Dallo Juventus Stadium al Wanda Metropolitano: quanto sono importanti gli stadi di proprietà per i club?
Dallo Juventus Stadium al Wanda Metropolitano: quanto sono importanti gli stadi di proprietà per i club?
Durante questa settimana in cui i campionati sono stati fermi, il calcio italiano ha omaggiato la Juventus per il decimo anniversario dell’Allianz Stadium, stadio di proprietà dei bianconeri. Infatti, l’impianto di Torino, è stato il primo esempio nel nostro paese, che ha dato modo ad altri club di costruirne uno. Ciò avviene in ogni parte del mondo, con i top club che possiedono stadi di proprietà che fruttano benefici economici. Dunque, Paroladeltifoso.it ha scelto di spiegare quanta importanza c’è dietro ad uno stadio di proprietà, focalizzandosi sulle strutture più importanti in Europa e in Italia.
Lo Juventus Stadium, la fortezza dei bianconeri
L’Allianz Stadium, noto come Juventus Stadium ha compiuto 10 anni. L’11 settembre 2011, infatti, è avvenuto l’esordio in gare ufficiali dei bianconeri nel nuovo impianto di casa: un successo per 4-1 contro il Parma. Molti addetti ai lavori in queste stagioni hanno indicato lo Stadium, come una delle armi principali che hanno portato i bianconeri al successo. I ricavi dal 2011 ad oggi si accingono a superare i 400 milioni di euro, dando un grande aiuto alla società di Agnelli.
Nel dettaglio, l’ultima stagione in cui la Juventus ha giocato all’Olimpico di Torino ha fatto incassare alla società bianconera circa 11,9 milioni, compresi i ricavi dalle attività commerciali legate allo stadio. Dunque, considerato il punto di partenza pre-Stadium, l’aumento fino all’ultima stagione completa è stato pari a quasi il 450%, con ricavi che nel 2017/18 hanno raggiunto quota 65 milioni di euro: di questi 49,6 milioni legati alle gare e 15,4 milioni legati all’extra campo.
Numeri ancora in aumento nel 2018/19, considerando che nei primi sei mesi della stagione (fino al 31 dicembre 2018) la Juventus ha toccato quota 43,3 milioni di euro. Dall’apertura fino all’1 gennaio 2019, l’impianto ha garantito alla Juventus circa il 13% dei ricavi complessivi. Al contempo, durante il periodo pandemico, il club bianconero, ha avuto problemi economici dovuti anche all’assenza dei tifosi nel proprio impianto. Con il “parziale” ritorno allo stadio, il club torinese è pronto a beneficiare sia sul campo che nelle casse della propria struttura all’avanguardia.
Dal Mapei al Gewiss Stadium, il resto d’Italia che studia il modello Juve
Dopo la fondazione dello Juventus Stadium, altri club hanno deciso di seguire il modello dei bianconeri, ma nonostante ciò la situazione in Italia resta decisamente peggiore rispetto al resto d’Europa. Gli stadi di proprietà in Italia sono un problema, infatti, solo quattro società di Serie A e una di Serie B hanno la proprietà dello stadio in cui giocano.
Numeri in totale contrasto con quanto accade nelle massime serie europee, dove più della metà degli stadi è di proprietà dei club Infatti, si è analizzato lo stato degli stadi del calcio italiano fino al 2018, evidenziando che il 70% degli stadi in Serie A è di proprietà comunale, il 10% (quindi solo l’Olimpico di Roma) è di proprietà del Coni, e il restante 20% ossia 4 stadi rimasti, sono di proprietà dei club.
Cinque sono gli stadi di proprietà in Italia, quattro appartenenti a compagini di Serie A e uno appartenente al Frosinone, che oggi milita in Serie B. Tutti acquistati e rimessi a nuovo nel corso degli ultimi vent’anni, gli stadi di Juventus, Atalanta, Sassuolo, Udinese e Frosinone sono i pochi esempi presenti nel calcio nostrano. La famiglia Squinzi ha messo in ballo la propria azienda, la Mapei, per acquistare e ricostruire lo stadio Città del Tricolore: sono stati spesi 3,75 milioni i tra il 2010 e il 2012, fornendo al Sassuolo un impianto da Serie A.
