Dusan Vlahovic: il numero 7 non sempre perfetto che incide sul risultato

Dusan Vlahovic: il numero 7 non sempre perfetto, che incide sul risultato

L’esordio di Vlahovic alla Juventus è stato senza dubbio il momento più atteso di questa settimana di campionato. La Juventus ha riposto nel giocatore, proveniente dalla Fiorentina, massima fiducia. Fiducia facilmente riscontrabile nell’ ingente somma di denaro versata dal club bianconero alla Fiorentina per il suo acquisto. Il terzo acquisto più costoso nel mercato di riparazione di gennaio, dopo Coutinho, passato dal Liverpool al Barcellona ,e Virgin Van Dijk ,passato dal Southampton al Liverpool.

L’ attuale Juventus non è di certo la Juventus vista negli ultimi anni, piuttosto una sua copia sbiadita. Apparsa a tutti in enorme difficoltà ad inizio campionato e la classifica che li vede quarti, la conferma di quanto detto. Riporre nel serbo le speranze per una risalita della classifica, una naturale conseguenza della scelta operata dal club.


Lo stesso Allegri in conferenza stampa lo paragona ad Hoaland e Mbappè, definendolo uno tra i migliori attaccanti nel panorama mondiale. L’entusiasmo dei tifosi è quindi lecito che sia alle stelle, come fervente l’attesa e la curiosità di tutti per il suo esordio in maglia bianconera. Forti aspettative ovviamente non facili da sopportare, gestire dallo stesso Vlahovic che in campo ha fatto vedere cose buone e cose meno buone.

Nel complesso il suo comunque un buon esordio. I moduli di gioco 4-3-3 della Juventus e 3-4-1-2 del Verona si sono incastrati perfettamente da mettere in piedi una bella partita, che ha divertito. I duelli individuali non sono mancati CaccheriniMorata, Gunter -Vlahovic e CasaleDybala.

I tre marcatori del Verona hanno marcato individualmente i loro riferimenti offensivi, accettando l’ assenza di una copertura preventiva Il 4-3-3 scelto da Allegri mirante a precisi scopi tattici. Il modulo non ha chiesto particolari sacrifici agli attaccanti Morata e Dybala. Difendere in 7 uomini contro i ripetuti attacchi veronesi una scelta studiata. Difendere con un baricentro basso e attaccare ripetutamente e velocemente in transizione offensiva scelta supportata dalla presenza costante dei tre attaccanti sopra la linea del pallone pronti a ripartire rapidamente.

Così come scegliere Vlahovic come bersaglio di palloni lunghi dettati dalla difesa per eludere il pressing del Verona. Mettere in campo dal primo minuto di gioco il centravanti serbo Vlahovic e il centrocampista svizzero Zakaria una scelta rivelatasi fruttuosa. Entrambi autori di un gol che hanno permesso alla Juventus di portare a casa la vittoria e i tre punti per scalare la classifica.

Il tridente offensivo Morata-Vlahovic-Dybala, messo nelle condizioni di assecondare le proprie caratteristiche personali, una spina nel fianco per gli avversari. Il centrocampo Zakaria, mezzala destra, Arthur mediano e Rabiot mezzala sinistra, importante in fase di non possesso e prezioso rimorchio per il tridente offensivo.

Ad inizio partita Vlahovic perde diversi duelli con Gunter. Al 32 secondo il difensore veronese gli impedisce di ricevere un passaggio di testa di Rabiot. Al 3’ minuto di ricevere due lanci lunghi di Szezesry e di De Light e ancora dopo non gli permette di agganciare il passaggio lungo di Chiellini. Il serbo, numero 7, sembra in balia di Gunter.

Al 6’ minuto la sua prima vera occasione. Dopo una ripartenza rapida di Rabiot, taglia il campo dalla zona di centro destra in quella sinistra, in modo da ricevere dallo stesso Rabiot palla. È a 5 metri fuori dall’ area Gunter stranamente gli ha lasciato spazio e libertà di movimento, approfitta così per calciare in porta un diagonale sinistro che mette in difficoltà Montipó. Un bel tiro il suo da posizione non facile. Una prima vera scintilla!

