, italiani veri ma soprattutto persone che hanno fatto del calcio il loro pane quotidiano.
L’unico “difetto” è che provengono dall’Italia e tutti conosciamo come siamo abituati, è troppo, troppo poco fare solo qualche tiro in porta. Noi vogliamo il confronto.
Caso volle che se in una porta c’erano i nostri connazionali dall’altra c’erano argentini che avevano perso il volo per Brasilia per andare a vedere la nazionale Albiceleste e si ritrovavano anche loro con una birra e un cuoio tra i piedi.
Dopo vari inviti e diversi tentennamenti si gioca.
Da una parte c’è Cattaneo a porta, Costacurta ed Adani a formare il duo difensivo, Alex Del Piero tra le linee e Trevisani come unica punta, dall’altra c’è un 3-1-1 fatto di ordine, sacrifico e sostanza.
Cosa molto importante che vi sarà utile per il resto del racconto, i sudamericani non avevano riconosciuto nè l’ex Juventus e neanche il difensore italiano.
Tutto d’un tratto una semplice partitella sulla spiaggia di Rio divenne una sfida tra Italia ed Argentina.
Pronti, via, subito 1-0 Costacurta colpisce il palo e Trevisani a porta libera tap-in vincente per l’1-0. Passa veramente poco che il talento del 10 esce fuori anche sulla sabbia, solito tiro a giro, anche sulla spiaggia e 2-0.
Dominio e gestione totale fatto di tecniche di beach soccer, rimbalzi e poca corsa in un campo di 50 metri.
Il tutto inizia a cambiare, la partita inizia a cambiare quando gli argentini iniziano a capire che il ragazzo che da spettacolo in campo è Alessandro Del Piero.
“Para mì es Del Piero” dice uno di loro.
“Juega, juega no piensas en Del Piero” risponde uno dei sei.
Finisce un primo tempo durato 20 minuti ed effettivamente riconoscono sia l’ex capitano bianconero sia Costacurta indicandolo come uno dei difensori italiani degli anni ’90. Nel secondo tempo è completamente un’altra partita, gli argentini cambiano modulo in 2-2-1 e iniziano a mordere le caviglie, a mangiare la sabbia.
Riaprono la partita e quando mancano 5 minuti la pareggia proprio il sesto che non voleva giocare.
Dopo il pareggio è tempo di golden gol perché non esiste una partita sulla spiaggia senza vincitori. Alex Del Piero perde palla in mezzo al “campo” e uno di loro calcia, la palla rimbalza sulla sabbia, classica tecnica di beach soccer, e va in porta.
Finisce 3-2 in una splendida Rio De Janeiro che aveva visto sostituirsi i bambini delle favelas a 12 adulti che volevano giocare a calcio, queste sono le storie più belle, le partite più belle, in una nazione che vive e mangia calcio, terra dei più grandi fenomeni del calcio mondiale 6 italiani contro altri 6 argentini avevano dato senso ad una serata che iniziava ad essere come le altre.
Calcio vero d’altronde quello sudamericano.
Gennaro Del Vecchio