Inoltre, il Mapei Stadium, ha ospitato la finale di UEFA Women’s Champions League tra Wolfsburg e Lione nel 2016. La famiglia Percassi, proprietaria dell’Atalanta, dopo aver acquistato il vecchio Atleti Azzurri d’Italia nel 2015 per 8,75 milioni di euro, ha iniziato i primi lavori di ristrutturazione nello stesso anno, per poi continuarli nel 2018 e poi nel 2019.
Grazie agli investimenti della Gewiss, per una spesa complessiva di 35 milioni di euro, la Dea ha avuto a disposizione un impianto di proprietà, utilizzabile anche per i match di Champions, poiché l’Atalanta ha dovuto fare i conti con spostamenti in altri stadiper le partite europee (prima Mapei Stadium a Reggio Emilia, poi San Siro a Milano), e con la nuova cornice è riuscita a spostarsi definitivamente a Bergamo anche per le partite Europee.
La nuova casa dell’Udinese è nata dopo l’acquisto della superficie per 100 anni dello Stadio Friuli nel 2013 da parte della famiglia Pozzo, ed è stata costruita in tre anni, con una spesa complessiva di 25 milioni i euro. L’Udinese è riuscita ad inaugurare il suo nuovo impianto nel 2016: un complesso che assomma il Museo dello sport friulano, il fitness center, lo shopping center e uffici di rappresentanza in modo da renderlo attivo sette giorni su sette.
Infine, il Benito Stirpe di Frosinone è l’unico impianto di proprietà non presente in Serie A. La struttura è nata da una gestione di quasi quarant’anni, infatti i lavori sono iniziati negli anni ottanta, con lo stadio completato nella satgione 2015-2016, quando il Frosinone è riuscito ad approdare in Serie A.
Dunque, in Italia, dopo questi esempi di benefici economici, anche altri club sono pronti ad avviare i lavori per costruire degli impianti di proprietà, ampliando sempre di più la lista.
Dal Wanda Metropolitano alla nuova casa del Tottenham, l’Europa all’avanguardia
Stadi di Proprietà in Europa
Nei Top campionati europei, le realtà sono diverse, con i club lanciati verso l’avanguardia rispetto alla Serie A. Infatti, la Premier League e la Bundesliga sono sempre state considerate dei modelli di riferimento per quanto riguarda gli impianti sportivi e a confermarlo sono il numero degli stadi di proprietà. Ecco l’elenco nel dettaglio:
Bundesliga: 16 su 18
Premier League: 17 su 20
La Liga: 11 su 20
Ligue 1: 1 su 20
Nello specifico ci sono due impianti su tutti, che sono il fiore all’occhiello degli stadi di proprietà. Il Wanda Metropolitano, nuova casa dell’Atletico Madrid, è stata inaugurato il 16 settembre 2017, sorgendo sulle ceneri del Vicente Calderon. La fondazione del nuovo impianto ha portato benefici per il club spagnolo, infatti, c’è stato l’aumento degli abbonamenti del 60%, in conseguenza della sua maggiore capacità; l’aumento del 36% dei ricavi da sponsorizzazione e pubblicità, anche a causa dei ricavi da “naming-rights”.
Infatti, il Wanda Metropolitano è uno stadio di categoria 4, la massima categoria riconosciuta, aiutando la squadra di Simeone a migliorare il proprio bilancio. Il Tottenham, con l’apertura del nuovo White Hart Lane potrà compiere un salto in avanti anche per quanto riguarda i ricavi. Infatti il club londinese incassa circa 800mila sterline a partita (pari a 900mila euro circa) dai servizi aggiuntivi allo stadio, come ristoranti, lounge, bar e street food all’interno dell’impianto.
Una cifra che, stimata su 19 gare casalinghe in Premier League e minimo tre di Champions League, permetterebbero al Tottenham di incassare poco meno di 20 milioni di euro a stagione da questa tipologia di servizi (circa 17,6 milioni di sterline, pari a circa 19,8 milioni di euro). Dunque, la nuova casa del Tottenham, fa sentire i propri tifosi a casa, fornendo ottimi servizi e soprattutto sta aiutando le casse del club inglese.
Traendo le conclusioni finali, è chiaro che un club per poter competere tra le grandi ha bisogno di impianto di proprietà, poiché, come si evince dalle righe precedenti, la fondazione di uno stadio appartenente al club, aiuta economicamente la società, che potrà reinvestire i ricavi, migliorando la rosa.
Pasquale Palmieri
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