Immediatamente dopo però perde di nuovo un duello con Gunter che gli sottrae un passaggio rasoterra di Chiellini. Al 9’ minuto invece riesce a ripulire il suo primo pallone, servitogli sul corpo e ad aprire il gioco a sinistra a Rabiot. Subito dopo riceve un passaggio rasoterra di Danilo, Gunter è alle sue spalle, ma riesce a proteggere la palla e facendo perno sul corpo del difensore, suo marcatore, riesce a girarsi per tirare in porta, ma viene atterrato dai difensori. L’arbitro non rileva gli estremi del fallo e invita il serbo ad alzarsi.

Al 12’ minuto il suo primo gol in bianconero. L’azione parte dal portiere Szczesny con un lungo lancio su Vlahovic che riesce a deviare il pallone di testa e attaccare la profondità. La palla, dopo un tocco di Casale, giunge a Dybala, che serve di prima il compagno serbo che anticipa con un tocco di esterno sinistro l’ uscita del portiere Montipó e con un pallonetto indirizza la palla in rete vicino al palo destro …esordio -gol un connubio perfetto per lui e per la Juventus.

Seguono alcuni controlli di palla sbagliati spalle alla porta, dovuti anche alla pressione di Gunter, che gli fiata eternamente sul collo. Al 25’ minuto riceve una palla in area su cross di Danilo, lui sfila alle spalle di Gunter e stoppa la palla di petto. Lo stop però è leggermente arretrato e lo costringe ad un ulteriore controllo di palla che regala a Gunter e Ceccherini il tempo necessario per chiudere su di lui.

Al 27’ l’azione offensiva più bella della Juventus Morata si muove e prende posizione sotto a Vlahovic, che dopo aver ricevuto l’ennesima verticalizzazione di Chiellini, appoggia a Morata e si proietta, si spinge in profondità. Dopo una breve conduzione di palla, Morata serve il compagno libero in area, ma viene chiuso dalla coppia Gunter – Ceccherini, col solito raddoppio su di lui.

Al 37’ sfiora ancora il goal, stavolta splendida azione del tridente offensivo Chiellini lancia a Vlahovic, che passa a Dybala, che a sua volta di prima lancia Morata. Lo spagnolo crossa di sinistro a Vlahovic che arrivando a tutta velocità apre troppo il piede concludendo fuori alla sinistra di Montipó. In questo tridente possiamo tranquillamente affermare che Allegri nutre massime speranze di rilancio della squadra.

Spera di combinare alla perfezione la qualità di rifinitura di Dybala, l’accelerazione in campo aperto di Morata e la finalizzazione di Vlahovic. Nella ripresa altre belle giocate. Stop di petto in volo e lancio su Zakaria, un passaggio di tacco a Dybala e un altro a servire l’inserimento in porta di Rabiot.

Gunter, a questo punto della partita si mostra stanco , affaticato, facilitando così i movimenti senza palla di Vlahovic che aprono il gioco ai compagni. Al 61’ minuto a segno anche Zakaria. Morata lavora un buon pallone a centrocampo, spalle alla porta, di forza e di tecnica vira su se stesso, gira l’angolo verso il centro del campo e attacca la corsia centrale, attirando su di sé l’attenzione della difesa oramai sbilanciata, scarica sulla destra a Zakaria che non perdona e trafigge Montipó.

Al 78’ minuto ancora un’occasione di goal per Vlahovic, in tuffo in area piccola su cross di Cuadrado che è subentrato a Dybala. Il serbo termina la sua prima partita con 13 passaggi riusciti su 21, 33 duelli, sebbene diversi persi, 22 solo con Gunter, un dribbling, 5 tiri di cui 4 nello specchio della porta e un goal.

A fine partita Allegri sottolinea quanto di buono e non buono ha fatto il giocatore al suo esordio all’Allianz Stadium: “Non sempre impeccabile nell’utilizzo del proprio corpo nel proteggere palla, perdendo molto duelli. Non sempre preciso tecnicamente col piede sinistro quando sottopressione e spalle alla porta. Bene nelle ricezioni sotto porta, nei movimenti in profondità, nell’attaccare l’area e nelle finalizzazioni. È entrato nel meccanismo di gioco della squadra, in sintonia coi compagni” Se rappresenta la svolta, il cambiamento lo vedremo in seguito.

Francesca Tripaldelli

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