Dalla Lucchese al Liverpool, la grande personalità di Di Lorenzo

Sembra quasi un sogno e verrebbe da dire “non svegliateci”. Dopo la prestazione di ieri sera al San Paolo, vedere il Liverpool campione d’Europa sconfitto può significare solo che c’è stata una prova di grande maturità. Quella che forse è mancata l’anno scorso nei singoli, aumentata quest’anno con Manolas e Llorente. Con la personalità di Elmas e l’umiltà di Di Lorenzo.

 

Ecco, Di Lorenzo. Soffermiamoci su questo ragazzo. Nato a Castelnuovo di Garfagnana: un comune italiano di 5.862 abitanti della provincia di Lucca. Gettato nella bolgia “dell’Anfield Partenopeo”, come è stato chiamato da Fabio Caressa durante la telecronaca Sky. Nessun cenno di emozione, nessun tremolio di gambe. Come se fosse un veterano.

 

Proprio lui che dieci anni fa, nel luglio 2009 passava dalla Lucchese alla Reggina, nel campionato Primavera. Tanta gavetta, per arrivare alla Prima divisione nel Cuneo, in prestito. Dopo, a 22 anni, torna in Calabria e passa al Matera per 150 mila euro e solo dopo due anni arriva ad Empoli, nel 2017 in Serie B, a 24 anni. Per poi passare alla corte di Ancelotti, nel 2019 a quasi 26 anni e con tantissima voglia di fare. Si mette a disposizione dell’allenatore e della squadra. Partendo anche come riserva, anche se per il momento non si può prescindere da lui sulla corsia di destra.

 

Dopo poco più di due mesi di preparazione tattica e fisica in azzurro ha già un feeling speciale con il compagno di corsia, l’irremovibile Callejon con il quale è difficile non andare d’accordo per via della sua duttilità. Nonostante l’inesistenza di esperienza in campo internazionale ieri sera ha praticamente annichilito due campioni d’Europa come Manè e Robertson (che si alternava a marcare con Callejon) con interventi puliti, composti e senza mai strafare. Appoggiando la manovra offensiva quando serviva, e mettendo in difficoltà la corsia mancina dei Reds. Da notare l’episodio dell’angolo che si è conquistato proprio vicino alla bandierina, a palla ormai protetta da Milner, non si è arreso e ha scavalcato l’avversario con astuzia guadagnandosi un corner. Oltre alla buonissima prestazione di Torino, sancita con un inserimento che è la specialità della casa, come ha già dimostrato nel passato campionato.

 

Un investimento che a inizio estate era visto con scetticismo, vista la spesa consistente di nove milioni di euro che a quanto pare ne è valsa la pena.

Con tanta umiltà, sacrificio e lavoro si sta prendendo quello che gli spetta e non è più un miraggio la maglia azzurra della Nazionale, che ha indossato solo 3 volte con l’Under 19 e una sola volta in Under 21 del CT Di Biagio. Sta mettendo in seria difficoltà anche il mister Mancini, che se continua così, sarà costretto a chiamarlo almeno nel ritiro di Coverciano di metà Ottobre.

Queste della Nazionale sono tutte ipotesi, la realtà dei fatti è che Giovanni di Lorenzo è un grande acquisto, di leggera prospettiva ma anche per il presente. E lo sta dimostrando.

 

Matteo Sorrentino

 

 

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