Dalla vittoria dell’Europeo all’ennesima avventura senza gloria

Dalla vittoria dell’Europeo all’ennesima avventura senza gloria: cosa è successo all’U-21 azzurra?

Foto: profilo Twitter Nazionale Italiana

“Le fondamenta di ogni stato sono l’istruzione dei suoi giovani”, direbbe Diogene Il Clinico. Ebbene, questa citazione riassume alla perfezione l’intento delle nazionali Under-21, gruppi formati da giovani calciatori che cercano notorietà in piccoli anticipi di futuro competendo in tornei di altissimo livello. Alcuni protagonisti delle varie selezioni, infatti, dimostrano con il passare degli anni di avere la famosa stoffa del campione. Altri, invece, rientrano nella categoria dei ridimensionati, le classiche giovani speranze convertite bruscamente in mix di rimpianti e delusioni. La nazionale italiana vanta una bacheca considerevole nell’ambito dell’U-21, tuttavia, dopo aver collezionato tantissimi trofei in giro per il continente, è attualmente in corso un lento declino in termini di risultati. L’ultimo trofeo risale addirittura al 2004, anno in cui gli azzurri trionfarono nell’edizione tedesca degli Europei.

La Nazionale delle coppe

Foto: profilo Twitter Fabio Cannavaro

Il primo allenatore della nazionale “minore” fu Azeglio Vicini, commissario tecnico che guidò l’Italia nell’esordio sui campi da calcio nel 1976. Gli Azzurrini debuttarono sfidando il Portogallo nella trasferta di Funchal, la quale vide trionfare i padroni di casa per 1-0. Tanta qualità fin dai primi anni, soltanto nel 1992, però, i ragazzi del Bel Paese riuscirono ad aggiudicarsi una competizione. Era l’epoca di Cesare Maldini, il CT più vincente della storia della categoria per quanto riguarda la squadra tricolore. Egli riuscì a reggere il cambio generazionale, glorificando ogni formazione con la conquista di almeno un titolo importante. Da Demetrio Albertini e Dino Baggio a Totti e Buffon passando per Cannavaro ed Inzaghi, tre Europei consecutivi hanno contraddistinto l’intervallo di tempo che parte dal 1986 e trova come meta finale proprio l’edizione del 1996. Dopo l’addio della storica bandiera del Milan, la panchina venne affidata a Rossano Giampaglia, poi sostituito da Marco Tardelli. La Nazionale U-21 non ottenne il pass per partecipare al Campionato Europeo del 1998, tuttavia, si impose con prepotenza nell’edizione successiva portando a casa il titolo. Nella rosa erano presenti tre calciatori che dopo sei anni hanno contribuito all’impresa di Berlino laureandosi campioni del mondo: Gennaro Gattuso, Andrea Pirlo e Simone Perrotta.

L’ultimo successo azzurro

Foto: profilo Twitter UEFA U21 EURO

Dopo aver collezionato due medaglie d’argento ai Giochi del Mediterraneo e all’Europeo del 2002, la Germania venne colorata d’azzurro grazie alla vittoria nella finale del 2004 contro Serbia e Montenegro. Claudio Gentile, allenatore dell’ultima Nazionale vincente, decise di convocare diversi giovani già affermati in Serie A, come ad esempio Marco Amelia, nonostante le poche presenze in campionato con la maglia del Lecce. Bonera, reduce da una stagione spettacolare in quel di Parma, il centrale Moretti del Bologna ed Andrea Barzagli, scommessa vincente del Chievo, erano i titolari nel reparto difensivo. Da menzionare riserve di lusso quali Paolo Cannavaro, storico capitano del Napoli post fallimento, Cesare Bovo e Zaccardo, successivamente sul tetto del mondo con Marcello Lippi.

Cuore e tecnica a centrocampo con Daniele De Rossi, Angelo Palombo e l’eterno incompiuto Gaetano D’Agostino. Disputò alcune partite anche una vera e propria meteora del club napoletano, Marco Donadel, all’epoca militante nel Parma. La punta di diamante di quella squadra era sicuramente Alberto Gilardino, attaccante apprezzato dalle migliori squadre del continente che stava facendo sognare i tifosi del Tardini a suon di gol e prestazioni formidabili. Una solida base in vista del Mondiale che la selezione maggiore ha disputato due anni dopo. Cinque calciatori dell’U-21 del 2004, infatti, hanno vestito la maglia azzurra nella celebre avventura tedesca del 2006.

Il declino del “Made in Italy”

Foto: profilo Twitter UEFA U21 EURO

Come accennato in precedenza, per costruire una grande nazionale bisogna permettere ai giovani di acquisire la giusta dose d’esperienza sia nelle competizioni in giro per il mondo che nei campionati di rilievo come ad esempio la Serie A. Non è casuale, infatti, la statistica riguardante il peggioramento dei risultati che coinvolge l’U-21 e la squadra “over” degli azzurri. Entrambe le formazioni hanno vissuto il rispettivo momento di gloria tra gli anni novanta e la prima metà del duemila, per poi subire un netto e costante declino. Basta pensare al deludente cammino ad EURO 2008 della Nazionale maggiore e alla doppia eliminazione al primo turno degli Azzurrini nei Campionati Europei del 2006 e 2007. La vittoria della FIFA World Cup contro la Francia nella notte di Berlino, ha rallentato il lavoro sui ragazzi che avrebbero dovuto raccogliere l’eredità dei calciatori campioni del mondo. Il mondiale sudafricano, infatti, viene ricordato per l’età abbastanza avanzata dei componenti della rosa. Al giorno d’oggi, i talenti dei vari settori giovanili vengono visti come fonte di guadagno piuttosto che certezze per il futuro dai club nei quali militano. Zaniolo, ad esempio, è stato ceduto dall’Inter ancor prima di esordire in massima serie nonostante la palese qualità che lo ha sempre contraddistinto anche in Primavera. Valorizzare nuovamente le “fondamenta” citate in precedenza, potrebbe garantire nuove vittorie e tanti successi alla Nazionale. La strada è ancora la lunga ma con l’approdo di Mancini sulla panchina azzurra, sembrerebbe essere cambiata la mentalità di tutte le selezioni. In questo duro lavoro, però, le società hanno il dovere di offrire opportunità maggiori ai propri tesserati, in modo tale da formare atleti pronti per vestire colori gloriosi.

Ivan Serio

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