Editoriale: “Avanti con coraggio”, dal caffè del Professore

Editoriale: “Avanti con coraggio”, dal caffè del Professore

Il caffè del Professore – Finalmente siamo tornati. Al cospetto di un Milan, falcidiato dagli infortuni che colpiscono inevitabilmente tutte le squadre, ci siamo ripresi il campo e il risultato pieno. Siamo partiti determinati con un pressing alto e non ci siamo consegnati a quel gioco d’ attesa che ci è costato una serie di sconfitte esterne in serie, legate ad una difesa estrema che ci consegnava sistematicamente al gioco avversario favorendo gli inevitabili errori dei singoli e dell’ intero collettivo, snaturato della sua indole proprio dal suo mentore che invece l’ aveva forgiato all’ attacco dietro un modulo che ne avrebbe dovuto esaltare le caratteristiche di qualità dei tanti attaccanti schierati, anche con il doppio centravanti.

Finalmente c’è stato coraggio.

Li abbiamo presi subito con linee strette e fasce ben presidiate, ottimi scambi sulle punte di danza del capitano e del devastante Zielinski prodigo trequartista, a cui si è aggiunto un sorprendente e brillante Hysaj. Sulla fascia sinistra abbiamo fatto la voce grossa soprattutto nel primo tempo dove ci è mancato solo il vantaggio.

Non abbiamo rischiato praticamente nulla se non le solite amnesie del gigante ( solo di stazza) Maksimovic che è riuscito anche a farsi ammonire, errore non pagato poi nell’ economia dell’ intera gara.

La ripresa è partita così come era finita la prima frazione, rossoneri in attesa con poche idee e azzurri invece aggressivi e determinati e su un bellissimo anticipo dell’ ottimo albanese si è sviluppata alla mano l’ azione che ci ha portato al meritato vantaggio sulla conclusione sporca ma vincente del sempre presente Politano. Il diavolo era in ginocchio e andava matato ma qui sono venuti fuori i limiti dell’ attacco partenopeo che ancora non trova la brillantezza di Mertens e dell’ indecifrabile Osimhen, quasi un corpo estraneo al nostro calcio, troppo poco utile alla nostra manovra.

Una menzione a parte merita poi il “prode” Bakayoko. Era stato accolto come l’ uomo che ci avrebbe dato quella fisicità e dinamicità di cui atavicamente mancavamo e che invece si sta dimostrando essere il vero tallone di Achille dei nostri colori e dello stesso tecnico che l’ ha fortemente voluto e sul quale aveva centrato tutto il fulcro del gioco. Questo ragazzo lo sta ” tradendo” con prestazioni ed errori sconcertanti e solo la dea bendata ci ha evitato di buttare all’ aria una vittoria sacrosanta con un rigore negato dall’ arbitro che ha sbagliato due volte nella stessa azione, negando sia il rigore e non espellendo Hernandez.

Rimane
comunque la nostra ottima partita e un risultato importantissimo che ci rida’ una speranza di centrare una delle posizioni che contano dove , forse, la vera corsa va fatta proprio sui rossoneri che sono comunque distanti ma i più abbordabili rispetto alla corazzata orobica e ai bianconeri che sembra davvero difficile ( se non impossibile) vedere fuori dall’ Europa dei grandi.
Ieri abbiamo fatto il primo passo vero per ridare lustro alla classifica a cui ne deve seguire un altro altrettanto decisivo domenica con i capitolini. Andranno affrontati con lo stesso ardore agonistico, aggrediti come si è fatto col Milan, senza attese per non prestarsi al palleggio dei giallorossi che pure si presenteranno con diverse assenze e di questo dobbiamo approfittarne, del resto i nostri peccati li abbiamo già espiati tutti fra infortuni muscolari, traumatici e pandemici.

Gattuso deve liberare la sua testa dalle tossine che invece hanno macchiato la sua condotta e quella dei suoi ragazzi, ha dalla sua il vantaggio del tempo della preparazione alla gara, vantaggio che ricordiamo non essere un pregio ma solo la mortificazione di una prematura eliminazione. Sta ritrovando le sue pedine, ci rimetta il coraggio della praticità di un palleggio che vada in verticale, si liberi dall’ ossessione della costruzione obbligata dal basso, non c’è più tempo di volere il nuovo ma consolidare il conosciuto, che prevalga il vero sul faceto. Non possiamo, ormai da tempo , ambire al trono che è sempre più nerazzurro, consoliamoci almeno del fatto che sono finalmente cambiate le gerarchie pallonare dalle quali siamo usciti troppo presto, ma dobbiamo continuare a crederci e lottare non solo per il presente ma soprattutto per il futuro affinché il doveva essere e non è stato non diventi il nostro vessillo . Noi come sempre ci siamo e ci crediamo.
Avanti con coraggio.

Foto: 123rf

Salvatore Sabella

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