E se lo avesse detto Insigne?

E se lo avesse detto Insigne?

26 gennaio. Stadio San Siro. In campo si trovano Inter e Milan, si stanno giocando l’accesso alle semifinali di Coppa Italia. Ibrahimovic istiga un Lukaku già nervoso, che replica con una frase obbrobriosa, “ti sparo in testa”. Niente, silenzio tombale. Il giudice decreta la semplice squalifica per diffida al belga.
In un mondo, quello del calcio, inondato da cliché, Lukaku rappresenta quella parte da sempre lesa e da difendere, una sorta di gigante buono incapace di commettere cattiverie. E se lo avesse detto Insigne?

Si, proprio lui. Quel nano, cafone di Frattamaggiore. Se avesse osato lui utilizzare queste parole nei confronti di un avversario, cosa sarebbe successo?
Io me lo immagino. In meno di 48 ore Biden avrebbe deciso di cessare la costruzione del muro col Messico e farne iniziare uno nuovo per cingere Frattamaggiore: Lorenzo Insigne è un criminale, e come tale va trattato.
Probabilmente Renzi non avrebbe fatto saltare il governo, i tempi sono duri e c’è da combattere la camorra, di cui Lorenzo Insigne è un fervido esponente.
Tutti i Tg sportivi avrebbero dedicato ogni spazio delle loro trasmissioni a questo episodio, considerato un attentato al calcio: Lorenzo Insigne è da daspo.

Foto di: Il Riformista

Scherzi a parte, l’ilaritá finisce ma la curiosità resta. Parliamo di un napoletano capitano del Napoli, quello che è stato espulso dal permalosissimo Massa per un “va a c…”.
Non avremo mai la controprova, ma l’idea del “ti sparo in testa” pronunciato con cadenza napoletana, ha proprio tutto il presentimento di quella cosa che avrebbe dato il via ai noiosi stereotipi contro Napoli e tutto il Sud, di cui francamente non ne possiamo più.

Luca Linardi

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